Marco Giusti per Dagospia
ELIO E MARGHERITA VICARIO SUL SET DI GLORIA!
“I dispari vanno sempre d’accordo” spiega Elio di Elio e le Storie Tese con una specie di parrucca da Mastro Ciliegia alla giovane orfanella, pazza per la musica, Teresa di Galatea Bellugi dandole uno strumentino a percussione che lui stesso ha costruito. E’ una bella sorpresa questo “Gloria!”, passato oggi a Berlino in concorso, anche se è stato accolto malissimo... il primo film fischiato in sala.
Quasi un musical femminil-libertario allo “Zero de conduite” sulle ragazze chiuse negli istituti religiosi di inizio 800 che si inventano la musica del futuro, opera prima di Margherita Vicario, anche musicista, ma, soprattutto, cresciuta in una famiglia di registi, tra il padre, Francesco, lo zio, Stefano, regista di tanti Sanremo compreso l’ultimo, il nonno, il regista e produttore Marco, e la nonna, la bellissima Rossana Podestà.
gloria!
Siamo nell’istituto religioso di Sant’Ignazio, all’alba, spiegano i titoli, dell’800, con il vento della rivoluzione napoleonica alle porte e la Chiesa intrappolata tra conservatorismo e i cambiamenti epocali portati da Napoleone. Per l’incoronazione di Papa Pio VII a Venezia, non a Roma occupata, il Maestro Perlina, un buffo, cattivo, vigliacco, spompato e pure “sodomita” Paolo Rossi, deve preparare una nuova composizione che eseguirà alla presenza del Papa nell’istituto. Ci prova, ma non ci riesce.
margherita vicario sul set di gloria!
Contemporaneamente le sue musiciste, la Lucia di Carlotta Gamba, la Bettina di Veronica Lucchesi, più nota come La Rappresentante di Lista, la Marietta di Maria Vittoria Dell’Asta, unite alla Teresa di Galatea Bellugi, ragazza madre messa incinta dal governatore, Natalino Balasso, che ha dovuto cedere il figlio, hanno scoperto un pianoforte nelle cantine dell’istituto e iniziano a suonare di notte. Scontrandosi fra di loro, ma anche inventando nuovi motivi e dando vita alla propria creatività.
Gloria! DI MARGHERITA VICARIO
Tutto questo porterà a una esplosione musicale anticlericale e antipatriarcale come nel finale di “Zero de conduite” di Jean Vigo che coinvolgerà tutti, dal perfido Maestro Perlina, al governatore, al Papa. L’idea è magari più forte del film, che ha qualche ingenuità e qualche limite da opera prima, ma già cercare di dar voce alle musiciste nascoste del 700 che si muovevano in un mondo dominato da maschi, che le sfruttavano senza dar loro alcuna possibilità di creatività e di espressione, è una bella impresa. In gran parte riuscita. Perché il film è estremamente vitale, gioioso, liberatorio.
Gloria! DI MARGHERITA VICARIO
Possiamo trovare un po’ assurda l’invenzione del jazz negli Istituti religiosi di inizio ’800, ma fa parte del gioco, e la presenza di Elio e di Paolo Rossi serve appunto a dare se non credibilità alla situazione almeno a costruire uno spettacolo musicalmente alternativo. Bravissime le protagoniste, la Bellugi che abbiamo già visto in “Amanda” di Carolina Cavalli e la Gamba, già eroina del “Dostoevsky” dei D’Innocenzo. Uscirà l’11 aprile.
MARGHERITA VICARIO SUL SET DI GLORIA! Gloria! DI MARGHERITA VICARIO