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    IN PIEMONTE È STRAGE NELLE CASE DI RIPOSO: ALMENO 450 MORTI - LE PROCURE DEL NORD OVEST VOGLIONO VEDERCI CHIARO SUL "DISASTRO" GENERATO DAL COVID19 NELLE RSA, NEGLI HOSPICE, NELLE CASE DI RIPOSO DOVE LA MORTALITÀ È TRIPLA RISPETTO ALLA MEDIA - L’IPOTESI DEI MAGISTRATI È CHE SIA STATO FATTO TROPPO POCO PER EVITARE IL CONTAGIO…


     
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    Giuseppe Legato e Elisa Sola per “la Stampa”

     

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    Da Torino a Vercelli, dal Canavese a Biella, da Novara a Cuneo. Si muovono le procure del Nord Ovest e accendono un faro sul "disastro" generato dal Covid19 nelle Rsa, negli hospice, nelle case di riposo. I fascicoli di indagine crescono di giorno in giorno: sono più di dieci solo per le province piemontesi. E se è pur vero che la formula utilizzata dai pm del "modello 45" - senza ipotesi di reato e senza indagati (a eccezione di Vercelli che ipotizza l' epidemia colposa a carico di ignoti) - presuppone un' indagine esplorativa e non inquisitoria, è altrettanto vero che le iniziative della magistratura sono ritenute «doverose» dai capi degli uffici giudiziari.

     

    Perché i numeri dei morti sono anomali - almeno 450 secondo la Cgil - fanno paura. Sulla metà dei deceduti si indaga. Otto fascicoli sono stati aperti in Canavese dal capo dei pm Giuseppe Ferrando che vuol capire «se è stato fatto tutto il possibile - dice - per prevenire il contagio». Riguardano strutture a Nole, San Mauro, Corio, Volpiano, Brusasco, Bosconero, San Maurizio Canavese. Morti, contagi e - forse - ritardi nelle comunicazioni e nelle scelte.

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    A Torino la procura indaga sulle morti alla Rsa San Giuseppe di Grugliasco ma i Nas stanno eseguendo controlli a tappeto in almeno 20 strutture tra capoluogo e provincia.

    Ieri mattina i militari hanno bussato alle porte della Sereni Orizzonti di San Mauro (27 morti sospetti), in cima alla lista delle situazioni più critiche del Torinese con le Rsa di Grugliasco (30 decessi), Nichelino (13), Bosconero (9). Dopo quasi due mesi di lavoro - e decine di attività d' indagine avviate nella provincia di Torino, si può stimare, secondo gli inquirenti, una mortalità nelle case di riposo pari al doppio e in alcuni casi addirittura al triplo della media.

     

    coronavirus coronavirus

    I controlli proseguono anche nelle strutture da cui sono arrivate segnalazioni sull' assenza (presunta) di mascherine a norma. Come la casa di riposo di Borgaretto, dove i militari sono passati due giorni fa.

    Qui era ricoverata fino al 28 marzo Maria Montuori, morta pochi giorni in ospedale. La figlia Antonietta vuole chiarezza: «Nessuno mi ha scritto condoglianze, ma mi hanno chiesto 50 euro per la lavanderia».

     

    La situazione del Novarese merita attenzione. Il procuratore Marilinda Mineccia sta facendo monitorare 27 strutture. In quattro di queste i numeri dei morti sono anomale: 17 (dal 14 marzo ad oggi) all' Opera Pia Curti di Borgomanero, 15 nella casa di riposo San Francesco nel capoluogo, 8 alla residenza Riccardo Bauer di Pogno, 7 all' Hospice Villa Serena di Orta, sul lago.

     

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    A Vercelli il capo dei pm Luigi Pianta ha acceso un faro sui 35 decessi registrati nella casa di riposo di piazza Mazzini: su 84 tamponi effettuati ai pazienti, 44 sono risultati positivi al virus. Il contagio si è esteso a pezzi del personale e delle cooperative esterne. In questo caso, unico in Piemonte, la procura ha ipotizzato il reato di epidemia colposa a carico di ignoti. Si ipotizza cioè che nella struttura non siano stati adottati dei comportamenti corretti dando luogo a un epidemia certo non voluta ma pur sempre tale a causa di presunte omissioni.

     

    A Cuneo un fascicolo è incentrato sulla casa di riposo di Villanova Mondovì, dove sono morti sei anziani. Dagli accertamenti fin qui effettuati dai Nas è emerso che su 37 persone, tra degenti e sanitari, 35 sono risultati positivi al Covid19.

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