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    1. C’È UNA CARDIOLOGA DELL’OSPEDALE MILANESE NIGUARDA RIUSCITA, CON LA SUA CAMALEONTICA INCLINAZIONE A SPACCIARSI PER CHI NON È, A CENTRARE UN POKER DI “GRANE” 2. E CIOÈ A SCRIVERE UNA FALSA LETTERA DI ACCREDITAMENTO APPARENTEMENTE VERGATA DAL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA GIORGIO NAPOLITANO; A FAR CREDERE ALL’INTERESSATO PRESIDENTE DELLA REGIONE LOMBARDIA ROBERTO FORMIGONI DI POTERGLI DAVVERO SPIFFERARE NOTIZIE SULLE INDAGINI DELLA PROCURA; A FINGERSI NIPOTE DI NAPOLITANO PER CHIEDERE (CON SUCCESSO) AL BANCHIERE GIOVANNI BAZOLI UN MUTUO DI 800.000 EURO DI BANCA INTESA; E ORA A FAR SALIRE LA TENSIONE TRA IL PROCURATORE AGGIUNTO ALFREDO ROBLEDO E IL SUO CAPO EDMONDO BRUTI LIBERATI 3. ‘’LA DONNA DEI FALSI MISTERI’’ CHI AVEVA COME TESTIMONE DI NOZZE? MASSÌ, FORMIGONI!


     
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    Luigi Ferrarella e Giuseppe Guastella per il "Corriere della Sera"

    FORMIGONI TESTIMONE DI NOZZE TRA MARIA VICARIO E IL MARITOFORMIGONI TESTIMONE DI NOZZE TRA MARIA VICARIO E IL MARITO

    C'è una cardiologa dell'ospedale milanese Niguarda riuscita, con la sua camaleontica inclinazione a spacciarsi per chi non è, a centrare un poker di «grane». E cioè a scrivere una falsa lettera di accreditamento apparentemente vergata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; a far credere all'interessato presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni di potergli davvero spifferare notizie sulle indagini della Procura; a fingersi nipote di Napolitano per chiedere (con successo) al banchiere Giovanni Bazoli un mutuo di 800.000 euro di Banca Intesa; e ora a far salire la tensione tra il procuratore aggiunto Alfredo Robledo e il suo capo Edmondo Bruti Liberati, bersaglio una settimana fa di un esposto al Csm in cui Robledo lo accusava di violare le regole tabellari per sottrargli le più delicate inchieste e affidarle invece ai più fidati colleghi Ilda Boccassini (antimafia) e Francesco Greco (pool economia).

    MARIO MONTI GIULIANO PISAPIA ROBERTO FORMIGONI GIORGIO NAPOLITANO ALLA SCALA PER LA PRIMA DEL DON GIOVANNIMARIO MONTI GIULIANO PISAPIA ROBERTO FORMIGONI GIORGIO NAPOLITANO ALLA SCALA PER LA PRIMA DEL DON GIOVANNI

    Che c'entra con i pm questa dottoressa Maria Vicario, il cui rinvio a giudizio per «sostituzione di persona» e «falso in scrittura privata» è stato già chiesto dal pm Maurizio Romanelli per le vicende Napolitano-Formigoni-Bazoli? C'entra perché nel 2012 all'inizio dell'inchiesta sul San Raffaele le intercettazioni l'ascoltano mentre al segretario di Formigoni millanta entrature in Procura: una volta dice che passa in ufficio a trovare «la mia amica Ilda» (falso), un'altra che ha appena visto «il pm Orsi arrabbiato» (falso), un'altra che conosce i progetti del pm Greco (falso).

    L'allarme-talpa cessa appena la Procura capisce che sono tutte invenzioni della cardiologa. La quale, infilatasi in una caserma dei carabinieri alla festa di congedo di un maresciallo, nel febbraio 2012 racconta a un finanziere (che lavora in Procura) di essere contigua ai servizi segreti, e di sapere che il pm Robledo, quando va a giocare a golf a Monticello Brianza, confida indagini segrete al suo compagno di gioco, che a sua volta le svela a Berlusconi.

    Le confidenze di Vicario finiscono in un rapporto al pm Orsi, che le porta a Bruti Liberati, che (alla luce delle falsità già verificate nei precedenti casi) le valuta come inverosimiglianze di una mitomane, quindi non ritiene sia il caso di segnalarle alla Procura di Brescia come calunnie a Robledo, e le cataloga tra gli atti «non costituenti notizia di reato».

    RENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTORENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTO

    Nell'ottobre 2012, però, quando Robledo (che non ha mai giocato a golf in vita sua) viene a saperlo, trova inammissibile che galleggi una relazione contenente falsità sul suo conto, e chiede a Bruti che Vicario sia subito interrogata. Bruti concorda, ma dopo poche ore ci ripensa, spiegando che così vuole evitare che si danneggi l'inchiesta San Raffaele.

    Solo tempo dopo, affida l'interrogatorio ai pm Laura Pedio e Antonio Pastore, ai quali Vicario ammette in maniera sconclusionata di essersi inventata tutto e di nemmeno conoscere alcuno dei pm. Robledo chiede a Bruti di tutelarlo mandando gli atti alla Procura di Brescia, Bruti non lo fa, e allora Robledo si rivolge al pg Minale e poi direttamente a Brescia. Dove il pm Fabio Salamone si fa mandare da Bruti quegli atti «non costituenti notizia di reato» a Milano, e apre invece una indagine per calunnia con Robledo parte lesa.

    ALFREDO ROBLEDO jpegALFREDO ROBLEDO jpeg

    Una vicenda che in tempi normali avrebbe avuto modesto rilievo, dunque, diventa nitroglicerina nel cupo clima che aleggia in questi giorni in Procura, dove prosegue l'inchiesta su Infrastrutture Lombarde nutrita da due anni di intercettazioni. Alcune anche gustose, come quella che nel 2011 capta due interlocutori definire l'ora arrestato Rognoni come «la cassaforte del Celeste» che però «le operazioni non le fa lui, le fa fare agli altri».

    O quella che il 2 febbraio 2012 coglie una risata sull'apertura di un cantiere inscenata a Bergamo a beneficio della tv: «C'erano i giornalisti, la televisione e gli escavatori che facevano finta di scavare, dove uno scavava e l'altro riempiva, giusto per fare cinema...».

     

     

    EDMONDO BRUTI LIBERATIEDMONDO BRUTI LIBERATI GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANNGIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN
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