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    DA SINDONA A GIANNI AGNELLI PASSANDO PER LIGRESTI, L’ARCHIVIO STORICO DI MEDIOBANCA CUSTODISCE DAVVERO DOCUMENTI BOMBA SU QUESTO DISGRAZIATO PAESE. MA DISPONIBILI PER LA VISIONE ONLINE SOLO FOLKLORE: LA TESSERA DA PRATICANTE GIORNALISTA DI MARANGHI E IL MEMORANDUM SULLA SITUAZIONE POLITICA ITALIANA SCRITTO DA ADOLFO TINO E UGO LA MALFA CHE ENRICO CUCCIA SI CUCÌ NELLA GIACCA NEL ’42 PER PORTARLO A LISBONA…


     
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    Marcello Zacché per "il Giornale"

    DISEGNO DI FABIO SIRONI - CESARE ROMITI GIANNI AGNELLI ENRICO CUCCIA E DE BENEDETTIDISEGNO DI FABIO SIRONI - CESARE ROMITI GIANNI AGNELLI ENRICO CUCCIA E DE BENEDETTI enrico cuccia02 lapenrico cuccia02 lap

    Che Enrico Cuccia sia stato il banchiere più importante del¬la storia d'Italia, gran tessitore degli equilibri del nostro capita¬lismo dal dopoguerra alla fine del secolo, è cosa arcinota. Me¬no lo è il fatto che all'inizio del 1942 si cucì nella giacca un do¬cumento scottante per portarlo a Lisbona, spedito in missione dalla Banca Commerciale Ita¬liana, e consegnarlo nelle mani dell'am¬basciatore Usa Geor¬ge Kennan: si tratta¬va del memoran¬dum sulla situazio¬ne politica italiana, scritto dal futuro pre¬sidente di Medio¬banca Adolfo Tino con Ugo La Malfa e tradotto in messaggio degli antifascisti ita¬liani. Kennan lo inoltrò al conte Carlo Sforza, antifascista esule in Usa, che lo fece pubblicare sul New York Times del 28 giugno.

    Da oggi l'intero documento, con la sua storia, è consultabile on line nell'Archivio Storico Mediobanca «Vincenzo Maran¬ghi» ( www.archiviostoricome¬diobanca.mbres.it), curato e di¬retto da Fulvio Coltorti, che ve¬de la luce dopo due anni di lavo¬ro di ricerca e digitalizzazione di una marea di materiale con¬servato in Piazzetta Cuccia. L'archivio di Mediobanca, per la segretezza e la riservatezza dei temi e dei personaggi passa¬ti dall'istituto, è sì e no un gradi¬no sotto a quello di Stato.

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    Quasi al confine tra realtà e leggenda. Per questo i documenti con¬sultabili al momento non sono esaustivi delle segrete storie di poteri forti. Ma è un inizio im¬portante: di qui ai prossimi due anni Coltorti lavorerà per digita¬lizzare nuovo materiale, fino a rendere pubblici tutti i docu¬menti disponibili, anche quelli relativi a operazioni e affari ri¬servati, a condizione però che siano passati i 40 anni previsti dalla legge per la segretezza de¬gli archivi.

    Già ora, comunque, il materiale storico, gli inediti, i personaggi raccontati e le curio¬sità sono notevoli. Come la ri¬produzione della tessera del¬l'Ordine dei giornalisti rilascia¬ta nel 1961 al «praticante» Ma¬ranghi Vincenzo, a definitiva te¬stimonianza di come il futuro amministratore delegato del¬l'istituto, a cui è intestato l'ar¬chivio, avesse iniziato la carrie¬ra militando proprio in quella categoria - i giornalisti - da cui si tenne ben alla larga fino all'ulti¬mo dei suoi giorni.

    E tra le chic¬che c'è anche una foto di Indro Montanelli con dedica al¬l'amica Giancarla Vollaro, se¬gretaria di Cuccia dal '62, riser¬vata fino al paradosso: «Come sta il dottor Cuccia?», le chiede¬va Montanelli. «Non lo vedo da un mese» rispondeva uscendo dal suo ufficio.

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    Tra le schede sui personaggi, ricche di storie e immagini, ol¬tre a quelli citati ci sono anche il primo presidente Eugenio Ro¬sasco, Raffaele Mattioli, Leo Va¬liani, e Francesco Cingano. Tra le pubblicazioni le copie inte¬grali del Calepino, di Indici e da¬ti, delle Principali società italia¬ne dal 1947 in poi, oltre alle mo¬nografie prodotte dall'Ufficio Studi e da R&S.

     

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