
DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI…
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Valeria Arnaldi per www.leggo.it
Cinquanta gallerie nazionali e straniere, opere da cento a 5mila euro e un passato "importante": 17 fiere in 14 città attraverso quattro continenti, oltre un milione di visitatori e 185 milioni di euro di opere d'arte in 13 anni.
Sono i numeri a raccontare il successo dell'Affordable Art Fair, per la prima volta a Roma, negli spazi della Pelanda, fino a domenica. L'obiettivo, con un ricco calendario di eventi e workshop, mettere in contatti giovani artisti e giovani collezionisti per "ampliare" mondo e mercato dell'arte, tra giro d'affari e visioni.
Il sistema piace e funziona, coinvolgendo pubblici differenti per una varia e articolata panoramica di gallerie e relativi artisti.
Si va così dalla maxi-installazione "Babilonia Globale" di Elio Varuna, riflessione sulla comunicazione tra stereotipi e "gabbie", alle opere di Emanuele Luzzati, dalle suggestioni pop di Ludmilla Radchenko, tra coca-cola e zuppe siberiane di warholiana memoria per la Galleria Ca d'Oro fino ai grandi manifesti di Shepard Fairey, Obey, della Mondo Bizzarro Gallery, che porta anche il pop-surrealism di Luisa Montalto e Ciou e la vanitas drammatica di Saturno Buttò, senza dimenticare le opere di Alessandro Anemona, Janice James e Tindà r della Rvb Gallery, galleria già incentrata sul concetto di arte "accessibile".
Ancora, le ironiche provocazioni di Salvatore Masciullo della A&A gallery di Galatina, le scatole luminose di Marco Lodola della Amstel Art Gallery, gli studi architettonici di Maurizio Galimberti per la Dada Est Gallery e gli scenari immaginari di Willy Rojas per Villa del Arte e via dicendo in un percorso che, di stand in stand, di bollino in bollino - i prezzi più bassi, under 500 e under 1000 sono puntualmente segnalati con bollini rossi - arriva fino alle edizioni limitate "griffate" Macro, a partire dalle pantere di Marcello Maloberti, recentemente oggetto di una performance di "rottura", nel vero senso del termine, nelle sale di via Nizza. Un viaggio nell'arte per tutti gli sguardi e tutte le tasche.
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