Alessandro Barbera per “la Stampa”
Niente Irap per le imprese a giugno. Quando ormai è buio è Roberto Gualtieri ad annunciare ospite di Fabio Fazio l' ultima novità del maxi decreto anti-recessione. La più odiata delle tasse, quella che le imprese versano normalmente alle Regioni per finanziare la spesa sanitaria, quest' estate non dovrà essere versata. A finanziare quella spesa - oggi la priorità delle priorità - si farà fronte con l' enorme aumento del deficit e - probabilmente in autunno - con un prestito del fondo salva-Stati. Il ministro del Tesoro non lo dice esplicitamente, ma fa capire che la questione è in agenda.
conte gualtieri
Ciò che conta oggi è dare fiato all' economia: la pressione di Italia Viva e di Confindustria perché arrivasse una risposta ha avuto la meglio. Resta da capire quanto ci vorrà ancora per definire il decreto. Anche ieri la maggioranza è stata costretta ad una riunione fiume con il premier Conte. Il decreto è intitolato "Sostegno alle imprese e all' economia", l' ultima bozza conta 258 articoli e quattrocento pagine di norme.
L' impianto è definito, ma manca il sì della Ragioneria generale dello Stato alle coperture. Nella maggioranza è ancora aperta la questione del cosiddetto "reddito di emergenza": i renziani temono si tramuti in un altro sussidio indiscriminato. Il compromesso prevede che venga garantito una tantum a chi non ha altri aiuti, può dimostrare di avere un reddito familiare non superiore ai quindicimila euro l' anno e un patrimonio inferiore ai diecimila. A queste persone dovrebbero essere concessi due assegni compresi fra quattrocento e ottocento euro.
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L' altra questione delicata è la definizione degli aiuti alle imprese. Commercianti, artigiani e tutte le piccole aziende fino a cinque milioni di fatturato potranno contare su un contributo a fondo perduto fino a sessantaduemila euro: l' Agenzia delle Entrate lo concederà con bonifico bancario. Con un però: per ottenere i fondi si dovrà dimostrare un calo del fatturato pari a due terzi di quello registrato ad aprile di un anno fa. Per calcolare il valore dell' indennizzo si valuterà la differenza tra i due fatturati: sarà del venticinque per cento per i soggetti con ricavi non superiori a centomila euro, del venti per cento se i ricavi sono compresi fra centomila e quattrocentomila euro, del quindici tra quattrocentomila e i cinque milioni di euro. Le aziende più piccole avranno anche un credito d' imposta sull' affitto fino al sessanta per cento, purché dimostrino di aver avuto il dimezzamento del fatturato.
Per le aziende con ricavi fra i cinque e i cinquanta milioni - quelle su cui si è concentrato il dibattito nella maggioranza - si potrà avere uno sconto sull' eventuale ricapitalizzazione per un valore non superiore ai due milioni di euro. Chi vorrà potrà chiedere un sostegno patrimoniale allo Stato, ma ciò non comporterà la nomina di un rappresentante nei consigli di amministrazione. Per le aziende sopra i cinquanta miliardi di fatturato resta invece la norma che prevede l' intervento di Cassa depositi e prestiti. Le voci nei palazzi dicono che il giorno della verità per il decreto da cinquantacinque miliardi dovrebbe essere martedì. Twitter @alexbarbera
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