Gabriele Rosana per “il Messaggero”
ANGELA MERKEL EMMANUEL MACRON
La Commissione europea mette mano alle carte bollate e si prepara a portare AstraZeneca in tribunale per i ritardi nella consegna delle dosi pattuite: una mossa per esercitare ulteriore pressione sulla compagnia che per ora non trova tutti i governi d' accordo. Per il momento «nessuna decisione è stata ancora presa», fa sapere un portavoce dell' esecutivo Ue, anche se la formalizzazione dell' azione legale, secondo fonti diplomatiche, potrebbe essere questione di ore.
vaccino astrazeneca
L’opzione è sul tavolo: la Commissione «sta lavorando insieme agli Stati membri per decidere le prossime mosse». A far pensare a un' accelerazione, ieri, era stato il ministro irlandese della Salute, Stephen Donnelly, che aveva parlato di una causa civile già iniziata; fuga in avanti smentita qualche ora dopo dalla Commissione, secondo cui l' azione legale sarebbe ancora in fase di preparazione. Quel che è certo, però, è che la questione è tornata prepotentemente sul tavolo delle istituzioni Ue, dopo la fumata nera nelle trattative con AstraZeneca anche in seguito alla lettera con cui Bruxelles intimava alla casa farmaceutica di «porre rimedio alle sostanziali violazioni contrattuali» entro inizio aprile.
Nel primo trimestre, la compagnia anglo-svedese ha consegnato appena 30 milioni di dosi sulle 100 previste, e comunicato che entro giugno ne arriveranno 70 milioni anziché 300. Fallita la conciliazione tra le parti, una causa civile contro AstraZeneca finirebbe davanti alla giustizia belga, competente per materia secondo quanto previsto dal contratto.
ASTRAZENECA
I DUBBI
Come nella fase di acquisto delle fiale, l' esecutivo Ue non intende però muoversi da solo, ma con il pieno sostegno dei governi: per questo la Commissione ha condiviso il piano con i rappresentanti degli Stati membri, incassando in linea di principio l' appoggio della gran parte di loro, ma anche qualche perplessità.
Dubbi sull' iniziativa sarebbero stati espressi in particolare da Francia e Germania, che hanno richiesto maggiori elementi: per Parigi e Berlino, citare in giudizio AstraZeneca per il mancato rispetto degli obblighi contrattuali rischierebbe di non sortire l' effetto sperato nell' immediato, cioè un rapido aumento delle consegne. Se la casa farmaceutica dimostrasse in aula di non avere abbastanza dosi disponibili nei propri siti produttivi, ad esempio, ci sarebbe poco da fare.
MERKEL MACRON
L' eventuale battaglia legale si giocherebbe per buona parte attorno al principio di massima diligenza possibile, contenuto nel contratto e a cui la multinazionale dovrebbe attenersi nelle forniture. Per oggi è atteso un nuovo parere dell' Ema, l' Agenzia europea del farmaco, sul vaccino di AstraZeneca: l' ente darà maggiori informazioni sulla somministrazione della seconda dose e sulle fasce d' età.
Intanto il gruppo biotech italiano Reithera ha fatto sapere di essere pronto ad offrire la propria collaborazione per la produzione di un vaccino del tipo mrna, come quelli Pfizer, Moderna e Curevac. Una mossa che il Ministero dello Sviluppo ha fatto sapere di stare valutando. Reithera sta lavorando ad un vaccino italiano con adenovirus tecnologicamente simile ad AstraZeneca e Janssen.
ASTRAZENECA
Intanto la maggiore produzione di fiale negli stabilimenti francesi che lavorano per tutta l' Unione Europea sta iniziando a produrre risultati. In Italia a maggio arriveranno 15 milioni di vaccini contro i 9 milioni di aprile. Questo ritmo potrebbe consentire di superare il ritmo di 500.000 vaccinazioni al giorno a partire dal 10 maggio o giù di lì. A giugno sono attese circa 25 milioni di dosi che corrispondono a 800.000 dosi quotidiane. In Germania a giugno le vaccinazioni saranno libere per tutti senza prenotazioni.