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    LA GUERRA DELLE BOLLICINE - LA COCA-COLA ANNUNCIA L’ACQUISTO DEL MARCHIO DI BEVANDE SPORTIVE “BODYARMOR” PER 5,6 MILIARDI DI DOLLARI E LANCIA LA SFIDA ALLA PEPSI, CHE GESTISCE IL MARCHIO “GATORADE” – OGGI GATORADE CONTROLLA IL 64% DEL MERCATO DA 8,4 MILIARDI DI DOLLARI DELLE BEVANDE SPORTIVE NEGLI STATES, CON BODYARMOR SECONDA CON IL 18%. MA CON L'ARRIVO DI COCA-COLA, ORA LE AMBIZIONI DI BODYARMOR CRESCONO E PUNTANO A…


     
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    Benedetta Vitetta per “Libero quotidiano”

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    L'infinito duello planetario tra Coca-Cola e PepsiCo, da ieri si aggiunge di un nuovo succoso capitolo. Già perchè il colosso di Atlanta, come anticipato dal Wall Street Journal, ha ottenuto il pieno controllo del marchio di bevande sportive BodyArmor per 5,6 miliardi di dollari. 

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    Società di cui, dal 2018, già deteneva il 15% del capitale (allora sborsò 300 milioni). Nelle scorse ore, insomma, ha rilevato il restante 85% dai fondatori e investitori storici della società di soft drink energetici tra cui figurano diversi atleti professionisti che, fin dalla fondazione (era il 2011) hanno scommesso sull'azienda. 

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    Il più famoso atleta che venne "stregato" dalle potenzialità dell'azienda fu la stella dell'Nba Kobe Bryant che nel 2014 investì ben 6 milioni di dollari per accaparrarsi il 10% delle quote e sedersi anche del consiglio di amministrazione. Soldi ben spesi quelli del celebre cestista visto che solo quattro anni più tardi, quando Coca-Cola entrò nell'azionariato, incassò 200 milioni di dollari. 

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    NUOVE STRATEGIE

    Ma la mossa del gigante di Atlanta non solo è la più grande acquisizione mai realizzata nella storia del gruppo a stelle e strisce- sarà finanziata con disponibilità liquide - ma segna anche l'ingresso del colosso mondiale della soda nel segmento nelle bibite sportive visto che BodyArmor è la diretta concorrente di Gatorade che, manco a dirlo, dal 2000 è finita nelle mani di PepsiCo. 

     

    Insomma tra Coca-Cola e PepsiCo sta per scatenarsi una nuova guerra commerciale che sarà combattuta a colpi di bottigliette su ogni terreno di gioco e con spot milionari per aggiudicarsi il maggior numero di sportivi, di giovani e giovanissimi e non solo. Con l'arrivo di Coca-Cola, ora l'ambizioni di BodyArmor crescono visto che l'obiettivo è generare circa 1,4 miliardi di dollari di vendite al dettaglio già entro la fine dell'anno. 

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    Numeri da record se paragonati ai 250 milioni di dollari del 2018 quando la società di Atlanta, già guidata dall'attuale ceo James Quincey, entrò per la prima volta nel capitale della società di bevande sportive. Del resto il marchio è cambiato parecchio visto che allora valeva "soltanto" 2 miliardi di dollari, mentre oggi la sua valutazione si aggira sugli 8 miliardi. 

     

    Certo la lotta contro il leader del mercato, Gatorade, non sarà facile, anche se occorre dire le vendite di BodyArmor sono in continua ascesa. Oggi Gatorade in pancia alla rivale PepsiCo, controlla incontrasta il 64% del mercato da 8,4 miliardi di dollari delle bevande sportive negli States con BodyArmor che è sì seconda ma con il 18 per cento. Poco dietro ecco Powerade (Coca-Cola) che però detiene soltanto il 13%. 

     

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    SALGONO RICAVI E UTILI 

    Fondata a New York (nel Queens) nel 2011 da Michael Repole e Lance Collin, BodyArmor e il suo portafoglio di bevande sportive si presenta come un'alternativa più salutare rispetto agli prodotti attualmente in circolazione visto che le bevande contengono aromi e dolcificanti naturali e nessun colorante artificiale. 

     

    I vertici di Coca-Cola hanno già fatto sapere che il neo acquisto sarà gestito separatamente dal resto del gruppo e la sua attuale squadra di comando, incluso uno dei fondatori, rimarrà alla guida del marchio. 

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    Ricordiamo infine che la scorsa settimana Coca-Cola ha annunciato i conti del terzo trimestre dell'anno chiuso con utili e fatturato migliori delle attese tanto che l'azienda ha rivisto al rialzo l'outlook per il 2021. Il gigante americano ha beneficiato del balzo in alto delle vendite di ristoranti e cinema, affossate nel 2020 a causa del lockdown. Negli ultimi tre mesi gli utili netti sono saliti a 2,5 miliardi (erano 1,7 nel 2020), mentre i ricavi sono cresciuti del 16% a 10,04 miliardi (erano 8,65 miliardi nel 2020).

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