Luisa Grion per "la Repubblica"
IMUL'ultima rata è stata versata più di venti giorni fa, ma l'Imu - in realtà mai uscita dalla mente degli italiani - è di nuovo potentemente tornata alla ribalta grazie alla campagna elettorale in corso. Da chi vi a visto una sciagura necessaria per rimettere in sesto i conti, a chi l'ha considerata una vera e propria patrimoniale «colpevole » di aver ulteriormente affossato l'economia, l'imposta municipale unica non ha mai smesso di far discutere il Paese ed è inevitabile che continui a farlo. La posta sul piatto è notevole. Le entrate garantite dall'Imu sono state stimate in 24 miliardi di euro, tre in più di quelli messi in preventivo dal governo con nel decreto Salva-Italia.
TASSA SULLA CASA jpegCHI HA PAGATO E QUANTO
La valanga di soldi versati ha pesato molto sui bilanci delle famiglie e ha segnato ampie differenze fra piccoli centri e grandi città. L'imposta, per il 2012, è stata infatti calcolata su una rendita catastale rivalutata del 60 per cento e ai Comuni è stata data la possibilità di variare le aliquote. Lo 0,4 per cento indicato per la prima casa poteva essere diminuito o aumentato di uno 0,2; lo 0,76 per cento sulla seconda casa poteva essere alleggerito e appesantito dello 0,3 con la possibilità di applicare l'aliquota record dello 1,06 per cento.
Gli italiani, secondo uno studio Uil, hanno sborsato in media per la prima casa 278 euro e 745 per la seconda, ma nei grandi centri l'imposta - già notevole - è diventata una vera e propria stangata. A Roma, grazie agli aumenti dell'aliquota decisi dal Comune, il costo medio per la prima casa è lievitato a 639 euro; a Milano 428. A versare i 24 miliardi, secondo la Cgia di Mestre, sono stati per 4,2 miliardi i proprietari di prima casa, per 10,8 le seconde case e per oltre 9 gli imprenditori.
TASSA IMU jpegL'IMPOSTA "BENEDETTA"
Mal sopportata dalla grande maggioranza degli italiani, cui era stato raccontato che si poteva fare a meno della "vecchia" Ici, la più pesante Imu ha navigato fin dall'inizio, in un mare di polemiche. Una su tutte quella che ha riguardato gli immobili della Chiesa: il governo Monti ha infatti deciso di praticare l'esenzione sulle aree di culto e far pagare l'imposta solo su quelle «commerciali» suscitando molte perplessità sulle difficoltà di fissare un confine netto fra le une e le altre. Bruxelles, alla fine, ha benedetto la norma (mentre ha invece bocciato il precedente sistema di esenzioni Ici ma - caso unico nella storia della Ue - non ha chiesto all'Italia di recuperare gli aiuti illecitamente concessi per «assoluta impossibilità » a farlo).
CAMPO DI BATTAGLIA
Ora, a poche settimane dalle elezioni, l'Imu è di nuovo un campo di battaglia. Monti dice che è frutto del precedente governo e che va ristrutturata assicurando più gettito ai Comuni. Tremonti, ministro dell'Economia del governo che l'ha ideata, assicura che «fu immaginata per il 2014, non c'era dentro la prima casa e non c'era la rivalutazione catastale». Certo non ci sarebbero stati nemmeno i 24 miliardi: ora il leader della Lista Lavoro e Libertà invita al ricorso alla Corte Costituzionale contro «l'imposta iniqua».
Quanto alla parte spettante ai Comuni è già stabilito che da quest'anno gli introiti andranno tutti alle Giunte. Tutti meno quelli versata per opifici e immobili industriali. Si tratta di circa 2 miliardi, l'Anci li richiede. «I Comuni reclamano piena autonomia per provare ad uscire dalla situazione disastrosa in cui si trovano», spiega il segretario Angelo Rughetti.