Chiara Merico per la Verità
MAURO MORETTI
Si scrive spending review, si legge utopia. Perché in effetti, in tempi di crisi e con le casse statali che piangono miseria, leggere del trattamento economico che le aziende pubbliche riservano ai loro manager suscita più di un interrogativo. Sotto i riflettori è finito ancora una volta Mauro Moretti: l' ex amministratore delegato di Leonardo (già Finmeccanica) ha concluso ieri il suo mandato alla guida della società e ha ricevuto una buonuscita da 9,4 milioni di euro.
marina grossi pierfrancesco guarguaglini
«Un' indennità compensativa e risarcitoria», si legge nel comunicato diffuso dal gruppo Leonardo, «pari a 9,262 milioni di euro oltre alle competenze di fine rapporto» ai quali bisogna aggiungere «un importo di 180.000 euro, a fronte di rinunce specifiche effettuate dall' ingegner Moretti nell' ambito della risoluzione del rapporto». Fa appunto oltre 9 milioni e 400.000 euro, che sommati agli stipendi ricevuti da Moretti nel corso dei suoi tre anni alla guida di Leonardo (secondo quanto risulta a La Verità, 1,44 milioni di euro nel 2014, per i circa sette mesi e mezzo in cui ha ricoperto il ruolo di amministratore delegato e direttore generale del colosso dell' aerospaziale e della difesa, e 1,67 milioni nel 2015), portano a un totale di circa 12,4 milioni di euro.
ALESSANDRO PANSA
Come ha tenuto a precisare Leonardo, la buonuscita «è stata determinata in linea con le disposizioni di legge e di contratto applicabili, nonché in conformità e in coerenza con quanto indicato nella politica di remunerazione adottata da Leonardo». In più a Moretti «non è stato assegnato alcun corrispettivo non essendo stato previsto il vincolo di concorrenza successivo alla cessazione del rapporto».
Ma, precisazioni a parte, il caso del manager prova che la strada della riduzione della spesa pubblica non passa certamente dalle buste paga dei manager di Stato. Intendiamoci: anche i suoi predecessori alla guida dell' allora Finmeccanica avevano ricevuto sontuosi trattamenti di fine rapporto, dai 4 milioni di euro liquidati nel 2011 a Pierfrancesco Guarguaglini ai 5,4 milioni riconosciuti nel 2014 ad Alessandro Pansa.
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Ma da allora a oggi siamo passati attraverso gli annunci del governo Renzi, che proprio nel 2014, poco dopo essere entrato a Palazzo Chigi, aveva previsto, nell' ambito del piano di spending review messo a punto dall' allora commissario Carlo Cottarelli, una forte riduzione degli stipendi dei manager pubblici. L' idea di Cottarelli era abbassare la soglia delle retribuzioni al di sotto dei 248.000 euro annuali riconosciuti al presidente della Repubblica: un' ipotesi che aveva scatenato le ire proprio del solito Mauro Moretti, all' epoca amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, con una busta paga di tutt' altra entità.
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«Non c' è dubbio che me ne andrei», aveva tuonato. «Io prendo 850.000 euro all' anno e il mio omologo tedesco ne prende tre volte e mezzo tanti. Siamo delle imprese che stanno sul mercato ed è evidente che sul mercato bisogna anche avere la possibilità di retribuire per poter fare sì che i manager bravi vengano dove ci sono imprese complicate e dove c' è del rischio ogni giorno da dover prendere».
E non si può certo dire che Moretti non abbia tenuto il punto: infatti, dal perimetro dell' intervento di spending review sono rimasti esclusi i dirigenti delle aziende quotate a partecipazione pubblica, come Eni, Enel, Terna, Snam e appunto Finmeccanica, ora Leonardo. E guarda caso il supermanager, lasciata la poltrona di ad delle Ferrovie, ha praticamente raddoppiato gli emolumenti, passando dagli 850.000 euro all' anno alle buste paga da oltre 1 milione e mezzo di euro ricevute durante la sua permanenza al vertice di Leonardo.
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Una retribuzione, ha spiegato la società nella relazione sulla remunerazione dei manager, le cui «componenti fisse e variabili si posizionano sul più basso quartile di mercato, con riferimento al panel nazionale, ed al di sotto del più basso quartile di mercato, con riferimento al panel internazionale». Insomma in linea con gli standard italiani ed europei, ma non certo con l' esigenza di tagliare le spese. Tanto più che sulla testa di Moretti pende una sentenza di primo grado a 7 anni per la strage di Viareggio.
mauro moretti maurizio gasparri
Non a caso le polemiche non sono mancate. Il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri si è chiesto: «Quanti vitalizi vale la scandalosa liquidazione di oltre 9 milioni di euro che Leonardo intende pagare al suo ex amministratore, Moretti? Ci diranno che era tutto scritto nei contratti, che è la logica di mercato. Tuttavia, in una fase di giusta esigenza di moralizzazione in ogni ambito pubblico, a cominciare dal Parlamento che deve dare chiari esempi, è semplicemente vergognoso questo trattamento principesco per Moretti. Una buona uscita da nababbi per pochi anni di lavoro che va bloccata con immediatezza. Così come le procedure di trasparenza che dobbiamo applicare al Parlamento per indennità e vitalizi vanno estese a tutti i livelli degli ambiti pubblici».
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