Mario Gerevini per il "Corriere della Sera"
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Prima l'annuncio: «Produrremo 20 milioni di tamponi salivari per rilevare il Covid in 3 minuti». L'illusione di una svolta, ripresa da tutti i media. La realtà: annunciato pochi giorni fa da un'azienda brianzola (Allum di Stefania Magni), un professore di genetica dell'Università del Sannio (Pasquale Vito) e una società biotech collegata all'ateneo campano (Genus Biotech di Benevento), il Daily Tampon è negativo al test della serietà. La Allum di Merate (Lecco), quella dei 20 milioni di tamponi, è una piccola azienda in difficoltà, produce lampade, perde tutto quello che fattura, 120 mila euro.
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«Abbiamo l'ok del ministero della Salute», aveva detto la titolare, Stefania Magni. Ma il ministero ha smentito. L'Api di Lecco, 540 piccole aziende rappresen-tate, aveva coordinato la comunicazione esprimendo «orgoglio» per l'associata che ha trovato «il prodotto dell'anno», «un colpo di genio», «un successo per tutto il Paese».
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Ma ora al telefono correggono il tiro: «La responsabilità del progetto è della Genus Biotech», indicata come spin-off, cioè costola dell'Universi-tà del Sannio. E qui entra in campo il professor Vito, anima scientifica del Daily Tampon.
Di Genus è azionista al 61% (con figlia) mentre il resto è di un imprenditore biotech locale, Piero Porcaro (con figlia). L'Unisannio non ha nemmeno un'azione. Il professore aveva dichiarato di aver fatto 100 test sul disposi-tivo: parenti e amici per le leggi della scienza. Interpella-to, lo ammette: «Sì sì, con quei numeri non si va da nessuna parte». E allora i 20 milioni da produrre? «L'ha detto il fabbricante (cioè l'azienda di Merate, ndr ) io no».
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Sentiamo Stefania Magni:«Io ho solo chiesto all'Api di avere visibilità. È un'iniziativa a livello persona-le». A livello personale? «Sì sì, la Allum non farà mai la produzione di questi tamponi». Non c'è nulla, insomma. Tranne il nome: Daily Tampon. In inglese, per i mercati internazionali.
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