VIDEO - IL CONCERTO DI JENNIFER LOPEZ IN MAROCCO
Chiara Maffioletti per il “Corriere della Sera”
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Passi per la non castigatissima camicia di pizzo nera, indossata con un reggiseno birichino (color carne), alla conferenza stampa prima del concerto. Ma il body piuttosto minimale, la grinta da femme fatale e soprattutto le pose e gli ammiccamenti super sexy di Jennifer Lopez sul palco del festival Mawazine di Rabat, no, non sono proprio piaciuti al Partito della Giustizia e dello Sviluppo (Pjd, islamista), al governo in Marocco.
«Riprovevole e inaccettabile, oltre che contro la legge». Così il ministro delle Comunicazioni Mustafa Al Jalfi ha definito, su Twitter, la scelta di trasmettere sulla tv pubblica lo show della cantante americana, dando il via a quello che in poche ore è diventato un caso politico giocato tra valori culturali e stacchi di coscia. Da una parte c’è chi sostiene che se inviti Jennifer Lopez a un festival, non puoi aspettarti che canti in dolcevita. Dall’altra però, c’è stato anche chi si aspettava un «adattamento» della sua esibizione, in base al contesto.
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Tra questi, il deputato del Pjd Abdessamad Al Idrissi, che su Facebook ha tuonato: «Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a questa vergogna, un assalto ai valori del popolo e della nazione». Il concerto (detonato in tutte le case marocchine munite di tv) si sarebbe dunque rivelato, secondo molti islamisti, un «assalto alla pubblica decenza». Non è la prima volta che si gioca il match tra donne dello spettacolo e mondo musulmano.
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In passato, hanno rinunciato a esibirsi in paesi islamici non solo Beyoncé — che per due volte ha annullato un suo concerto in Malesia essendo lì giudicata «troppo provocante» —, ma anche tipologie femminili meno appariscenti come Avril Lavigne. L’esile cantante canadese aveva dovuto cancellare un suo show (sempre in Malesia) perché «troppo sexy» e quindi «un cattivo modello per i giovani».
Critiche che, negli anni, non hanno risparmiato nemmeno Shakira: il suo video di «Can’t remember to forget you», girato con Rihanna, nei paesi arabi è stato travolto da accuse feroci. Colpevole, tra l’altro, di «promuovere i rapporti omosessuali».
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