1. SVASTICHE FUCILI E UN MISSILE TROVATO IN UN GARAGE L'ARSENALE DEI NEOFASCISTI
Massimiliano Peggio per ''la Stampa''
SEQUESTRO DI ARMI AI NAZISTI IN LOMBARDIA - MISSILE ARIA ARIA
«Ho un missile aria-aria di fabbricazione francese da vendere. Ti interessa?». Il messaggio, accompagnato da una fotografia della testata, è stato spedito ad un indirizzo WhatsApp. Destinatario un combattente italiano reduce del Donbass, filogovernativo. A inviare il messaggio, intercettato dalla Digos di Torino, è stato Fabio Del Bergiolo, 60 anni, ex ispettore delle Dogane in servizio a Malpensa, candidato al Senato nel 2001 per Forza Nuova nel collegio di Gallarate. Missili, estrema destra, intrighi internazionali.
Dalla scoperta di questa trattativa è scattata nei giorni scorsi l'operazione della polizia, coordinata dalla procura torinese, che ha portato all' arresto di tre persone: per «aver detenuto e posto in vendita un'arma da guerra tipo missile aria-aria», e per essere in possesso di un arsenale di fucili d' assalto e pistole di produzione per lo più austriaca, tedesca e statunitense. L' arsenale, con un' ampia gamma di munizionamento, è stato trovato nell' abitazione dell' ex aspirante senatore, sotto il suo letto.
SEQUESTRO DI ARMI AI NAZISTI IN LOMBARDIA
Mentre il missile Matra R530, realizzato per i caccia francesi Mirage ma dimesso dall' esercito del Qatar, è stato ritrovato, nel suo involucro di trasporto, in un magazzino di Rivanazzano Terme, tra Voghera a Tortona, presso la Star Air Service, società che commercializza e ripara piccoli aerei civili. I titolari Alessandro Michele Aloise Monti, 42 anni, svizzero, e Fabio Amalio Bernardi, 50 anni, residente a Oleggio, inizialmente fermati come indiziati di delitto per il reato di vendita di armi da guerra, sono stati posti agli arresti domiciliari a seguito dell' udienza di convalida.
L' indagine della Digos, diretta da Carlo Ambra, inizia alcuni mesi fa, quando un informatore di un paese dell' Est svela agli investigatori un articolato traffico internazionale di armi, riconducibili ad aree dell' estrema destra. Tra le confidenze, fa riferimento anche a un presunto piano per colpire il ministro dell' Interno Matteo Salvini.
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Gli accertamenti della polizia, coordinata dal pool antiterrorismo della procura affidato all' aggiunto Emilio Gatti, imboccano più strade: una di queste li porta a individuare i tre soggetti, intenzionati a mettere in vendita il missile, prendendo contatti con militanti del Donbass e con un alto funzionario pubblico africano. Il piano contro Salvini si rivela subito un vicolo cieco, senza «consistenza investigativa» dicono dalla procura.
La svolta arriva nei giorni scorsi, quando gli investigatori incappano in questa «proposta di vendita per conto terzi». Così scatta il blitz a Gallarate. Nell' abitazione di Fabio Del Bergiolo vengono sequestrate una quarantina di armi, tra cui fucili d' assalto tipo «bullpup» Steyr Aug, Colt M16, in dotazione all' esercito Usa, una Steyr Mannlicher in uso ai Gis dei carabinieri. E un moschetto Carcano 91: un pezzo d'antiquariato funzionante, ma evocativo, essendo simile a quello utilizzato da Lee Oswald per uccidere John Fitzgerald Kennedy.
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In casa anche svastiche e cartelli nazisti. Messo alle stratte, ha confermato spontaneamente agli uomini dell' antiterrorismo del piano di vendere il missile. «Sono amico di Alessandro Monti, per motivi lavorativi, commercializzando aerei. Alcuni mesi fa mi ha detto di avere un contenitore con dentro un missile e che gli serviva la mia consulenza per venderlo».
L'incontro è avvenuto in un magazzino di Oriolo, nei pressi di Voghera. Qui Del Bergiolo ha visionato l' oggetto. «Abbiamo aperto il portellone e fatto scivolare fuori la testata». Ha scattato delle foto. Poi ha stimato un prezzo: tra i 450 e 500 mila euro. Successivamente il missile, del quale non si conosce il percorso fatto per arrivare in Italia, è stato trasferito a Rivanazzano Terme. «Il materiale sequestrato - spiega il questore di Torino Giuseppe De Matteis - merita la massima attenzione. Un'operazione che ha pochi precedenti investigativi in Italia».
