jair bolsonaro
Coronavirus, la situazione in Brasile potrebbe essere di gran lunga peggiore rispetto a quanto comunicato ufficialmente dalle autorità. San Paolo, la città più grande, ricca e popolosa del Brasile, potrebbe avere circa 1,2 milioni di contagiati da Covid-19. Dopo aver completato i primi cinquemila esami sierologici - condotti su un campione di residenti scelti per estrazione - si è concluso che è stato infettato il 9,5% degli abitanti della megalopoli, ovvero circa 1,2 milioni di cittadini.
coronavirus, fosse comuni a manaus in brasile 1
È il primo risultato di una massiccia campagna di test condotta dal Comune locale. Se questa cifra verrà confermata, sarà superiore agli 1,1 milioni di infetti registrati lunedì dal ministero della Sanità in tutto il Paese. Finora, San Paolo ha segnalato ufficialmente 120 mila casi, ma sia le autorità municipali sia quelle statali sanno che potrebbe esserci una sottostima a causa dell'elevato numero di pazienti asintomatici e dei pochi test effettuati.
America Latina, il dettaglio dei casi Covid
nuove tombe in messico per il coronavirus 1
Punta sempre in alto la curva della pandemia da coronavirus in America latina, anche se da due giorni le percentuali di crescita di contagi, ora a (2.090.751, +39.714), e di morti (97.544, +1.820), sono nella parte bassa della media. È quanto emerge da una elaborazione statistica realizzata oggi sulla base dei dati ufficiali di 34 Nazioni e territorio latinoamericani.
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A suggerire una stabilizzazione del trend sono i dati che arrivano dal Brasile, secondo Paese al mondo più colpito dopo gli Usa, dove nelle ultime 24 ore i contagiati hanno raggiunto quota 1.106.470 (+21.432), di cui 51.271 (+654) morti. In seconda e terza posizione restano il Perù (257.447 e 8.223) e il Cile (246.963 e 4.502). Seguono Messico (185.122 e 22.584) dove le misure adottate non sembrano sufficienti a contenere la pandemia, Colombia (71.183 e 2.310), Ecuador, Argentina e Rep. Dominicana.
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Tonia Mastrobuoni per "www.repubblica.it"
In Germania torna l'incubo dell'epidemia. Dopo la fiammata di contagi nel mattatoio di Rheda-Wiedenbrück - ormai sono 1.553 i lavoratori contagiati - il governatore del Nordreno-Westfalia, Armin Laschet, ha deciso il lockdown del circondario. Nell'area di Gütersloh si torna alle restrizioni di marzo. Per circa 370 mila abitanti significa che chiudono nuovamente locali, scuole, ristoranti, negozi, palestre e piscine. E fino al 30 giugno si potrà uscire di casa al massimo in due.
DIPENDENTI ALLO STABILIMENTO TOENNIES DI Guetersloh
"Vogliamo capire quanto il virus si sia diffuso nella popolazione", ha sottolineato Laschet. Quello di Rheda-Wiedenbrück è "il più grande singolo focolaio della Germania" e rischia anche di essere più ampio rispetto ai 1.553 lavoratori positivi al test intercettati finora. Laschet teme che abbiano contagiato anche le loro famiglie.
C'è confusione, invece, sulla possibilità che i cittadini del nuovo hotspot possano viaggiare: non un dettaglio nella settimana in cui cominciano le vacanze in Nordreno-Westfalia. Laschet è sembrato dire di sì ma allo stesso tempo ha invitato gli abitanti di Gütersloh a non muoversi dalla zona: "ci saranno controlli", ha avvertito. E intanto la Bild racconta che alcuni cittadini di Gütersloh che erano andati per una vacanza a Usedom, nel Mar Baltico, sono stati brutalmente rispediti a casa.
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Finora nel circondario sono stati scoperti soltanto 24 casi di persone che non lavorano per Tönnies e sono risultati positivi ai tamponi. Anche nella vicina Warendorf le autorità regionali hanno intenzione di intensificare i controlli.
Per i lavoratori del mattatoio dove il virus si è diffuso, vale la quarantena obbligatoria. Ma nei giorni scorsi era emerso che molti erano già scappati nei loro Paesi d'origine. La stragrande maggioranza proviene dall'Est Europa, prevalentemente da Polonia e Romania.
coronavirus germania
Proseguono intanto le polemiche con il patron del mattatoio, Clemens Tönnies, che non avrebbe collaborato con le autorità regionali per chiarire la dinamica dei contagi e avrebbe consegnato informazioni insufficienti sugli indirizzi dei lavoratori.
coronavirus mattatoio germania.
L'azienda ha promesso di fare pulizia nei contratti, ma soltanto dopo che il ministro del Lavoro Hubertus Heil (Spd) ha tuonato contro lo sfruttamento nei mattatoi e ha annunciato norme per limitare il ricorso sfrenato a subappalti e contratti precari. Il politico socialdemocratico ha anche minacciato denunce contro Tönnies. E' ormai palese che i macelli si sono sottratti a lungo alle norme imposte dal distanziamento sociale, anche negli stabilimenti.
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