Morya Longo per ''Il Sole 24 Ore''
Nel mondo ideale la medicina dovrebbe essere proporzionale alla malattia, non alla capienza del portafoglio del paziente. Ma il mondo ideale non esiste. Tanto meno in economia.
conte macron
Lo dimostrano i pacchetti di aiuti che ogni Stato sta varando per far fronte all' emergenza coronavirus: in Europa i Paesi più colpiti da questo virus, cioè Italia e Spagna, sono tra quelli che stanno mettendo in campo le minori risorse in percentuale al Pil per farvi fronte. I dati, elaborati da Pictet Asset Management escludendo le garanzie statali, parlano chiaro: al 31 marzo l' Italia aveva messo in campo risorse statali pari all' 1,4% del Pil, la Spagna pari all' 1,3%, la Francia pari all' 1,8% e la Germania pari al 3,5%.
Col paradosso che ai Paesi che più hanno bisogno di una cura da cavallo è arrivata la medicina annacquata. Motivo: il caso ha voluto che i Paesi più colpiti dal virus fossero anche quelli con il "portafoglio" meno capiente. Cioè quelli più indebitati e meno forti in termini di bilancio pubblico.
GIUSEPPE CONTE E ANGELA MERKEL
Questo dato di fatto non va dimenticato in questi giorni in cui l' Eurogruppo cerca a fatica di elaborare una risposta comune europea all' emergenza. Perché se la risposta viene lasciata ai soli Stati nazionali, è inevitabile che non sia proporzionata all' emergenza sanitaria ma allo spazio di manovra che ogni bilancio pubblico ha. Ma è inevitabile anche un altro elemento: che i mercati finanziari, cioè quel luogo dove gli Stati reperiscono le risorse, facciano pagare tassi d' interesse sempre più alti ai Paesi indebitati (come l' Italia) e più contenuti a quelli meno indebitati (come la Germania o i Paesi nordici). Aumentando il divario tra forti e deboli.
Il massiccio intervento della Bce ha calmato gli animi (e gli spread) sui mercati in maniera considerevole, mitigando questo effetto vizioso. Ma questo da solo non basta: è stato sufficiente un nulla di fatto all' Eurogruppo per far balzare lo spread BTp-Bund sopra i 200 punti base. Ma se anche si guarda un arco temporale più ampio, il risultato non cambia: dal 21 febbraio, data in cui da Codogno è iniziata l' emergenza coronavirus fuori dalla Cina, i rendimenti dei titoli di Stato si sono mossi in direzioni diverse nei vari Stati.
christine lagarde jens weidmann
I tassi dei BTp decennali sono saliti di 75 punti base, da 0,91% a 1,66%. I tassi decennali spagnoli si sono mossi in maniera quasi analoga: per loro il rialzo è stato di 61 punti base, arrivando a 0,84% (comunque meno di quanto l' Italia già non pagasse prima del virus). Sono saliti un po' meno quelli francesi (+37 punti base) e di soli 12 punti base quelli tedeschi. Che restano a -0,31%. Si può dibattere sulla cicala e la formica, sul fatto l' Italia avrebbe dovuto pensarci prima. Ma oggi l' emergenza è tale che se non si uniscono le forze la spaccatura dell' Europa rischia di diventare insanabile.
@MoryaLongo