Lorenzo Simoncelli per "La Stampa"
Da domani bisognerà aggiungere un altro fuso orario alle lancette che regolano il mondo. Anche la Corea del Nord avrà il suo, portando gli orologi indietro di trenta minuti rispetto a Tokyo e Seul. L'ennesima idea stravagante del presidente dittatore Kim Jong-un, che ha voluto a ogni costo l'«ora di Pyongyang».
FUSO ORARIO
Il motivo? Sradicare la memoria del passato coloniale, proprio nel giorno in cui si celebra il settantesimo anniversario della liberazione della Corea dal Giappone alla fine della seconda Guerra mondiale.
NON UN CASO ISOLATO
Eppure, dall'inizio del Novecento, quando si decise di regolare il mondo con il sistema dei fusi orari prendendo come punto di riferimento il meridiano di Greenwich (Gmt), non è il primo colpo di testa di un capo di Stato, che vuole e ottiene un' ora personalizzata. Le lancette, nel corso della storia, si sono trasformate in un efficace strumento di geopolitica, per dare segnali di unità, per differenziarsi o per lanciare segnali di sfida ai Paesi confinanti.
KIM YONG UN CON LA MOGLIE
Il primo caso vede protagonista la Spagna che, fino agli Anni 40, aveva lo stesso orario di Gran Bretagna e Portogallo, ma quando la confinante Francia fu occupata dalla Germania nazista, il generale Franco, per fedeltà ad Hitler, decise di spostare le lancette di un' ora e da allora non è mai tornata indietro. Nel 2013, una commissione parlamentare, ha tentato di proporre il ritorno all'orario britannico di prima della guerra, scatenando, però, numerose critiche da parte della popolazione, secondo cui i ritmi de «la siesta» sarebbero stati sconvolti.
LA PROTESTA CHAVISTA
ciccio kim
Più vicina ai nostri giorni la sfida del defunto «Comandante» Chavez che, per scostarsi dall'«imperialismo americano» decise, nel 2007, di far retrocedere le lancette del suo Venezuela di mezz' ora creando non pochi disagi agli aerei in partenza dall' aeroporto di Caracas.
Esistono Stati, poi, in cui nonostante fosse decisa l' uniformità oraria, gruppi ribelli hanno deciso di avere un proprio orologio in segno di protesta con il governo centrale. È il caso dello Sri Lanka e dei militanti comunisti delle Tigri Tamil che, nel 1996, si rifiutarono di adottare la decisione della capitale Colombo di retrocedere di mezz' ora le lancette.
Francisco Franco
Così fino al 2009, quando i ribelli furono annientati, la zona Nord del Paese, sotto la loro influenza, fu costretta ad adottare un orario differente da quello del resto del Paese. Ma le ragioni per lo spostamento d' orario non sono solo e sempre politiche. È il caso del Nepal che, nel 1956, decise di diventare uno dei tre Paesi al mondo con una differenza di quindici minuti (GMT +5:45).
HUGO CHAVEZ
Una stravaganza perché, proprio a quell'ora, il sole sorge sulla cima di una montagna considerata sacra sulla catena dell' Himalaya. Da domani, dunque, allo scoccare della mezzanotte, i fusi orari, da ventiquattro diventeranno venticinque.