1 - HONG KONG: PECHINO,CRITICHE 'IRRESPONSABILI' SU STAND NEWS
xi jinping
(ANSA-AFP) - Il governo cinese ha definito "irresponsabili" le critiche giunte ieri da tutto il mondo per gli arresti di sette giornalisti del sito di notizie Stand News di Hong Kong che hanno portato alla sua chiusura immediata.
"Alcune forze esterne, con il pretesto della libertà dei media, hanno fatto commenti irresponsabili sulle forze dell'ordine a Hong Kong", ha detto oggi in un briefing il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijian, aggiungendo che questo "confonde completamente ciò che è giusto e ciò che è sbagliato e trae in inganno l'opinione pubblica".
retata contro stand news
2 - HONG KONG, RETATA NEL GIORNALE WEB «LE SUE NOTIZIE ERANO SEDIZIOSE»
Guido Santevecchi per il "Corriere della Sera"
La retata è cominciata alle sei del mattino. Più di 200 agenti della nuova «Sezione sicurezza nazionale» di Hong Kong sono entrati nella sede di Stand News , un sito di informazione che con i suoi 60 redattori e commentatori ancora osava criticare il governo del territorio e quello centrale di Pechino.
arresto di patrick lam
In un copione sperimentato la scorsa estate per eliminare il quotidiano di opposizione Apple Daily , i poliziotti hanno srotolato in redazione i nastri con la scritta «scena del crimine», hanno sequestrato materiale di archivio, documenti amministrativi e i computer.
La polizia ha comunicato di aver arrestato sette persone impegnate nell'attività del giornale online per «cospirazione al fine di pubblicare materiale sedizioso». «Sono mele marce che si celano dietro il giornalismo per fare politica, sono loro che danneggiano la libertà di stampa», ha detto John Lee, numero due del governo di Hong Kong.
retata contro stand news a hong kong
Lo stesso giro di parole è stato usato nei mesi scorsi per bollare come «sovversiva» l'azione parlamentare dei deputati di opposizione: il senso della manovra è che contestare il potere è un crimine non solo in Cina ma ora anche a Hong Kong, che pure dovrebbe essere retta fino al 2047 dal principio «Un Paese due sistemi» sottoscritto da Pechino per ottenere la restituzione della colonia britannica nel 1997.
redazione apple daily hong kong
I pochi che ancora osano sfidare una repressione sempre più minacciosa hanno diffuso le foto in manette, le mani legate dietro la schiena, di Patrick Lam, direttore di Stand News , e di Ronson Chan, caporedattore che è anche presidente dell'Associazione della stampa di Hong Kong. L'altra sera, prima di ricevere la visita della polizia a casa, Ronson Chan aveva tenuto un discorso alla Hong Kong Journalists Association, che conta 500 iscritti.
Aveva ricordato la fine di Apple Daily dicendo che ha scosso Hong Kong e la sua tradizione di informazione indipendente e libera, ma aveva concluso promettendo che «nonostante la situazione sempre più difficile, i giornalisti di questa città continueranno a cercare la verità e a raccontarla».
retata contro stand news a hong kong
Ma ieri, dopo l'incursione dei poliziotti, Stand News ha annunciato la cessazione immediata delle pubblicazioni e ritirato dal web l'archivio. Dopo l'interrogatorio, il presidente dei reporter è stato rilasciato; restano in cella l'ex direttore di Stand News Chung Pui-kuen, che si era dimesso a novembre; e le signore Denise Ho (cantante e attivista), Margaret Ng (ex deputata) e Christine Fang, che facevano parte del consiglio di amministrazione della pubblicazione; agli arresti anche Chow Tat-chi, un altro membro del consiglio editoriale.
blitz apple daily hong kong 5
La polizia ha avuto mandato di congelare i fondi della pubblicazione, 61 milioni di dollari hongkonghesi (circa 7 milioni di euro), raccolti con donazioni di sostenitori: Stand News è (era) un'organizzazione non profit, che recentemente aveva comunque chiesto ai suoi lettori di smettere di versare denaro per evitare di essere tracciati dalle autorità e rischiare l'incriminazione in base alla Legge sulla sicurezza nazionale cinese introdotta in città nel luglio del 2020.
Una alla volta, le voci del dissenso a Hong Kong si spengono, perché secondo la legge della Cina criticare l'azione del Partito-Stato e del governo è «sedizione». E con l'opposizione ridotta al silenzio, la parola passa ai tribunali: martedì Jimmy Lai, l'ex editore di Apple Daily in prigione per aver partecipato alle proteste del 2019 e alla veglia in memoria di Tienanmen nel 2020, già condannato a 20 mesi, ha ricevuto in carcere un'altra incriminazione, sempre per sedizione.
Pillar of Shame di Hong Kong denise ho