Antonio G. Rebuzzi* per “il Messaggero”
*Direttore Cardiologia intensiva Policlinico Gemelli - Università Cattolica Roma
BEVANDE ZUCCHERATE
Le bibite, con zucchero o dolcificanti, gasate o non gasate, energizzanti o meno, sono tra le bevande maggiormente consumate nei paesi occidentali sia tra i ragazzi che tra gli adulti. Negli uomini forniscono mediamente il 9.3% delle calorie giornaliere.
Nelle donne l'8.2% .
Se si tiene conto che le società scientifiche raccomandano che l'energia prodotta da zuccheri nella dieta quotidiana non superi il 10%, ci si rende facilmente conto che con le sole bibite si rischia di superare tale quota. In diversi studi epidemiologici si è dimostrato che l'abitudine a bere molte bevande zuccherate durante la giornata può portare a incremento di peso, a più alto rischio di diabete a malattie cardiache ed ad ictus.
Per ciò che riguarda invece la mortalità, le opinioni sono contrastanti. L'analisi del National Health and Nutrition Examination Survey degli Stati Uniti effettuata da Qiang Yang prova una correlazione importante tra bevande zuccherate e mortalità cardiovascolare negli adulti.
IL FRUTTOSIO
ictus
Altri studi invece non trovano questo evidente rapporto, in particolare se i soggetti di studio sono giovani o se le quantità bevute non sono eccessive. Ulteriore difficoltà ad avere chiare le idee dipende dal fatto che bisogna distinguere tra bevande a base di zuccheri naturali (saccarosio, fruttosio o altro) ed altre in cui il dolcificante è artificiale. Al momento, comunque, molte società mediche provano a scoraggiare, specialmente nei ragazzi, un consumo smodato.
Nell'ultimo numero della rivista americana Circulation è stato pubblicato un interessante lavoro di Vasanti Malik università di Harvard e coll. sull'uso per lunghi periodi di bevande dolcificate (con zuccheri o dolcificanti artificiali) e rischio di sviluppare malattie cardiache o neoplastiche.
LA DOSE
problemi cardiovascolari
Sono stati esaminati dati derivati da due grossi studi epidemiologici attualmente in corso, e sponsorizzate da fondi governativi degli Stati Uniti: l'Health Professional's Follow-up Study, iniziato nel 1986, che analizza i dati epidemiologici di oltre 51.500 uomini tra i 40 e 75 anni, ed il Nurse's Health Study, iniziato nel 1976 che finora ha incluso 121.700 donne tra i 30 e 55 anni. Dall'analisi sono stati esclusi i soggetti che già all'ingresso avevano diabete, cardiopatie o malattie neoplastiche. Si è dimostrato che il consumo di bibite dolcificate con zuccheri naturali era direttamente correlato ad aumento della mortalità, in particolare cardiovascolare, in maniera dose-dipendente.
Tale aumento poteva arrivare (per coloro che bevevano oltre due bottiglie al giorno) fino al 31% in un periodo di follow up inferiore a 20 anni. Per il rischio neoplastico i valori erano decisamente minori ( 16%) e, necessitano quindi, anche secondo gli autori, di ulteriore conferma. Il consumo di bibite con dolcificanti artificiali aumentava il rischio solo nei consumatori maggiori e solo nelle donne. Tali associazioni erano comunque significative indipendentemente da età, massa corporea, tipo di attività fisica esercitata, qualità e quantità della dieta.