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    “PERCHÉ, IN UNA NOTTE DI MALTEMPO, I MARINAI DEL BAYESIAN SI SONO FERMATI IN RADA E NON IN PORTO?” – I DUBBI DELL’EX DEPUTATO E VELISTA ANDREA MURA SUL NAUFRAGIO DEL VELIERO DEL TYCOON INGLESE MIKE LYNCH, A PALERMO: “FORSE PENSAVANO CHE LA BARCA FOSSE COSÌ ECCEZIONALE DA REGGERE TUTTO,  O FORSE NON ERANO ADDESTRATI PER LE EMERGENZE. COMUNQUE È GRAVE CHE SI SIANO MESSI IN SALVO SENZA TRASCINARE FUORI GLI OSPITI" - "ERA UNA BARCA ECCEZIONALE, MA NON NASCE PER SITUAZIONI ESTREME.  LA VERA DOMANDA È…”


     
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    Estratto dell’articolo di Elena Dusi per "La Repubblica"

    andrea mura m5s 3 andrea mura m5s 3

     

    “Il Bayesian era una barca eccezionale” esordisce il navigatore Andrea Mura, che a marzo è diventato il quinto italiano ad aver completato il giro del mondo a vela in solitaria. “Però non è quella che avrei scelto per affrontare una tempesta”.

     

    Perché?

    yacht bayesian yacht bayesian

    “Sono barche di lusso, stupende in ogni dettaglio, ma non nascono per situazioni estreme come quella dell’alba di lunedì”.

     

    Quale potrebbe essere stato il suo punto debole?

    “Premetto che […] le mie ipotesi non pretendono di essere verità. Il vento quella notte potrebbe aver raggiunto gli 80 nodi, o quasi. Sono circa 150 chilometri all’ora, qualcosa di difficilmente immaginabile nel Mediterraneo. […] Le onde, la resistenza opposta al vento dall’albero altissimo e dallo scafo potrebbero aver fatto sdraiare la nave su un fianco”.

     

    affondamento dello yacht bayesian affondamento dello yacht bayesian

    Può capitare che le barche a vela si sdraino, ma non per questo affondano.

    “Non è sempre vero. […] Da quel che so la notte del tornado aveva la deriva alzata e magari teneva anche il tambuccio, cioè l’ingresso per scendere nelle cabine, aperto per rinfrescare l’interno.

     

    E’ possibile anche che gli oblò si siano spaccati quando il fianco della nave si è piegato e che il portellone di poppa che ospita il gommone di servizio non fosse ben chiuso. In una situazione così l’acqua entra a centinaia di litri al secondo. La barca non riesce a raddrizzarsi neanche quando la raffica è finita e va a fondo”.

     

    “Erano ancorati in rada, dove il fondale in genere è basso. La deriva tutta abbassata arriva a 10 metri di profondità, potrebbero averla alzata per non toccare sotto. Hanno perso però stabilità, perché la deriva abbassata contrasta la forza del vento che tende a piegare la barca di lato, soprattutto quando hai un albero di 75 metri, il più alto del mondo, a fare leva”.

     

    il veliero bayesian poco prima di colare a picco davanti a porticello, palermo il veliero bayesian poco prima di colare a picco davanti a porticello, palermo

    Il Bayesian ora si trova a 50 metri di profondità, non su un fondale basso.

    “Ho sentito che durante la tempesta il vento e la corrente lo trascinavano a due nodi e mezzo, piuttosto velocemente. Un segno, forse, che l’ancora aveva perso la presa”.

     

    […] Cosa può fare a quel punto l’equipaggio?

    “Con la barca scuffiata il motore e le pompe si ritrovano fuori dall’acqua e non servono più. L’allagamento o magari un fulmine, visto che l’albero era il più alto della zona, mettono fuori gioco l’impianto elettrico. […] La domanda da farsi, nel caso del Bayesian, è piuttosto un’altra”.

     

    Quale?

    “Perché in una notte di maltempo, in cui il meteo ti avverte di guai in vista, il cielo è brutto, a bordo hai ospiti che non sono marinai, ma gente in vacanza, non te ne stai tranquillo in porto? Perché decidi di fermarti in rada sapendo che, bene che vada, non chiuderai occhio per controllare che l’ancora tenga e il tempo non peggiori? […] Forse i marinai del Bayesian […] pensavano che la barca fosse così eccezionale da reggere tutto. Forse non erano addestrati per le procedure di emergenza. In ogni caso è molto grave che si siano messi in salvo senza provare a trascinare fuori gli ospiti” […]

    LA TRAGEDIA DELLO YACHT BAYESIAN A PALERMO LA TRAGEDIA DELLO YACHT BAYESIAN A PALERMO

     

    Il Mediterraneo sta diventando un mare da prendere con le molle?

    “Di sicuro. Tutto è diventato più imprevedibile, violento. Vado in barca dall’età di 4 anni e ne ho quasi 60. Di tempeste ne ho viste, ma trovo che il Mediterraneo oggi sia diventato più insidioso di un oceano. […] Il Mediterraneo oggi è una grande pentola, sempre più bollente, circondata da terre, con correnti d’aria fredde che scendono da nord e altre calde che salgono da sud. Si scontrano nel mezzo, e la violenza di tempeste e tornado non ti permette più distrazioni”.

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