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2. HITLER, CROCIFISSO E ODIO IL FILO NERO CHE LEGA IL PARTITO NEOFASCISTA AI MERCENARI RUSSI
Niccolò Zancan per ''la Stampa''
L' uomo che stava cercando di vendere un missile abita in un condominio rosa, davanti a due campi da tennis e un centro commerciale. Gallarate, zona dei laghi. Calma apparente. «Ma il signor Del Bergiolo passava il tempo a odiare i migranti. Li malediceva. Usava frasi irripetibili contro i vescovi che li accolgono. Per Pasqua mi ha mandato delle foto di donne nude vestite da naziste, era ossessionato dalle armi. Non so cosa pensasse di fare, ma era inquietante. Tutto sommato, sono più tranquilla di sapere che adesso è in carcere».
I vicini sapevano. Ma non fino a questo punto. Fabio Del Bergiolo, 60 anni, ex guardia doganale all' aeroporto di Malpensa, abitava qui al quarto piano con la madre. Stava dormendo quando sono arrivati per arrestarlo. Nella sua camera c' è un grande crocifisso sopra al letto, e sulla destra una foto di Adolf Hitler con Benito Mussolini.
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Dentro un vecchio armadio, gli agenti della digos hanno sequestrato una mitragliatrice Scorpion, 9 fucili da guerra, 3 fucili da caccia, 7 pistole, 306 pezzi di armi da sparo, 20 baionette, 831 munizioni di vario calibro. Alcune armi erano nascoste sotto al materasso. Ovunque: testi sul nazismo e vecchie insegne delle SS. È da questo contesto che bisogna partire. Da questo nazista dichiarato che cerca di vendere un vecchio missile di fabbricazione francese ai mercenari arruolati nella guerra del Donbass.
Non si sa molto di Fabio Del Bergiolo. Figlio di una guardia carceraria e di una casalinga, nel 2001 si è candidato con il partito neofascista Forza Nuova al Senato. Ha preso 611 voti, non è stato eletto. Due anni dopo, è stato sospeso dal lavoro di doganiere per una truffa. Era in servizio alla Svad: servizio vigilanza antifrode doganale. Ma incassava lui - così almeno in 55 casi - l' Iva sulle fatture che i passeggeri stranieri presentavano per il rimborso al momento del ritorno in patria.
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Non ci sono interviste politiche, nessun passaggio sul canale locale «Rete 55». Sparisce dai radar, ma accumula armi. Fino a quando un suo messaggio finisce nell' inchiesta sui mercenari italiani di estrema destra andati a combattere nel Donbass. È lui che sta cercando di vendere un missile del valore di 600 mila euro. «Il mio assistito è soltanto un appassionato collezionista d' armi», dice l' avvocato Fausto Moscatelli. Eppure quel messaggio sembra smentirlo. E il partito neofascista di Forza Nuova ritorna ancora da entrambi i lati della storia. In Italia, come in Russia.
La prima traccia di questo collegamento è nell' incontro che si tiene a San Pietroburgo nel marzo del 2015, dove al Forum internazionale russo organizzato dal partito Rodina con i soldi del Cremlino partecipano fra molti militanti neonazisti anche il fondatore di Forza Nuova Roberto Fiore, Luca Bertoni dell' associazione Lombardia-Russia e Irina Osipova di Rim-Giovani italo russi, successivamente vista a Mosca come interprete a fianco di Gianluca Savoini e del ministro dell'Interno Matteo Salvini.
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La seconda traccia è negli spostamenti del mercenario arruolato nel Donbass Andrea Palmeri, detto «il generalissimo». Toscano di Lucca, ex capo ultrà, si arruola dopo una lunga militanza in Forza Nuova e la conoscenza ancora di Irina Osipova. È considerato un reclutatore di mercenari. È tuttora nel Donbass a combattere da latitante con i filo russi. La terza traccia di un collegamento è questo cittadino di Gallarate con un arsenale in casa. Anche lui ha un passato in Forza Nuova.
Anche lui finisce dentro un'inchiesta che riguarda i paramilitari italiani che combattono al confine russo contro i soldati ucraini. Sono nomi e sigle che ritornano. «L'estrema destra si sta armando», dice Saverio Ferrari dell'Osservatorio italiano sulle nuove destre. «Qualcuno ipotizza apertamente di voler organizzare la lotta armata, come Alessandro Limido della Comunità Militante dei Dodici raggi di Varese.
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Altri pensano di mettere armi da parte. Il laboratorio di tutto questo è il Donbass. C'è un'intercettazione in cui un mercenario dice che proprio il Donbass potrebbe essere cioè che è stata Fiume per il fascismo nel 1919». Ecco, quindi, il filo nero che lega una casa di Gallarate fino al confine russo. L'anziana madre di Fabio Del Bergiolo è incredula: «Io non lo so cosa ci dovesse fare con quel missile. Mio figlio non mi diceva niente».