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    FUORI COME UN... BALCANO - A BRUXELLES ARRIVA L'IPOTESI DI ACCORPARE ALBANIA E KOSOVO E DARE PIÙ TERRITORI A SERBIA E CROAZIA - CI SAREBBE LO ZAMPINO DEL PREMIER SLOVENO JANEZ JANSA - L’IDEA SAREBBE DI GARANTIRE UNO STATO INDIPENDENTE AI BOSNIACI MUSULMANI PER STRAPPARLI DALL’INFLUENZA TURCA. E UNIRE IL KOSOVO E L’ALBANIA, VISTO CHE IL CONFINE TRA I DUE PAESI ‘’DI FATTO NON ESISTE’’…


     
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    1 - LA SLOVENIA CANCELLA LA BOSNIA E DISEGNA I CONFINI SU BASE ETNICA

    Marco Bresolin per “la Stampa”

     

    PROPOSTA CONFINE BALCANI PROPOSTA CONFINE BALCANI

    Una nuova mappa dell’ex Jugoslavia. Con la dissoluzione della Bosnia-Erzegovina e l’unificazione dell’Albania con il Kosovo come condizione per favorire l’allargamento dell’Ue ai Balcani Occidentali e sottrarre quell’area all’influenza turca.

     

    jansa jansa

    Fantageopolitica? Possibile, ma sono bastate alcune indiscrezioni per riaccendere le tensioni in un’area che ancora fatica a trovare pace: un documento dal titolo «Balcani Occidentali – una via d’uscita» che sarebbe arrivato sulla scrivania del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, dietro il quale ci sarebbe lo zampino del premier sloveno Janez Jansa, che da luglio assumerà la presidenza di turno dell’Ue.

     

    Il capo del governo di Lubiana nega di essere l’autore, mentre l’entourage di Michel si limita a dire di «non poter confermare» l’esistenza del documento. Dopo le voci dei giorni scorsi, ieri è comparso il «non paper», dicitura utilizzata in ambito diplomatico quando si presentano proposte non ufficiali con il solo obiettivo di far circolare alcune idee.

     

    BORUT PAHOR BORUT PAHOR

    Lo ha pubblicato il portale sloveno «Necenzurirano» e – come spesso accade con i non paper – non riporta alcuna intestazione ufficiale. Al momento nessuno ne rivendica la paternità, ma lo scopo è stato raggiunto: spingere l’ipotesi della «dissoluzione dell’ex Jugoslavia».

     

     Un tema che era sollevato dal presidente sloveno Borut Pahor il mese scorso durante la sua visita a Sarajevo: secondo Zeljko Komšic, che è il membro croato della presidenza tripartita della Bosnia-Erzegovina, durante un incontro a porte chiuse Pahor avrebbe chiesto ai tre componenti un parere sulla possibile dissoluzione pacifica dello Stato. Motivo per cui Sarajevo ha convocato l’ambasciatrice slovena.

     

    ZELJKO KOMSIC ZELJKO KOMSIC

    Ora l’ipotesi è scritta nero su bianco in questo documento che parte da una considerazione: «Il problema principale nella regione dei Balcani Occidentali è l’irrisolta questione nazionale tra serbi, albanesi e croati». Con la situazione attuale «è difficile immaginare una prospettiva europea per Serbia e Kosovo, mentre l’ingresso della Bosnia-Erzegovina nell’Ue è totalmente escluso». Un vuoto dal quale «la Turchia trae vantaggio, aumentando la sua influenza in Bosnia-Erzegovina e Macedonia del Nord».

     

    KOSOVO ALBANIA KOSOVO ALBANIA

    Per questo si propongono una serie di soluzioni basate sulla dissoluzione della Bosnia-Erzegovina: unire «gran parte della Repubblica Serba di Bosnia ed Erzegovina alla Serbia»; far confluire «i cantoni a maggioranza croata nella Croazia» o, in alternativa, «garantire alla parte croata uno statuto speciale come quello del Sud Tirolo»; garantire uno Stato indipendente ai bosniaci musulmani» per dare loro una prospettiva europea e strapparli dall’influenza turca. E infine: unire il Kosovo e l’Albania, visto che il confine tra i due Paesi «di fatto non esiste» e che la parte serba del Kosovo avrà uno statuto speciale.

    RICHIESTA BOSNIA UE RICHIESTA BOSNIA UE

     

     Secondo gli autori, l’adozione di queste decisione «favorirebbe i processi di adesione all’Ue e alla Nato». Ma il piano non sembra andare affatto nella direzione sperata dalle istituzioni europee e dai principali governi, per questo la vicenda rischia di gettare un’ulteriore ombra su Jansa.

     

    Il premier sloveno ha già creato parecchi imbarazzi all’Ue, schierandosi con Donald Trump dopo le ultime elezioni Usa e attaccando i giornalisti che lo avevano accusato di non rispettare la libertà di stampa. Da luglio e fino a dicembre sarà il suo governo a dare le carte al Consiglio dell’Unione europea.

    GUERRA NEI BALCANI GUERRA NEI BALCANI

     

    2 - IL MOSAICO DEI BALCANI

    Da “la Stampa”

     

    Da Tito alla crisi degli Anni 90

    La Repubblica socialista federale di Jugoslavia, nata nel 1963, si dissolve tra il '91 e il '92 quando scoppia, dopo i primi moti indipendentisti, un conflitto che porta alla nascita degli Stati di Bosnia-Erzegovina, Croazia, Macedonia, Serbia-Montenegro, Slovenia

     

    Le guerre e le nuove Repubbliche

    Al territorio uscito dalla guerra dei Balcani si aggiungono: nel 2006 (11 anni dopo gli accordi di Dayton) il Montenegro, che si stacca dalla Serbia, nel 2008 il Kosovo, che si autoproclama indipendente dalla Serbia. La Macedonia nel 2019 diventa Macedonia del Nord

    JANEZ JANSA 2 JANEZ JANSA 2

     

    Il nuovo ordine regionale secondo Lubiana

    Il premier sloveno coltiva l'ambizione di ridisegnare i confini della regione, riunificando Albania e Kosovo, sottraendo cantoni a maggioranza croata alla Bosnia e unendo parte della Repubblica Srpska alla Serbia. Ai serbi del Kosovo l'autonomia modello Alto Adige

     

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