spalletti nazionale
Su Libero è Claudio Savelli a commentare la prestazione dell’Italia di ieri sera. A Wembley contro l’Inghilterra, gli azzurri di Spalletti ha subito tre gol (due volte Kane e gol di Rashford). Illusorio il vantaggio azzurro di Scamacca.
Savelli però, come anche Spalletti, guarda il bicchiere mezzo pieno:
“Il bello di Luciano Spalletti è che non fa troppi pensieri prima di schierare un giocatore. Convoca per far giocare, non per allargare il gruppo, come era solito fare il suo predecessore. Spesso i ct del passato hanno perso tempo a lamentarsi piuttosto che ad agire, nonostante fossero pagati per questo. La filosofia è “pochi ma buoni”, quando si preparano due partite. Buoni nel senso di utili, non per forza migliori in assoluto“.
scalvini
Questa la filosofia di Spalletti secondo Savelli. Per vedere gli effetti positivi però serve parecchio tempo:
“Ne consegue una Nazionale che può anche uscire sconfitta da una partita del genere, ma che gioca probabilmente i migliori 45’ dall’Europeo vinto in poi, anche in considerazione dell’avversaria che non è più l’Inghilterra acerba di due anni fa ma una squadra vicina al punto più alto di un ciclo.
Dove gli altri vedevano problemi, Spalletti trova soluzioni. L’alchimia perfetta una Nazionale può ottenerla solo per un grande evento, dopo essersi allenata insieme per un mese, non di certo durante la stagione dei club. Quindi perché cercarla? Meglio trovare una disposizione logica e funzionale alla partita che si deve affrontare, all’avversario e, soprattutto, al momento. Spalletti non si fossilizza su certi calciatori, non ha dei preferiti, tant’è che ne cambia otto tra la prima e la seconda partita. Se l’atteggiamento è questo, non ci saranno problemi nelle ultime due partite”.
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QUESTA ITALIA È UNA PALLIDA IMITAZIONE DELLE NAZIONALI DEL PASSATO (GUARDIAN)
Ci ha pensato Bellingham. Ma l’Italia per un po’ ha spaventato Wembley e la fortissima nazionale inglese. Il Guardian scrive che quella di Spalletti “è una pallida imitazione di molte squadre che l’hanno preceduta, ma avevano attirato i padroni di casa in quel tipo di lento e vuoto accumulo da cui di solito arriva poco di buono”.
bastoni
Anzi, ad un certo punto Wembley “stava per cedere a un nervosismo familiare e inquietante, un’ondata di insoddisfazione che cresceva mentre i difensori inglesi passavano la palla davanti a un centrocampo statico. L’Italia aveva iniziato come rassegnata al bullismo ma ora, con un gol in vista e con il vento palpabile nelle vele, sembrava avere i giocatori di Gareth Southgate dove volevano”.
Invece è arrivato il “Bellingham burst”: “al termine di una corsa che ha decimato la sala macchine dell’Italia e trafitto il cuore della difesa, ha teso ogni nervo per andare in punta di piedi davanti a un affondo di Giovanni Di Lorenzo e guadagnarsi il rigore che ha dato il via a un totale di resto più edificante. Aveva semplicemente servito un antipasto. Il secondo gol dell’Inghilterra è stato un trionfo: un eccezionale gol difensivo e offensivo allo stesso tempo, apparentemente costruito appositamente per mostrare ogni attributo positivo dei suoi artefici”. “Bellingham ha acceso i postbruciatori”.
LUCIANO SPALLETTI