Tiziana Lapelosa per “Libero quotidiano”
disoccupato suicida
Partecipare ad un corso che gli avrebbe assicurato una carta in più da spendere nella caccia (perché in Italia di caccia si tratta) di un posto di lavoro. Scoprire di essere stato raggirato, che i signori così attenti al futuro in realtà non erano altro che truffatori. E uccidersi. È la storia tristissima di un disoccupato che ha preferito la morte ad un futuro fatto di umiliazioni, raggiri, inutili e pesantissimi esborsi di soldi col miraggio di un lavoro che gli avrebbe restituito quella dignità per avere un posto e un ruolo nel mondo.
Siamo a Castrovillari, in Calabria, profondo sud, dove un tempo i giovani e le proprie famiglie venivano truffate con fantomatici corsi di computer: uomini e donne si presentavano a casa con tanto di cravatta e tacchi a spillo a proporre la "tangente" per il futuro. Si pagava, il corso iniziava.
Una, due, tre lezioni e poi il nulla. E siccome oggi il computer lo sanno usare più o meno tutti e in Italia c' è carenza di operatori socio-sanitari, perché non promuovere dei corsi e rilasciare tanto di attestato da spendere nelle strutture sanitarie sparse per l' Italia? Una occasione da non perdere, avrà pensato Antonio (nome di fantasia), che per «crescere» e vedere la luce ha pure sborsato 2.500 euro. Un mese di lavoro per chi è fortunato, due per chi lo è meno. Una vincita al superenalotto per chi è disoccupato e decide di investire i propri risparmi, o quelli della propria famiglia, per avere poi uno stipendio a fine mese e garantirsi una vita dignitosa.
disoccupato suicida dopo aver scoperto che il corso per operatori sanitari era finto
gli avvoltoi Antonio, però, non aveva fatto i conti con gli avvoltoi. «Il giovane, disoccupato da anni, è stato sopraffatto dalla disperazione quando si è reso conto dell' inutilità dell' impegno che aveva profuso», ha raccontato Vincenzo Maresca, comandante dei Nas di Napoli. Quelle lezioni non gli sarebbero mai servite a nulla. Era stato truffato e se ne è accorto prima che venisse aperta una inchiesta sui falsi corsi per diventare Operatori socio-sanitari.
La sua storia ora è racchiusa nei faldoni dell' inchiesta che ieri ha portato a sei misure cautelari in carcere emesse dal gip di Castrovillari su richiesta della locale Procura della Repubblica. Si tratta di quattro imprenditori operanti nel settore degli istituti di formazione professionale (due residenti nel Cosentino e due nel Napoletano), e di due dipendenti dell' Asp di Cosenza. Tutti fanno parte, per l' accusa, di una associazione per delinquere finalizzata al rilascio di falsi diplomi di Operatore Socio Sanitario. I Nas hanno anche sequestrato 291 titoli di qualifica professionale illecitamente rilasciati ad altrettante persone.
disoccupato suicida
scuola professionale Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, i sei avrebbero organizzato, negli anni 2015/2017, più di 30 corsi specifici in una scuola professionale ad Altomonte (Cosenza), chiamata «Sud Europa», senza alcun accreditamento alla Regione Calabria. I giovani desiderosi di trovare un lavoro, e «reclutati» tutti in Calabria, pagavano tra i 2mila e i 2mila e 500 euro per frequentare corsi inutili, fatti male e lontani anni luce da quanto invece dispone la normativa nazionale, che prevede mille ore di corsi con 450 ore di tirocinio.
Al contrario, le persone ammanettate offrivano una didattica superficiale, tenevano le pseudo-lezioni all' interno di un ex ospedale a Trebisacce (in provincia di Cosenza), sede di lavoro di due degli arrestati. Il tutto per dare una parvenza di ufficialità alla faccenda. Non si conosce il numero esatto delle persone che vi hanno preso parte. Eugenio Facciolla, procuratore della Repubblica di Castrovillari, ha fatto sapere che le «indagini sono ancora in corso» e che «stiamo verificando anche l' ipotesi di un' istigazione al suicidio» per quanto riguarda la vicenda di Antonio, il disoccupato.
carabinieri nas