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    CINQUANTA SFUMATURE DI ECONOMIA IN NERO - L’ITALIA E’ LA PATRIA DEL CONTANTE: L’80% DELLE SPESE AVVIENE CASH NONOSTANTE CI SIANO PIU’ POS CHE IN FRANCIA, GERMANIA E REGNO UNITO - MORALE DELLA FAVA: IL SOMMERSO, CHE E’ STIMATO AL 21% DEL PIL, RINGRAZIA E DECOLLA


     
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    Marco Patucchi per “la Repubblica”

     

    VALIGIA SOLDI VALIGIA SOLDI

    Nelle parrocchie svedesi la scena si ripete ad ogni funzione. Quando arriva il momento della raccolta delle offerte, molti fedeli alzano il braccio impugnando lo smartphone. E non per scattare un selfie. E' l' "obolo 2.0" che si può pagare con la carta di credito, con il bancomat o, appunto, con il telefonino. E uscendo dalla chiesa, magari, può succedere di incontrare anche un senzatetto che vende giornali accettando pagamenti digitali.

    Niente di sorprendente in un Paese, come la Svezia, dove ormai l' 85% delle transazioni avviene senza l' uso dei contanti.

     

    PIOGGIA DI SOLDI PIOGGIA DI SOLDI

    Roba dell' altro mondo se vista da qui, dall' Italia regno del denaro contante dove le proporzioni sono praticamente capovolte rispetto a Stoccolma (l' 83% delle transazioni gli italiani le continuano a fare con banconote e monete) e dove pagare un caffè con il bancomat è praticamente un' eresia. Provare per credere.

     

    Si tratta di una questione culturale che ingaggia in egual misura il consumatore e il commerciante, se è vero che nel nostro Paese ci sono più Pos che in Francia, Germania, Regno Unito Spagna e nella stessa Svezia, ma le transazioni medie per ogni carta di pagamento sono, secondo la Bce, 28,22 l' anno contro le 59 della media europea e addirittura le 159 della Danimarca.

     

    POS PAGAMENTO CON IL BANCOMAT POS PAGAMENTO CON IL BANCOMAT

    E' però anche un problema con evidenti risvolti economici: diretti, considerando che i costi di gestione del contante ammontano per il nostro sistema a 10 miliardi di euro all' anno (133 euro all' anno per abitante rispetto agli 11 euro delle carte di credito), pari allo 0,53% del Pil; indiretti, se si guarda ai numeri dell' economia sommersa che, in Italia, è stimata in circa il 21% del Pil, a fronte di ben altre percentuali (Svezia al 14%, Germania al 13%, Francia all' 11%, Regno Unito al 10%, tanto per citare qualche esempio).

     

    Non è di molto tempo fa, del resto, una ricerca del Censis sulla sostenibilità del welfare che rilevava come un terzo degli italiani ammettesse di pagare le visite mediche in nero.

    Secondo le stime di uno studio European House-Ambrosetti, se l' Italia si allineasse alla media dell' Unione europea nel numero di transazioni con carte di pagamento, potrebbe recuperare fino a 40 miliardi di euro, riducendo il peso dell' economia sommersa in percentuale del Pil di 2,6 punti. Quasi un' utopia vedendo cosa è successo ogni volta che la politica ha affrontato il tema dei tetti all' uso del contante.

     

    ECONOMIA SOMMERSA NEL MONDO ECONOMIA SOMMERSA NEL MONDO

    I ritardi da recuperare, del resto, sono pesanti: «L'utilizzo dei moderni strumenti di pagamento elettronici è ancora contenuto tra gli italiani - sottolinea sempre lo studio - e i tassi di sviluppo sono bassi (tra 2008 e 2014, crescita dell' utilizzo pro-capite delle carte del 6,2% rispetto al +7,8% medio nella Ue-28)».

     

    Nel nostro Paese il contante è usato per circa l' 83% delle transazioni totali, 16 punti percentuali più della media europea, dal 2008 al 2015 è aumentato fino a 180 miliardi di euro ed incide per il 10,6% sul Pil nazionale rispetto al 9,7% dell' Eurozona, all' 8,6% della Francia e al 3,6% del Regno Unito.

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    A scattare una fotografia del rapporto tra gli italiani e gli acquisti elettronici è anche una ricerca realizzata dal Politecnico di Milano. Ebbene, i pagamenti digitali sono cresciuti del 9% nel 2016, arrivando a 190 miliardi di valore delle transazioni (il 24% dei consumi totali): per 160 miliardi si è trattato di spese fatte attraverso i Pos tradizionali, gli altri 30 riguardano acquisti tramite computer, tablet, smartphone e carte di credito senza contatto ("contactless").

     

    Proprio da queste forme più innovative sembrano arrivare i segnali di una possibile evoluzione "culturale" dei consumatori italiani: le carte di credito "contactless" , per dire, lo scorso anno hanno visto aumentare il valore complessivo delle transazioni del 700% (7 miliardi di euro in tutto) e, spiegano al Politecnico, la previsione è di una crescita esponenziale. Ma la strada è ancora molto lunga, almeno quanto le file degli automobilisti italiani che, al casello autostradale, anche in queste vacanze continueranno a preferire lo sportello con il pagamento in contanti.

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