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DAGONOTA
Erano giorni che il Ducetto confidava ai petali del Giglio Magico: “Tranquilli per Finmeccanica. Ho io il nome” . Ed il Cerchio toscano ha subito pensato a quel Lorenzo Simonelli di General Electric, il cui principale merito è quello di essere stato battezzato a Rignano sull’Arno.
Invece, il Cazzaro aveva in mente Alessandro Profumo: un uomo per tutte le stagioni. McKinsey, Unicredit (via Allianz) ed infine Montepaschi. Alessandro ha un grande merito: la capacità ad accumulare liquidazioni.
Dalla banca milanese ha preso 40 milioni, contestati dalla Banca d’Italia. Insieme a quelli raccolti a Siena ha rilanciato Equita, una Sim che intermedia titoli azionari. E chissà quanti titoli Finmeccanica ha intermediato? In Borsa non hanno preso bene l'indicazione: le azioni Leonardo scendono ad una velocità 5 volte più rapida dell'indice.
Ma il conflitto d’interesse non alberga nella mente di Matteo Renzi, visto il modello di morale ricevuto dal padre (caso Consip su tutti). E chissà quale “mission” l’ex premier ha assegnato a Profumo sul futuro di Finmeccanica. Non è certo un banchiere (per quanto blasonato di 190 centimetri) l’uomo giusto per recuperare le commesse perse o non acquisite durante la gestione Moretti.
Può essere, però, l’uomo giusto a spacciare per “integrazione europea” quella che in realtà potrà diventare una svendita di Finmeccanica (o Leonardo, come si chiama): magari proprio a Airbus, facendola diventare la partecipazione militare dell’azienda francese.
E’ risaputo che Alessandro non conosce il mercato del settore. Così, come foglia di fico, Renzi mette Giulianini quale direttore generale. E per fare il piacione, suggerirà una donna come presidente di Finmeccanica. Da un punto di vista industriale, quella di Profumo appare come una scelta al limite della scelleratezza; che può solo nascondere o coprire chissà quali strategie finanziarie sotterranee.
Da un punto di vista politico, invece, la scelta di Renzi a favore di Profumo fa un favore unico ai grillini. Se il Rottamatore recupera per la prima azienda manifatturiera del Paese un personaggio come Alessandro è segno che il “cambiamento” invocato al Lingotto è sono sulla carta. Insomma, “chiacchiere e distintivo” (o tanto business personale). E poi li chiamano "populisti"...
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