luis enrique
Guido De Carolis per il Corriere della Sera
Penalizzata dagli infortuni e dilaniata dalle polemiche. La Spagna non arriva tranquilla alla semifinale di Nations League contro l'Italia, una rivincita dell'ultimo match degli Europei quando gli azzurri trionfarono ai rigori. Il c.t. Luis Enrique litiga ferocemente con la stampa di casa.
GAVI
Motivo del contendere la lista dei convocati, senza un centravanti di ruolo («Non abbiamo un vero 9 perché sono infortunati, ma chi lo ha detto giochiamo senza punta? Magari giochiamo con due punte»), senza un giocatore del Real Madrid, una sorta di lesa maestà, con un giovane esordiente come il 17enne Gavi, con gli «italiani» Ruiz, Luis Alberto e Diaz non presi in considerazione.
MORATA
In più la squadra è decimata dalle assenze di Morata, Moreno, Marco Llorente, Dani Olmo, Gayà, Jordi Alba e Pedri. La stampa non perdona certe scelte al tecnico, lui risponde durissimo. «Non ho sentito le critiche, non vi leggo e non vi ascolto. Conosco il calcio più di voi, so come stanno i giocatori». Non proprio il ritratto della serenità. La Spagna cerca la rivincita di Wembley e non solo.
roberto mancini
Trionfare in Nations League può abbassare la pressione sulla Roja, in difficoltà anche nel girone di qualificazione a Qatar 2022 con la Svezia che rischia di scippargli il primo posto e spedirla nella tonnara degli spareggi. Luis Enrique è il meno preoccupato, guarda all'Italia di Mancini come un esempio, forse esagera con i complimenti, «è la Nazionale più forte d'Europa e una tra le migliori del mondo».
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Il c.t. della Spagna è sincero quando si dice innamorato del nostro Paese, «è un piacere immenso tornarci, amo tutto di voi, dalla lingua al cibo», ma ha un piano preciso per battere gli azzurri. «Cercheremo di avere il pallone più di loro. Non dobbiamo temerli, ma pensare come affrontarli. Sanno giocare da dietro, sanno fare bene tante cose. Cercheremo di fare la nostra partita, non aspetteremo di subire gol. Rimaniamo una squadra cattiva, difficile da affrontare. All'Europeo e ora siamo arrivati in semifinale. Vogliamo provare a vincere».
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Spagna e Italia si assomigliano per Luis Enrique, affascinato dal gioco di Mancini. «Siamo simili, mi piace l'idea di calcio che propongono gli azzurri. Mi aspettavo l'Italia protagonista agli Europei. Se hai una striscia di 37 partite senza sconfitte significa che fai le cose per bene. Mancini ha vinto ovunque è andato, è forte, l'Italia mi piace». Anche la Spagna è forte, più dei guai, delle polemiche e degli infortuni. Per gli azzurri sarà dura.
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