1. PUTIN FIRMA LEGGE PER CONFISCARE BENI A CHI CRITICA GUERRA
vladimir putin in treno
(ANSA) - Vladimir Putin ha firmato una legge che prevede la possibilità di confiscare beni e proprietà alle persone condannate in base alla legge che vieta la "diffusione di informazioni sulle forze armate" che dovessero essere ritenute "false" dalle autorità russe, e che di fatto colpisce chi condanna l'invasione dell'Ucraina. Lo riporta l'agenzia Interfax. In Russia c'è una legge che prevede fino a 15 anni di reclusione per la diffusione di informazioni sull'esercito che dovessero essere giudicate "false" dalle autorità e fino a 7 anni per chi è accusato di "screditare" l'esercito.
DISCORSO DI FINE ANNO 2023 DI VLADIMIR PUTIN
2. PUTIN CORRE DA SOLO
Estratto dell’articolo di Anna Zafesova per "la Stampa"
«Sono nemici del popolo, meno male che ora abbiamo le loro liste». Il propagandista televisivo Vladimir Solovyov apre un nuovo capitolo della dittatura putiniana, ringraziando davanti alle telecamere il politico pacifista Boris Nadezhdin per aver mobilitato i russi contrari alla guerra a firmare per la sua candidatura alla presidenza.
VLADIMIR PUTIN INTERVISTATO DA TUCKER CARLSON
Un brivido scende lungo la spina dorsale di almeno 100 mila persone, i firmatari che hanno consegnato al regime nomi, cognomi, indirizzi e numeri dei documenti di identità, ma il sangue gela anche a chi non si era fidato di apporre la propria firma: è il termine stesso, «nemici del popolo», il marchio infamante con il quale si spariva nel Gulag, a essere rimasto un tabù per 70 anni, dalla morte di Stalin.
La macchina delle repressioni ormai non si ferma nemmeno per la campagna elettorale, e mentre Vladimir Putin si sta preparando a farsi proclamare presidente per la quinta volta, una nuova ondata di epurazione del dissenso è in corso in Russia, con metodi che ormai non hanno nulla di "soft power".
VLADIMIR PUTIN
Una delle ultime vittime della messa al bando è Liudmila Ulitskaya, i cui libri sono stati ritirati dalle biblioteche di Mosca. Non c'è nessun decreto, nessuna incriminazione ufficiale, come accaduto due mesi prima a Boris Akunin, il giallista proclamato dal governo russo «terrorista ed estremista». Ma un impiegato anonimo di una biblioteca di Mosca rivela al sito Agentstvo che i romanzi della ottantenne scrittrice russa – da anni nella rosa dei potenziali Nobel per la letteratura – non solo non vengono più consegnati ai lettori, ma è stato deciso di inviarli al macero. La colpa di Ulitskaya è di quelle che oggi non si perdonano: non solo è contraria all'invasione dell'Ucraina, ma in una telefonata con i soliti comici-provocatori Vovan e Lexus, quelli che avevano cercato di estorcere frasi compromettenti anche a Giorgia Meloni, avrebbe dichiarato che parte del ricavato dei suoi libri va all'Ucraina.
vladimir putin
[…] Il documento, approvato dal senato russo una settimana fa, prevede il sequestro delle proprietà e dei soldi degli esuli russi «guadagnati svolgendo attività ostili alla patria». Una misura diretta contro gli intellettuali e i creativi scappati dopo l'invasione dell'Ucraina, e che Mosca vorrebbe costringere a tornare a capo chino, oppure a «morire all'estero come cani», secondo la promessa del deputato Andrey Lugovoy, ricercato internazionale come principale indiziato nell'assassinio di Aleksandr Litvinenko, avvelenato con il polonio a Londra nel 2006. […]
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Il giornale indipendente Meduza ha appena pubblicato la lista aggiornata dei cantanti e gruppi sgraditi al Cremlino: una sessantina di nomi che rappresentano il meglio della musica russa, dai mostri sacri del rock Akvarium, Mashina Vremeni e Ddt ai rapper più popolari. Diversi componenti della lista nera si sono visti negli ultimi giorni cancellare concerti nelle province russe, ma il nuovo giro di vite non vuole lasciare nessun spiraglio nemmeno a chi è fuggito all'estero.
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Pochi giorni prima del caso Ulitskaya, in Thailandia sono stati arrestati i membri del gruppo rock Bi-2, dichiaratamente antiputiniani, e negli uffici della polizia di Bangkok è subito apparso il console russo che ha chiesto la loro deportazione a Mosca, nonostante tutti i componenti della band avessero passaporti di altri Paesi.
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