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    UN ROBOT CI SEPPELLIRÀ - FRA CINQUE ANNI UN ROBOT INDUSTRIALE COSTERÀ METÀ DI UN OPERAIO E IN 10 ANNI CANCELLERANNO 1,5 MILIONI DI POSTI DI LAVORO IN EUROPA - IL MERCATO DELL'AUTOMAZIONE E’ CRESCIUTO DEL 27% E RISCHIANO ANCHE TASSISTI, CHIRURGHI E ALTRE DECINE DI LAVORI


     
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    Francesco Borgonovo per “Libero Quotidiano”

     

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    La rivoluzione robotica non è più uno scenario da film di fantascienza. È già in pieno svolgimento e si sta realizzando a una velocità stupefacente. Fra dieci anni la robotizzazione sarà una realtà in gran parte del mondo, dall' Asia all' America passando ovviamente per l' Europa.

     

    Motivo per cui oggi ci troviamo davanti a uno snodo fondamentale: i nostri Paesi e le nostre aziende sono chiamati a scegliere quanto spazio concedere alle macchine e a decidere se abbracciare o meno una delle più sconvolgenti trasformazioni tecnologiche della storia. Sono questioni non più rinviabili, perché la direzione presa oggi influenzerà pesantemente il futuro prossimo.

     

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    Del resto, i dati sono chiari. La società di consulenza internazionale Roland Berger ha appena pubblicato uno studio dedicato all' impiego di robot nel settore della logistica, da cui risulta che oggi un robot costa mediamente a un' impresa tra i 18 e i 20 euro all' ora. Un operatore umano, per lo stesso numero di ore lavorate, costa tra i 14 e i 15 euro.

     

    Dunque, per adesso, l' umano è ancora più conveniente. Ma sapete che succederà da qui al 2020? I robot per la logistica, che oggi costano circa 120 mila euro per unità, nell' arco di due anni diverranno decisamente più economici, fino a scendere sotto la soglia dei 100 mila euro ciascuno.

     

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    Questo - secondo lo studio di Roland Berger - significa che entro quattro anni un robot costerà alle aziende dell' Eurozona intorno ai dieci euro all' ora. Mentre il costo dei lavoratori umani rimarrà stabile o salirà fino ai 19 euro orari. Insomma, nel 2020 un robot costerà la metà di un operaio. La robotizzazione consentirà una riduzione dei costi che si aggira tra il 20 e il 40%. In aggiunta, comporterà un aumento della produttività.

     

    Ecco perché il mercato dei robot è in crescita esponenziale. Come spiega Riccardo Staglianò nel libro-inchiesta appena uscito e intitolato Al posto tuo (Einaudi), «la International Federation of Robotics stima che nel 2014 siano stati venduti 225 mila robot industriali, ovvero il 27 per cento in più rispetto all' anno prima».

     

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    Alec Ross, celebre consulente di Obama e della Clinton, nel saggio Il nostro futuro (Feltrinelli) offre altre informazioni interessanti in proposito: «L' investimento del capitale di rischio nella robotica sta crescendo rapidamente», spiega.

     

    «In soli tre anni è più che raddoppiato, passando dai 160 milioni di dollari del 2011 ai 341 del 2014 (...). Il richiamo per gli investitori è ovvio: il mercato dei robot di consumo potrebbe raggiungere i 39 miliardi di dollari entro il 2017, e quello dei robot industriali toccare i 40 miliardi entro il 2020».

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    Già, perché non ci sono soltanto i robot utilizzati per la logistica o nelle fabbriche. Ci sono, tra gli altri, quelli all' opera nel settore della salute. «Nel 2013 sono stati venduti 1300 robot chirurgici per un prezzo medi di 1,5 milioni di dollari ciasciuno», dice Alec Ross. «Il numero di procedure sanitarie robotiche cresce di circa il 30 per cento l' anno, e più di un milione di americani si sono già sottoposti alla chirurgia robotica».

     

    Attualmente, i Paesi che guidano la rivoluzione robotica sono Giappone, Cina, Stati Uniti, Corea del Sud e Germania. In Cina, dal 2005 a oggi, le vendite di robot sono cresciute del 25% all' anno. Ed è proprio la Cina a mostrare il lato oscuro della robotizzazione. Terry Gou, il capoccia di Foxconn (cioè l' azienda che fabbrica gli iPhone) ha annunciato nel 2011 l' acquisto di un milione di robot destinati, inizialmente, ad affiancare i suoi operai. Nell' azienda di Gou è impiegato un milione di persone. L' arrivo dei robot significa due cose: nella migliore delle ipotesi, non ci saranno altre assunzioni; nella peggiore, i robot sostituiranno gli umani.

    ex machina ex machina

     

    Eccolo, il grosso guaio. La robotizzazione rende obsoleto il lavoro umano e lo fa con una rapidità e un'ampiezza di azione che non hanno precedenti nella storia. A brevissimo ci saranno automobili automatizzate (come la Google Car) che renderanno superflui autisti e tassisti. Attualmente sono commercializzati robot camerieri, infermieri e persino badanti. L'impatto che tutto ciò avrà sull' occupazione è facile da immaginare.

     

    IL ROBOT HADRIAN IL ROBOT HADRIAN

    Secondo Alec Ross, «il 47 per cento dei lavori americani corre un alto rischio di essere robotizzato, e per un altro 19 per cento il rischio è di livello medio». Per gli esperti di Roland Berger, invece, l' impiego di robot nella logistica farà perdere 1,5 milioni di posti di lavoro nell' Eurozona nei prossimi dieci anni. Meno cari, più efficienti e produttivi: i robot si stanno prendendo il futuro. Non è una previsione, è una realtà, e va affrontata seriamente: se già è dura competere con un lavoratore sottopagato del Terzo Mondo, figuratevi con una macchina. Pensate che un androide prenderà mai la tessera del sindacato?

     

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