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    KEBAB, CHE NOIA – PISTOIA, VERONA E ORA ANCHE GENOVA: L’OFFENSIVA DEI SINDACI CHE NON VOGLIONO GLI SPIEDONI TURCHI NEI CENTRI STORICI – MA LE PERSONE CONTINUANO A GUSTARSELO NONOSTANTE I DUBBI SULL’IGIENE E SULL’ORIGINE DELLA CARNE…


     
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    Matteo Indice per “la Stampa”

     

    salvini kebab salvini kebab

    Per bloccare le nuove rivendite di kebab hanno creato una zona rossa, virtuale ma militarmente evocativa. Succede nella Genova guidata da Marco Bucci, ex manager dai trascorsi americani e trionfatore alle elezioni dell' anno scorso grazie all' appoggio leghista: la sua giunta ha appena approvato un' ordinanza che bandisce dal centro storico più grande d' Europa gli spiedoni di carne importanti cinquant' anni fa nel vecchio continente dai turchi, e lo stesso provvedimento inibisce la nascita di qualunque ristorante non cucini secondo «tradizioni europee».

     

    La diffusione del multietnico

    MARCO BUCCI MARCO BUCCI

    Il punto è che quello genovese - non è molto chiaro come si comporterebbero con un fast food targato McDonald' s, ma uno l' ha inaugurato quando la linea dura non c' era - rappresenta allo stato il vertice d' una tendenza in accelerazione, che ha per denominatore comune l' offensiva contro l' etnico sul quale il consenso in realtà non cala.

     

    Incrociando i report di Coldiretti e Nielsen si scopre che nei primi tre mesi del 2018 ne hanno consumato 15 milioni d' italiani e almeno una volta all' anno lo fa il 75% della popolazione, sebbene su un centinaio di porzioni l' emblematico kebab non ne rappresenti ormai più di 5 o 6. Non solo: l' affondo a trazione prevalentemente leghista, in atto da Nord a Sud, fa lievitare un trend che aveva registrato adesioni finora bipartisan, basti pensare che a Firenze le restrizioni furono imposte tempo fa da Matteo Renzi nella veste di primo cittadino.

    un naan di kebab un naan di kebab

     

    E così il 2018 si sta consolidando come l' anno (più) orribile in primis del kebab, e a cascata di altre pietanze esotiche d' uso comune. Al di là di qualche legittimo dubbio sulla composizione dei piatti, metterli al bando serve a confortare le associazioni dei produttori italiani e a dare risposte immediate sulla presunta difesa del decoro nei centri storici, scorciatoie dal ritorno veloce che a sindaci in perenne caccia di consenso piacciono parecchio.

     

    doner kebab doner kebab

    A fine aprile è stato Alessandro Tomasi da Pistoia, il primo di destra dal Dopoguerra, a fare tabula rasa dalla città vecchia delle future rivendite, condendo il diktat con un divieto alle insegne in lingua straniera.

     

    Pistoia e Verona, linea dura

    «L' obiettivo - ripete conquistando applausi multicolore - è garantire tradizioni italiane e pulizia: se un turista viene da noi, non credo lo faccia per mangiare certe cose. E poi il provvedimento non sarà retroattivo».

     

    KEBABBARI PIGNETO KEBABBARI PIGNETO

    Mentre il genovese Bucci l' aveva messa giù senza scomodare nazionalismi - «il kebab nei vicoli è una criticità a prescindere da un proprietario pakistano o ligure: se c' è da fare la paella non è un problema, lo sono le derive di specifiche attività» - qualcuno prova a capitalizzare l' escalation in periferia.

     

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    E a Verona, dove Flavio Tosi fu pioniere dell' embargo e i cugini veneziani dopo i blocchi hanno imposto restrizioni a chi c' era già, Lega e Verona Pulita chiedono al Comune di «bloccare i kebabbari» dalla terza circoscrizione in poi, per estendere la superficie off-limits di fatto all' intera area urbana.

     

    «Sono danneggiati i negozi tipici - ha ribadito Nicolò Zavarise, presidente del Municipio apripista - la nostra è salvaguardia, non siamo contro la libera concorrenza».

     

    KEBAB KEBAB

    I comuni bocciati in passato

    Proprio qui stanno le spine. Da una parte il kebab è infatti un bersaglio perfetto: l' Ue stava per metterlo fuorilegge a fine 2017 per le controverse statistiche sulla presenza di fosfati, graziandolo in extremis poiché delle 500 tonnellate consumate ogni giorno dagli europei, l' 80% si materializza in Germania con annesso indotto.

     

    E però non va dimenticato che in Italia l' Antitrust aveva già cassato nel 2013 qualche paese più piccolo, che sulle spinte d' una Lega ancora nordista aveva provato a fare più o meno quel che s' imbastisce oggi su larga scala. Si erano quindi schiantati Bregnano e Rovello Porro in provincia di Como, Capriate San Gervasio nel Bergamasco e Ceriano Laghetto (Monza e Brianza).

    KEBABBARI PIGNETO KEBABBARI PIGNETO

     

    «Le delibere - scriveva l' Autorità garante - introducono un elemento di rigidità, in contrasto con la concorrenza stessa. E a farne le spese potrebbero essere i cittadini, ritrovandosi prezzi più elevati proposti da chi resta».

     

    L' appoggio multicolore

    Al momento lo spauracchio burocratico-giudiziario resta comunque l' ultima delle preoccupazioni, anche perché il governo Renzi nel 2016 fornì deroghe particolari agli amministratori desiderosi di proteggere le aree di pregio, e la simil-crociata dilaga al Centro-Sud.

    DARTH VADER PREPARA IL KEBAB DARTH VADER PREPARA IL KEBAB

     

    A Salerno di nuovo Coldiretti chiama alla difesa dei prodotti locali individuando nel kebab il nemico pubblico; a Roma in varie circoscrizioni ci prova da un po' il Pd, messo all' angolo dall' unione dei commercianti che già un anno fa pensavano d' allargare i vincoli a San Lorenzo, Città Giardino, Pigneto e Trionfale. La strada pare insomma segnata, ancorché un argine si materializzi a Milano ormai in costante contro-tendenza: qui, come a Torino, prevale l' approccio soft e di ordinanze anti-etnico al momento non si parla.

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