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    L’UOMO CHE ABBRACCIAVA LE ZUCCHE – LA STORIA DI LEONARDO URENA, SBARCATO NEGLI USA PER TENTARE LA FORTUNA, E OGGI DIVENTATO UNO DEI POCHI COLTIVATORI SPECIALIZZATI IN ZUCCHE GIGANTI: QUEST’ANNO IL SUO FRUTTO PIÙ GRANDE PESA 900 CHILI, MA NEL 2019 HA BATTUTO IL RECORD CON UNA DA 986 CHILI – MA AVERE IL “SEME MAGICO” NON BASTA: “ENTRO NELLA SERRA, ABBRACCIO LE MIE ZUCCHE E DICO LORO: OK, PICCOLE, CONTINUATE A CRESCERE. SONO CERTO CHE TUTTI VI APPLAUDIRANNO…”


     
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    C. Bru. per "il Messaggero"

     

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    «Entro nella serra, abbraccio le mie zucche e dico loro: ok, piccole, continuate a crescere. Sono certo che tutti vi applaudiranno». Leonardo Urena era solo un adolescente quando è arrivato negli Stati Uniti dal Messico e oggi fa parte di un ristretto gruppo di coltivatori specializzati nelle zucche giganti. Quest' anno la sua zucca da competizione pesa ben 900 chilogrammi ed è la più grande di tutta la California. Il record lo aveva battuto nel 2019 con una da 986 chili, che gli aveva permesso di vincere il campionato mondiale di Half Moon Bay e un premio di 15mila dollari.

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    PER SPORT Coltivare zucche giganti però non ha a che fare con la competizione. È più uno sport, racconta al Guardian, che si fonda su uno spirito di collaborazione e un piacevole cameratismo. «Ogni volta che andiamo a un evento per pesarle è come una riunione di famiglia tra tutti noi coltivatori.

     

    È un bello sport perché non c'è invidia o rivalità tra noi», ha spiegato al quotidiano britannico. Ed è per questo che i suoi golden seeds, i semi d'oro, ovvero quelli che si trasformeranno in zucche enormi, non vengono venduti ma regalati da Urena a chi vuole iniziare questa nuova attività. Un gesto in onore di un pioniere della Nuova Scozia, Howard Dill, il quale, morto nel 2008, aveva dedicato decenni della sua vita alla creazione del seme perfetto, chiamato Pumpkin King (il re delle zucche).

     

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    Avere il seme giusto però non è una garanzia di successo. Sono tante le cose che possono andare storte durante la coltivazione. Quest' anno per esempio a penalizzare il raccolto ci hanno pensato gli afidi che hanno infestato le zucche e, ghiotti di zuccheri, hanno impedito loro di crescere al meglio delle loro potenzialità. Tra le variabili che possono inficiare la buona riuscita del raccolto ci sono poi quelle climatiche, come un forte temporale. Per non parlare degli incendi che in California sono sempre più frequenti, insieme ai sempre più gravi problemi di siccità.

     

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    Lo scorso anno, per esempio, una nube di fumo aveva avvolto le foglie delle sue piante: «Abbiamo fatto quello che potevamo per salvarle ma purtroppo a volte non è abbastanza». Urena non è certo uno che si da per vinto. Ha cominciato ad appassionarsi a questa specialità nel 2000, quando il proprietario del Ranch Lee Hudson ne ha richiesta una per il suo terreno. Urena si è quindi messo alla ricerca del seme per coltivare questa zucca gigante e quando Pete Glasier, l'esperto della zona, gli ha donato un seme magico la sua vita è cambiata per sempre, per sua stessa ammissione. «La mia autostima era molto bassa in quegli anni e non riuscivo a credere in me stesso. Glasier mi ha cambiato la vita, in meglio».

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    VITA DIFFICILE E di difficoltà nel suo passato ne aveva incontrate parecchie. Urena è nato nel lontano Messico, dove ha vissuto fino all'adolescenza. Il padre però era morto quando Urena era ancora piccolo e per questo ha deciso di tentare la fortuna negli Stati Uniti per sostenere economicamente la sua numerosa famiglia. Oggi gestisce la produzione dell'Hudson Ranch, una vineria e fattoria nella lussuosa Napa Valley, in California, dove coltiva anche un'ampia varietà di frutta, verdura e fiori.

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    L'amore per le piante è sempre stato una costante, quasi una certezza nella vita di Urena. Da bambino quando camminava davanti a un giardino vicino a casa era affascinato dai meravigliosi alberi da frutto che vi erano coltivati. E così aveva cominciato a osservare il contadino di nascosto: «Parlava con loro ha raccontato al Guardian come sta signor albero di Guava? Il mio albero di mele, il mio arancio, dava loro il buongiorno e ammirava i frutti e la loro bellezza».

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    Una magia che lo ha ispirato in età adulta e che continua anche oggi: «Anche io parlo alle mie piante», ha raccontato, sottolineando come sta molto attento nel lodarle di complimenti per i frutti che gli donano. E forse è per questo che le sue zucche sono ogni anno più grandi.

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