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    SULLA RIPRESA DELLE LEZIONI IL GOVERNO SI GIOCA LA FACCIA PIÙ CHE SULLE ELEZIONI – BELPIETRO: "SIAMO STATI I PRIMI A CHIUDERE LE SCUOLE E SAREMO TRA GLI ULTIMI A RIAPRIRLE. IL RITARDO È CLAMOROSO. RISCHIAMO DI INIZIARE NEL CAOS PIU’ COMPLETO" – LE QUESTIONI APERTE: LA PROVA DEL TERMOMETRO, I BANCHI A ROTELLE - NULLA DI FATTO AL VERTICE SU TRASPORTI E MASCHERINE: LE INDICAZIONI DEI TECNICI SONO IMPOSSIBILI DA RISPETTARE...


     
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    Maurizio Belpietro per “la Verità”

     

    azzolina scuola mascherina azzolina scuola mascherina

    Siamo stati i primi a chiuderla e saremo tra gli ultimi a riaprirla. Tuttavia, sei mesi di stop non sono bastati per chiarirsi le idee sulle misure da prendere. Risultato? Rischiamo di iniziare le lezioni nel caos più completo.

     

    Non è che non ce lo aspettassimo: da settimane parliamo della confusione che regna sovrana al ministero dell'Istruzione, elencando le preoccupazioni di presidi, professori e famiglie. Ma forse la situazione potrebbe rivelarsi peggiore delle attese. Fino a ieri Lucia Azzolina e Giuseppe Conte avevano sempre replicato alle critiche dicendo che non c'erano motivi per agitarsi.

     

    Il presidente del Consiglio, per spegnere sul nascere gli allarmi, a un certo punto garantì in prima persona, promettendo che l'anno scolastico sarebbe stato inaugurato senza intoppi e nella massima sicurezza per studenti e insegnanti. Però oggi si scopre che, a fronte della ostentata tranquillità in pubblico, il premier in privato ai suoi ministri dice altro, e cioè che sulle lezioni il governo si gioca la faccia più che sulle elezioni.

     

    In effetti, i presupposti ci sono tutti, e per capirlo basta ripassare a memoria le cose poco chiare, a cominciare dalla famosa prova del termometro.

     

    CORONAVIRUS SCUOLA CORONAVIRUS SCUOLA

    Non ci voleva molto a immaginare che il compito a casa della misurazione della temperatura a ogni alunno, non solo scarica sui genitori la responsabilità di garantire le condizioni di salute del figlio, ma espone il sistema a un'alta dose di incertezza. Chi garantirà che il termometro funzioni e che la misurazione sia stata veramente eseguita? Quanti saranno le mamme e i papà che, essendo in ritardo, si dimenticheranno di provare la febbre al bimbo?

     

    Su otto milioni di ragazzi sui banchi, la percentuale di quelli che si possono ammalare e contagiare gli altri è alta, e tenere sotto controllo la situazione con un termometro domestico servirà a poco.

     

    Molto meglio sarebbe stato affidarsi a un termoscanner posto all'ingresso di ogni scuola, con personale dell'istituto in grado di controllare che gli alunni entrassero distanziati, come succede nelle stazioni. Perché non è stato fatto? Pare che una delle giustificazioni sia l'alto costo dello strumento, ma è una scusa bella e buona. Forse comprare milioni di banchi monoposto si è rivelato una passeggiata? A oggi non sappiamo chi li fornisce, né quanto costeranno davvero alla collettività. Di certo, i banchi a rotelle non risolvono il problema della sicurezza dei ragazzi. Ma andiamo con ordine, passando dalla febbre ai trasporti.

    PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA PROVE DI DISTANZIAMENTO A SCUOLA IN VISTA DELLA RIAPERTURA

     

    Prima di uscire di casa c'è l'obbligo - che però nessuno può essere certo che sia rispettato - della misurazione della temperatura, poi però tutti gli studenti si riverseranno sugli scuolabus e sui mezzi di trasporto vari dove garantire la distanza sarà quasi impossibile. E allora, che cosa si sono inventati i custodi del distanziamento sociale? Forse hanno deciso di raddoppiare le corse a disposizione dei ragazzi? Ovvio che no, anche perché i Comuni non hanno i soldi.

     

    Quindi semplicemente si è deciso di accorciare le distanze. Il metro fra uno studente e l'altro non deve più essere considerato un dogma, ma si può diminuire a piacimento fino ad annullarlo se sull'autobus si sta per un quarto d'ora. In pratica, per convenienza, tutti i consigli che ci sono stati dati vengono buttati nella spazzatura. La stessa cosa riguarda il distanziamento in aula. Le regole sembravano fisse, con almeno un metro fra uno studente e l'altro. Ma poi si è capito che così facendo, con classi da 25 e a volte anche 30 ragazzi, non si sarebbe mai riusciti a farcela.

    PREPARATIVI IN UNA SCUOLA DI MILANO PER LA RIAPERTURA PREPARATIVI IN UNA SCUOLA DI MILANO PER LA RIAPERTURA

     

    E così il metro è diventato dinamico, che vuol dire flessibile. L'invenzione la si deve ancora una volta alla ministra Azzolina, ma non è difficile capire che è una furbata che rischia di costare cara, così come cari, ma questa volta nel senso proprio del termine, rischiano di costarci i banchi con le rotelle ordinati per far fronte all'emergenza: non si sa se serviranno a evitare i contagi, ma di sicuro si sa che per comprarli si sta spendendo una montagna di soldi, talmente alta che nessuno vuole raccontare quanto e soprattutto dire in quali tasche finirà.

     

    scuola mascherine scuola mascherine

    Che la situazione sia più che confusa lo dimostra anche il fatto che tra Regioni e governo non si sia giunti a una soluzione, ma anzi sia rispuntata l'idea di far indossare le mascherine in classe, una proposta che però trova contrari i medici, perché passare ogni giorno ore e ore a respirare anidride carbonica non è raccomandabile. Insomma, sei mesi sono trascorsi invano. O meglio: sono passati fornendoci la prova di ciò che scriviamo da tempo a proposito del governo degli incapaci. Che Dio ce la mandi buona.

    scuola scuola scuola mascherine scuola mascherine scuola mascherine scuola mascherine conte azzolina conte azzolina CHE SUCCEDE IN CASO DI CONTAGIO A SCUOLA CHE SUCCEDE IN CASO DI CONTAGIO A SCUOLA

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