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Sarah Martinenghi per la Repubblica
È stato lui. Anche per la Corte d'assise d'appello Michele Buoninconti ha ucciso la moglie Elena Ceste. Il vigile del fuoco di Costigliole d'Asti è stato condannato a 30 anni, la stessa pena già inflitta in primo grado. "Non avevamo dubbi, non c'erano elementi diversi per arrivare a una sentenza diversa" hanno commentato l'avvocato Debora Abate Zaro che assiste insieme a Carlo Tabbia la famiglia della vittima.
Elena Ceste, madre di quattro figli, era scomparsa il 24 gennaio 2014. Ma il suo cadavere era stato ritrovato il 18 ottobre 2014, a poca distanza da casa, in un canale di scolo. La vittima era nuda e il corpo coperto di rovi. Nel mesi antecedenti il ritrovamento, più volte il marito era comparso in tv per lanciare appelli: l'uomo, arrestato il 29 gennaio 2015, si è sempre professato innocente.
Michele Buoninconti marito di Elena Ceste
Difeso dagli avvocati Enrico Scolari e Giuseppe Marazzita, Buoninconti aveva provato a chiedere in appello alcune nuove perizie, respinte però dalla corte. Una in particolare era sulle condizioni del cadavere di Elena: il consulente di parte sosteneva che la vittima avesse una frattura del l'osso del coccige compatibile con una caduta accidentale.
Per il perito dell'accusa, invece, la "lesione" era semplicemente il segno dei denti di una una nutria che aveva rosicchiato i poveri resti. Secondo la difesa, inoltre, la donna sarebbe uscita di casa svestita perché in preda a una crisi psicotica. Sarebbe caduta e la morte sarebbe sopraggiunta per assideramento. Per l'accusa invece, sostenuta dal pm Laura Deodato, Elena Ceste è stata uccisa dal marito per gelosia, strangolata subito dopo la doccia, dopo la scoperta di alcune chat della moglie: un omicidio premeditato e aggravato dalla crudeltà.
ELENA CESTE
ELENA CESTE
ELENA CESTE E MICHELE BUONINCONTI
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