DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Francesco Persili per Dagospia
«à morto Schicchi, hanno arrestato il fondatore di YouPorn e Berlusconi...come sta?». Ha voglia di scherzare, Filippo Facci. L'immancabile âbionda' che gli pende dalle labbra, ma, stavolta, arriva all'Ara Pacis (per l'occasione, Faccis) senza la maschera di Sallusti: «L'ho lasciata in albergo, non posso andarci sempre in giro anche perché il direttore de Il Giornale potrebbe querelarmi: è pur sempre diffamazione...».
Filippo il bellissimo prima di salire sul palco della trasmissione Ara Pacis - il format televisivo chez Cisnetto legato alla manifestazione RomaInConTra - spiega il motivo per cui si è presentato "mascherato" da Sallusti alla prima della Scala, prendendola alta: «Quando il Lohengrin fu rappresentato per la prima volta nel 1850, Wagner non c'era: era ricercato dalla polizia tedesca e latitante in Svizzera, a Lucerna».
Ricordare l'episodio, dunque, «serve a far capire come Sallusti avrebbe dovuto essere alla Scala - in mezzo agli sponsor che strapagano spettacoli come il Lohengrin di cui nulla sanno - invece, oggi, il direttore de Il Giornale non può nemmeno muoversi da casa».
Condannato per diffamazione, come Guareschi: «Che palle âsto Guareschi - sbotta Facci - l'inventore di Peppone e Don Camillo sembra essere l'unico giornalista condannato ma anche altri colleghi tra cui Surace e, poi, anche Vincenzo Sparagna del periodico Il Male sono finiti in galera per diffamazione.
Travaglio ha scritto: «Se qualcuno ha fatto di tutto perché Sallusti finisse in galera è Sallusti». Ha avvertito una mancanza di solidarietà da parte degli altri giornalisti? «Piuttosto la mancanza di solidarietà dei magistrati di cui Travaglio è lo scriba, il ventriloquo, l'addetto stampa, l'amico, il compagno di vacanze...», chiosa sulfureo il polemista di Libero che, una volta sul palco di "Ara Faccis", si mette a cianciare di egoismo al tempo della crisi con Paolo Crepet, i giornalisti-scrittori Antonio Galdo e Armando Torno, Federico Rampini e il filosofo Giulio Giorello (questi ultimi due in collegamento) e "Shrek" Crosetto.
Tanto torpore per nulla. L'unico sussulto si registra quando Facci ricorda al gigante buono del Pdl come è andata a finire l'ultima volta che i due sono stati ospiti nello stesso talk. L'immagine dell'ex sottosegretario alla Difesa che, durante Omnibus, nel bel mezzo della discussione sul ritorno di Berlusconi, si alza e decide di lasciare gli studi de La 7, fa già parte della storia della politica e della tv. Come l'intervista esclusiva a Totò Cuffaro, realizzata a Rebibbia da Cisnetto.
L'ex governatore della Sicilia condannato a 7 anni di galera per favoreggiamento aggravato a Cosa Nostra ha perso 35 chili. Totò Vasa Vasa oggi è l'unico politico che sconta una pena in carcere. Ha il volto scavato ma si dice sereno. Si sente colpevole solo di non aver fatto di più per la sua terra e nega ogni coinvolgimento con la mafia. Racconta di aver apprezzato le visite in carcere di Casini, Follini e di Marco Pannella mentre si sente tradito da Lombardo.
Nel frattempo, continua a scrivere libri ma non ha parole rassicuranti sul futuro dell'Italia. «La seconda Repubblica è stata peggiore della prima. E la terza sarà un disastro perché non riuscirà ad istituzionalizzare la marea di protesta dell'antipolitica. Forse l'unico vantaggio che avrà la Terza Repubblica sarà quello di non avere Di Pietro». Cuffaro non potrà più fare politica ma una volta scontata la pena confessa che gli piacerebbe aiutare i detenuti.
Si filosofeggia intorno al concetto del "Non arrendersi mai" e Giorello precisa che un'espressione del genere dovrebbe essere usata solo quando le libertà sono minacciate come avviene dall'altra parte del Mediterraneo. Persona informata sui fatti è padre Paolo Dall'Oglio, fondatore della comunità monastica Deir Mar Musa in Siria, cacciato dal regime di Assad che a Dagospia racconta del desiderio di pacificazione tra cristiani e musulmani e del fenomeno di coraggio civile dei giovani che sono scesi in strada per chiedere pace, libertà e dignità .
Il pensiero del padre gesuita va alle vittime della repressione, ai 3 e milioni e mezzo di sfollati, agli studenti arrestati e torturati, alla repressione violentissima e all'immensa e colpevole omissione della comunità internazionale: «Se il peccato di omissione continua, non c'è solo il rischio ma la previsione concreta che la Siria possa trasformarsi in un nuovo Afghanistan».
In Siria si continua a morire, padre Dall'Oglio ricorda come l'Italia sia andata per decenni a braccetto con Gheddafi e Assad ma per Cisnetto è un bel casino il post-Monti con i mercati in fibrillazione, lo spread che vola e la Borsa in caduta libera. Chi tesse l'elogio dell'altruismo e chi dell'amor proprio. Intanto, una famiglia su quattro è a rischio povertà (fonte Istat).
à la stagione della ricchezza (quasi) perduta e, se vogliamo anche del piacere dimenticato, almeno a dar retta alla ricerca pubblicata dal tabloid inglese The Sun secondo cui una donna su cinque non prova l'orgasmo. L'egoismo (ma anche l'erotismo) al tempo della crisi. La sovranità nazionale è a rischio, anche il sesso dopo la scomparsa di Schicchi e l'arresto del fondatore di YouPorn non sta messo troppo bene ma il basic instinct della politica continua ad essere il desiderio di autoconservazione.
Un problema che non tocca Crosetto che si sente libero di continuare a dire ciò che pensa perché ha «una casa e un lavoro a cui, eventualmente, tornare». Ma non solo. «Non ho mai congiurato, né baciato la pantofola di Berlusconi». Il gigante buono ribadisce che il Cavaliere ha dimostrato di essere un gigante in mezzo ai nani.
Amazzoni, caporali, peones diventano nell'immaginario crosettiano «lillipuziani che pensavano di legare Silvio perché si era addormentato ma non appena Gulliver è tornato in campo sono prontamente tornati alla sua corte».
L'ex sottosegretario alla Difesa, invece, dice di fidarsi ancora di Berlusconi («Perché non dovrei?») ma sul suo futuro politico a fianco del Cavaliere prende tempo e rimanda all'appuntamento dei frondisti soft di domenica prossima con Giorgia Meloni, Mario Mauro, Taradash e Cattaneo. Sorprese nell'aria? Il «dinosauro» che il Cav. ha tirato fuori dal cilindro adesso dovrà fare i conti con Shrek.
Umberto Pizzi Relatori Relatori della trasmissione Pubblico Giampaolo Letta Giacalone Cisnetto Battista Mughini e Rizzo Giacalone Battista Mughini Rizzo e Cisnetto Giacalone Davide Giampiero Mughini Giampaolo Letta Foto di gruppo
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