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    L’ITALIA CHIEDE I TEMPI SUPPLEMENTARI PER IL PNRR? – VISTO IL GRAVE RITARDO NEL RAGGIUNGIMENTO DEGLI OBIETTIVI, IL GOVERNO STA PENSANDO DI RICORRERE ALLA PROCEDURA DI EMERGENZA DEL RECOVERY, CHE PREVEDE SEI MESI DI SOSPENSIONE PRIMA DELLE “VERIFICHE” DELLA COMMISSIONE – UN MODO PER GUADAGNARE TEMPO, FACENDO SLITTARE L’INCASSO DELLA PROSSIMA RATA. NELLA SPERANZA, NEL FRATTEMPO, DI CAMBIARE PASSO E CENTRARE I “TARGET” IMPOSTI DA BRUXELLES…


     
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    Estratto dell’articolo di Valerio Valentini per “Il Foglio”

     

    GIORGIA MELONI PNRR GIORGIA MELONI PNRR

    La prima a incapparvi è stata la Lituania: le nuove procedure di verifica sul Next Generation Eu hanno la prima vittima. Per via di ritardi nella riforma del fisco, con due milestone mancate da parte del governo di Vilnius, la rata prevista è stata sospesa, e ora rischia di essere decurtata.

     

    […] anche a Palazzo Chigi c’è chi sta pensando di ricorrere alla nuova procedura d’emergenza: richiedere sei mesi di sospensione del Pnrr. Non che la decisione sia presa. La si pondera, semmai. Fin dal 21 febbraio, quando sulla scrivania di Raffaele Fitto sono giunte le nuove linee guida sulla revisione del Recovery. E uno, tra i vari, era stato il capoverso cerchiato in rosso dai suoi collaboratori.

     

    RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONI RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONI

    Capitolo 3, paragrafo 3: “Nuova metodologia per la sospensione dei pagamenti”. In sostanza, vi si stabilisce questo: che se un paese non ha potuto conseguire gli obiettivi previsti nel periodo indicato, può richiedere di rinviare la verifica da parte della Commissione. Fino a sei mesi: tempo che va impiegato per raggiungere i target e le milestone concordati, così da potersi ottenere la rata conseguente, benché in ritardo.

     

    […] E certo, l’affanno con cui procede l’attuazione del Pnrr in questa fase, i ritardi che si vanno accumulando, giustificherebbero una simile richiesta. Con un’avvertenza, però, non trascurabile. E cioè che, se si accedesse a questa procedura di emergenza, oltre a dare un segnale non esattamente confortante all’estero, bisognerebbe davvero “mettersi alla stanga”, come ha spronato ieri Sergio Mattarella.

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    Perché, scaduto quel termine supplementare di sei mesi, gli obiettivi non raggiunti vengono considerati definitivamente mancati, e il pagamento decurtato.

     

     “Ereditiamo una situazione tutt’altro che agevole, non siamo certo noi ad avere prodotto i ritardi”, è il refrain di un Fitto che spesso sembra voler mettere le mani avanti. Lo ha fatto, pare, anche nell’incontro di due giorni fa con Paolo Gentiloni. Anche col commissario europeo, infatti, si è discusso delle difficoltà che il governo sta incontrando sull’attuazione del Pnrr.

     

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    E a testimoniarlo c’è il quasi scontato rinvio del pagamento della terza rata del Ngeu, quella relativa ai 55 obiettivi fissati per dicembre 2022. […]

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