Fabio Poletti per “la Stampa”
Giovanna Lazzari, già madre di due figli, aveva 30 anni
Camilla e sua mamma sono nella stessa bara di legno chiaro. Giovanna Lazzari, 29 anni, commessa, madre di due figli e di Camilla mai nata, indossa un vestito verde con un coprispalla nero. Camilla ha la cuffietta una veste bianca ricamata e un cane di pezza tra le mani. In questa casona beige in faccia ai campi di Rezzato c' è per tutto il giorno la processione di parenti e amici.
Portano fiori e si asciugano lacrime. Roberto Coppini, il marito di Giovanna morta a due settimane dal parto agli Spedali Civili di Brescia, non si rassegna: «E' come un incubo. Mi aspetto che sia fatta chiarezza. Non riesco nemmeno a capacitarmi di quello che è successo».
La tragedia
E' successo tutto in 90 minuti. Tra le 3 e le 4 e 30 del mattino dell' ultimo giorno dell' anno, quando Giovanna Lazzari che era arrivata in ospedale la sera prima con la febbre alta e una grave gastroenterite, è stata scollegata ai monitor che controllavano lo stato di salute della mamma e del feto.
SALA PARTO
Frida Fagandini, direttore sanitario degli Spedali, cerca di spiegare quello che è successo: «Il monitoraggio è andato avanti per 6 ore come da protocollo. La situazione era stabile. La paziente era continuamente assistita in Pronto soccorso neonatale. E' stata staccata dai monitor solo per consentire alla donna di muoversi e andare in bagno». Ma il protocollo da solo non basta.
Dall' ospedale assicurano che l' organico era completo malgrado il periodo festivo. Però il suo ginecologo di fiducia, pubblicazioni scientifiche in mezzo mondo, un Phd a Londra, era smontato dal turno alle 22 quando la situazione era ancora sotto controllo.
Quando Giovanna Lazzari viene riattaccata ai monitor non sono ancora le 5. Il cuore del feto ha già smesso di battere. L' infezione è devastante. Sopraggiunge la setticemia, probabilmente un embolo. Il parto cesareo d' urgenza con l' asportazione dell' utero non salva nè la mamma nè Camilla.
ANGELA NESTA MORTA IN SALA PARTO
L' inchiesta
I primi accertamenti dell' autopsia parlano di distacco della placenta. Il magistrato di Brescia Ambrogio Cassiani ha sequestrato la cartella medica e aperto un' indagine per omicidio colposo ancora contro ignoti. Nel suo fascicolo c' è pure la trascrizione di due messaggi vocali mandati da Giovanna al marito via whatsapp: «Ho voglia di una cocacola». Il secondo messaggio è quello che ha fatto scattare la denuncia del marito e alzare le antenne al magistrato.
GIOVANNA LAZZARI
Anche se censurato si capisce che Giovanna Lazzari è nel panico: «Sto vomitando, ho la dissenteria e quella str... di ostetrica non mi sta "filando"». Con quale dei medici in servizio ce l' avesse non si sa. Forse nessuna in particolare in questo ospedale che vanta l' eccellenza di 3700 parti l' anno e un caso così era accaduto 18 anni fa.
La direttrice sanitaria Frida Fagandini è attonita ma pensa a una fatalità: «Quei messaggi della signora? La percezione delle pazienti qualche volta può non corrispondere alla realtà. Sono cose che non dovrebbero capitare ma a volte la realtà è questa».