Antonio Barillà per “la Stampa”
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Il derby d' Italia trapiantato in Cina e rubricato come test non perde fascino, significato, valore: è l' aperitivo trend d' un campionato che Juventus e Inter vogliono aggredire, l' una per allungare un ciclo già consegnato alla storia - continuità nella discontinuità di filosofia e panchina -, l' altra per ribellarsi a otto stagioni di dittatura e lucidare tradizioni smarrite.
Rivalità senza tempo Nanchino è la capitale di Suning e il brand nerazzurro colora il Nanjing Olympic Stadium, però la Juventus ha una grande popolarità e si annuncia una bella sfida anche sugli spalti, dove sarà presente Zhang senior: già ieri le rifiniture hanno richiamato migliaia di tifosi. La voglia di grande calcio che si respira in Asia diventa curiosità nel Belpaese: il popolo aspetta risposte esattamente come Antonio Conte e Maurizio Sarri, però la coscienza del work in progress è offuscata da una rivalità senza tempo.
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Inutile che il tecnico bianconero, pur riconoscendo che mai sarà un match banale, s' affanni a ricordare il peso della condizione precaria e del caldo umido che non concede tregua. Non si dilunga nemmeno su possibili indicazioni - troppo vicino il debutto con il Tottenham per immaginare progressi nel gioco e nell' intesa -, si augura semplicemente di ripartire dal buon secondo tempo con gli Spurs e rimanda la costruzione dell' identità di squadra a Torino, quando, tra recuperi e rientri, avrà finalmente il gruppo al completo.
Non casualmente, la confidenza più intrigante riguarda la collocazione di Dybala che alla tournée non partecipa: «Penso che possa fare tranquillamente il falso nueve o agire da punta sul centro-destra nel 4-3-1-2».
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Piccole incertezze Progetti. Oggi sarà 4-3-3. E nel ruolo di centravanti si alterneranno Higuain e Mandzukic, uno in transito - il gol al debutto non sembra cambiare il destino -, l' altro cedibile (ma la fascia di capitano data a Bonucci non è un indizio: Sarri spiega, in assenza di Chiellini, di utilizzare il criterio delle presenze).
Inezie rispetto ai problemi offensivi di Conte che, emarginato Icardi e in attesa di Lukaku (sempre più dura), Dzeko e Leao, deve arrangiarsi con i baby Longo ed Esposito: oggi però schiererà Perisic, bocciato come esterno sinistro. «Sul mercato - dice il tecnico nerazzurro - saranno fatte riflessioni e prese decisioni per il bene dell' Inter, tenendo conto del campo ma anche del fair play finanziario. Certo che le decisioni possono spostare l' ago della bilancia e anche le aspettative». Sempre schietto, benché stavolta smorzi i toni: «Rassicurato nel vertice? Non ne avevo bisogno, ho sempre avuto fiducia: con il presidente e i dirigenti abbiamo parlato in modo molto sereno».
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Nessuna telefonata Per Conte, la sfida sarà ancora più emozionante: «Penso sia umano, è la prima volta che ritrovo la Juve dopo la fine del rapporto. Al fischio d' inizio, però, passerà tutto: la Juve è un' avversaria e tale mi considera. Non sono stato mai vicino al ritorno, mai ricevuto alcuna telefonata: è sempre stata l' Inter a mostrare grande affetto e grande interesse nei miei confronti e per questo sento grande responsabilità, al fine di costruire qualcosa che al momento non c' è, per cui comunque si vedono le basi».
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