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L'ARGENTINA, IL BUEN RETIRO DEI NAZISTI - NEI DOCUMENTI DECLASSIFICATI DAL PRESIDENTE MILEI SI SCOPRONO I DETTAGLI DELLA VITA DEI GERARCHI NAZISTI FUGGITI IN SUDAMERICA (E FINANZIATI DALLE BANCHE SVIZZERE) - JOSEF MENGELE, DOTTORE DEGLI ESPERIMENTI NEI CAMPI DI STERMINIO NAZISTI, ARRIVO' A BUENOS AIRES NEL 1949. CAMBIÒ IL SUO NOME IN "GREGOR HELMUT" E GLI VENNE RILASCIATO UN PASSAPORTO DALLA CROCE ROSSE INTERNAZIONALE - ADOLF EICHMANN CAMBIO' LA SUA IDENTITA' IN "RICARDO KLEMENT" FINO ALLA CATTURA DA PARTE DEL MOSSAD...
Estratto dell'articolo di Alessandra Coppola per www.corriere.it
ARGENTINA - NASCONDIGLIO NAZISTA NELLA GIUNGLA
Cartellina 1, arancione pallido, numeri stampati in nero, e a penna rossa: «Jose F. Menguele» (sic). Foglio 4: «Arrivato nel Paese il 20 giugno 1949; professione: costruttore… sollecita un certificato di buona condotta per recarsi in Cile…». E lo ottiene, perché il feroce dottore degli esperimenti nei campi di sterminio nazisti, Josef Mengele, ha trovato in Argentina rifugio e una nuova esistenza immacolata.
Già al Foglio 5 il nome è cambiato in «Gregor Helmut», serenamente arrivato a Buenos Aires «a bordo della nave Philippa… con passaporto in corso di validità rilasciato dalla Croce Rossa Internazionale». E con questa identità fasulla si nasconderà in Sudamerica fino alla morte, in Brasile, nel 1979.
È un pezzo di Storia nera già recuperato negli ultimi ottant’anni; ora, però, è per la prima volta consultabile da tutti, online, nella pagina dell’Archivio Generale del governo argentino, colori compresi, dopo un lavoro di restauro e scansione.
Promessa mantenuta dell’imprevedibile presidente della Repubblica Javier Milei al Centro Simon Wiesenthal che, dopo decenni di caccia ai nazisti lungo la cosiddetta «rotta dei topi» (dall’inglese «ratline»), è adesso sulla pista dei soldi.
In particolare: in che misura il Credit Suisse avrebbe finanziato l’espatrio dei criminali del Terzo Reich? La domanda continua a essere posta perché la risposta fornita al termine di un’indagine interna dall’Istituto bancario è stata considerata incompleta.
Lo ha appena sottolineato una Commissione d’inchiesta del Senato Usa, che ha fatto rapporto lo scorso 5 gennaio: «Sono state nascoste informazioni»; e dunque sarebbero ancora tenuti coperti conti correnti di complici di Hitler nei quali sarebbero confluiti beni depredati agli ebrei.
ARGENTINA - NASCONDIGLIO NAZISTA NELLA GIUNGLA
Nelle carte desecretate potrebbe trovarsi ora traccia dell’uso che di questi soldi è stato fatto a sostegno della fuga dei nazisti in Sudamerica (ragione della famigerata operazione degli ex SS chiamata «Odessa») per sfuggire al processo di Norimberga e a ogni altra forma di giustizia. Ma non solo: potrebbe scoprirsi un ruolo precedente svolto dalla «colonia tedesca» in Argentina nel finanziamento del Partito Nazionalsocialista e nel consolidamento del potere di Hitler, via Svizzera.
Il complesso delle carte — 1.850 fogli — è stato già consegnato in copia al Centro Wiesenthal di Buenos Aires, che non anticiperà i risultati, fa sapere, fino alla chiusura della inchiesta prevista per il 2026. […]
Ripercorrerà i dettagli della vita agreste a Tucumán del burocrate dello sterminio Adolf Eichmann, sotto la finta identità di «Ricardo Klement» impiegato nella ditta Capri, fino alla cattura del Mossad e all’esecuzione in Israele; del ruolo pubblico, senza nemmeno un nome di fantasia, del boia delle Fosse Ardeatine, Erich Priebke, nel rifugio montano di Bariloche, fino all’estradizione e al processo in Italia.
Che ci si ritrovi davvero qualcosa di consistente resta dubbio, spiega Raul Kollmann sul quotidiano Página 12, perché «i documenti più compromettenti sono stati distrutti negli anni». E soprattutto perché il materiale di concreta rilevanza si trova (ancora) negli archivi della Banca Centrale e delle Forze Armate, non in quello del Governo.
Intanto il gesto di Milei è coerente con l’allineamento agli Usa (promosso dall’amministrazione Biden, la richiesta del Senato di Washington sui conti dei nazisti è ora appoggiata anche dal governo Trump); e con l’amicizia nei confronti di Israele, rafforzata anche dall’avvicinamento alla religione ebraica.
Quanto al dossier Mengele, il più consistente, emerge una conferma: Buenos Aires, pur conoscendone esattamente la posizione e le attività, non l’ha disturbato né ha mai avviato le ricerche fino al 1960, quando il medico era già fuggito in Paraguay e poi in Brasile.
Dove annegherà in seguito a un ictus, sepolto sotto falso nome, ritrovato nel 1985, le analisi sul suo corpo fondative per l’Equipe argentina di antropologi forensi che sarà protagonista della ricostruzione della sorte dei desaparecidos. […]
JOSEF MENGELE
adolf eichmann 2
il processo a adolf eichmann 1
erich priebke il boia delle fosse ardeatine
IN ARGENTINA SCOPERTA UNA LISTA DI 12MILA NAZISTI E DI CONTI CORRENTI BANCARI
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