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    AMARISSIMO LUCANO - LA CONDANNA A 13 ANNI E 2 MESI IN PRIMO GRADO ALL'EX SINDACO DI RIACE, MIMMO LUCANO, SPACCA IL "FATTO" - SE TRAVAGLIO CRITICA "L'INCOMMENSURABILE PASTICCIONE" LUCANO, PETER GOMEZ LO DIFENDE E ACCUSA DI OTTUSITA' IL CODICE PENALE - GAD LERNER VA OLTRE E INVOCA IL DIRITTO-DOVERE ALLA DISOBBEDIENZA CIVILE NONVIOLENTA - MA PRIMA DELLA CONDANNA A LUCANO, LA GIUSTIZIA ERA GIUSTA?


     
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    MIMMO LUCANO MIMMO LUCANO

    Un giornale, due prospettive. La condanna a 13 anni e 2 mesi in primo grado all'ex sindaco di Riace, Mimmo Lucano, mette in conflitto e in soffritto le due anime del "Fatto quotidiano": Marco Travaglio e Peter Gomez. Il primo, a differenza di molti "sinistrati", non indugia nel pietismo verso Lucano.

     

    Pur mitigando il curaro tipico della sua penna (clemenza non concessa ai condannati di altra area politica), Travaglio fa capire che l'ex sindaco ha toppato, e senza scuse: "A parte qualche spesa privata con soldi pubblici, non si può dire che Lucano sia un corrotto o che agisse per interessi propri, anche se quel sistema di soldi allegri a pioggia drogava certamente i suoi consensi. È possibile che agisse con le migliori intenzioni. Ma questo incommensurabile pasticcione era pur sempre un sindaco, cioè un pubblico ufficiale tenuto a rispettare e a far rispettare le regole".

    marco travaglio marco travaglio

     

    Poche chiacchiere: Lucano avrebbe dovuto adempiere al mandato di primo cittadino con diligenza e responsabilità, soprattutto nella gestione dei soldi pubblici. "L'impressione - continua Travaglio - è che la nobile missione del "modello Riace" gli abbia dato alla testa, convincendolo di essere al di sopra, anzi al di fuori della legge. Che si può sempre contestare e persino, per obiezione di coscienza, violare. Ma senza la fascia tricolore a tracolla. E affrontando poi le conseguenze delle proprie azioni".

     

    MIMMO LUCANO MIMMO LUCANO

    Molto più clemente è il giudizio di Peter Gomez che, per difendere Mimmo Lucano, attacca l'apparente incongruenza del Codice penale: "Marco Siclari, un senatore calabrese di Forza Italia imputato di voto di scambio politico mafioso, in primo grado, era stato condannato a poco più di cinque anni; Marcello Dell'Utri ne ha avuti sette per concorso esterno in Cosa Nostra; Callisto Tanzi, l'ex patron di Parmalat responsabile di aver mandato in fumo i risparmi di decine di migliaia di persone, 11; mentre grazie al rito abbreviato, Luca Traini, che nel 2018 tentò a Macerata per motivi razzisti una strage di migranti, se l'è cavata con 12 anni. Possibile che sparare a caso contro chiunque abbia la pelle di un colore diverso (sei tentati omicidi) sia più grave che infrangere la legge per aiutarli?".

     

    A Gomez evidentemente l'applicazione della legge tout court appare iniqua (avrebbe fatto lo stesso nobile discorso per un avversario?) ma invoca un più alto e (molto opinabile) senso di "giustizia": "Il nostro Codice penale risale agli anni 30 e su di esso si sono affastellate norme, articoli e pandette. Bisogna trovare il modo di dare un senso all'entità delle pene comminate in casi diversi, bisogna trovare un'uniformità reale. Se la giustizia non viene più percepita come tale da coloro nel nome dei quali viene amministrata, cosa resta di essa? Per questo più che di giudici e delle loro eventuali manchevolezze oggi bisognerebbe parlare delle leggi".

     

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    Bene, bravo, bis! Gomez chiede una maggiore ponderazione, una più dettagliata "casistica" (morale o umorale?) per mettersi alle spalle il crudele automatismo del codice. Non si faccia di tutta l'erba un fascio, insomma. Si distingua, si ponderi, si valuti. E se un reato lo commette un buono, un giusto, un pio…la legge si interpreti. Applicarla sarebbe troppo prosaico.   

     

    Gad Lerner va oltre: sventola il "diritto-dovere" alla disobbedienza civile nonviolenta "allorquando il sistema - e l'ottusità delle sue normative - impediscono l'attuarsi di un'azione finalizzata al bene pubblico". La condanna di Mimmo Lucano, incalza Lerner, "è un'offesa recata allo spirito della nostra Costituzione. La criminalizzazione della solidarietà rappresentata da questa condanna spropositata (più alta di molte inflitte a esponenti della 'ndrangheta) è una ferita non rimarginabile inflitta a tutti coloro che praticano la solidarietà sociale".

    gad lerner gad lerner

     

    La domanda sorge spontanea. Perché al "Fatto" s'accorgono dell'ottusità delle norme, dei bizantinismi del Codice, delle storture di automatismi tanto legittimi quanto ingiusti solo ora che Mimmo Lucano è stato condannato? Prima di ieri, la Giustizia era giusta? Ah, non saperlo…

    mimmo lucano in tribunale mimmo lucano in tribunale IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA SU MIMMO LUCANO IL DISPOSITIVO DELLA SENTENZA SU MIMMO LUCANO mimmo lucano arriva all'universita' la sapienza di roma 15 mimmo lucano arriva all'universita' la sapienza di roma 15 MIMMO LUCANO CON IL PADRE MIMMO LUCANO CON IL PADRE mimmo lucano in tribunale mimmo lucano in tribunale

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