Liana Milella per la Repubblica
BERLUSCONI SALONE DEL MOBILE
La Corte di Strasburgo "gela" Berlusconi. La sentenza sulla legge Severino, contro cui l' ex premier ha fatto ricorso, non arriverà in tempo né se le elezioni fossero in autunno, né tanto meno se si tenessero alla scadenza naturale nel 2018. Tempi tecnici della Cedu - la Corte europea dei diritti umani - che scombussolano i piani del leader di Forza Italia e del suo avvocato Niccolò Ghedini, impegnati in una ben diversa strategia. Udienza alla Grand Chambre per fine luglio o inizio settembre, sentenza in 15-30 giorni, candidatura sub judice di Berlusconi con richiesta, in caso di rifiuto, al giudice civile o al Tar dell' ingresso in lista.
NICCOLO GHEDINI
Il 26 aprile la Cedu ha avvisato Berlusconi che a trattare la causa sarà la Grand Chambre, per l' importanza del caso e per evitare un successivo appello. Le parti - Berlusconi e l' avvocatura dello Stato - hanno 30 giorni di tempo per decidere. Ghedini ha inviato subito il suo nulla osta. E ipotizza tempi rapidi. Ma dalla Cedu giunge un timing del tutto differente.
La prima notizia è che Guido Raimondi, il giudice italiano che presiede la Corte dal 2015, ha deciso di astenersi. La seconda è che i 17 giudici che compongono la Grand Chambre avranno bisogno di 4 o 5 mesi per prepararsi.
Quindi l' udienza pubblica - che dura meno di una mattinata e prevede interventi con l' orologio bloccato (quando il tempo è finito il microfono si spegne) - si terrà tra ottobre e novembre. Non esiste un dispositivo per rendere nota la decisione.
SELFIE CON BERLUSCONI
In media, per una sentenza, la Cedu impiega tra i sei e i dieci mesi. Le fonti di Strasburgo ricordano che alla Corte si possono rivolgere ben 47 Paesi, e questo giustifica i tempi lunghi. Il calcolo è presto fatto. La sentenza su Berlusconi potrebbe arrivare, con l' udienza a ottobre, ad aprile 2018. Con l' udienza a novembre, dopo l' estate 2018. Berlusconi sarebbe del tutto incandidabile pure con le elezioni a maggio 2018.
Ma la Cedu, considerata la particolare posizione di Berlusconi, potrebbe rivoluzionare il calendario? Alla Corte, con la freddezza del caso, fanno notare che i giudici non possono certamente prendersi in carico le urgenze dei singoli Paesi. Invece Ghedini è convinto che le cose andranno diversamente: «Se le elezioni in Italia sono già state fissate la Cedu non può ignorare un caso come quello di Berlusconi e deve decidere nel merito». Già a ottobre del 2013, in vista del voto sulla decadenza, Ghedini aveva presentato il ricorso alla Cedu, contestando, in base all' articolo 7 della Convenzione, che Berlusconi non potesse essere punito per una legge successiva al suo reato («nulla poena, sine lege»). Ma soprattutto affermando la natura penale della Severino.
BERLUSCONI E GLI AGNELLI
Non ha dubbi il difensore storico di Berlusconi e senatore di Forza Italia, ipotizzando invece l' udienza lampo, la decisione favorevole e una sentenza rapida: «Se si vota in autunno chiederemo l' ammissione in lista con riserva. In caso di diniego, non resta che il giudice civile o il Tar. In ogni caso la sentenza di Strasburgo è subito applicativa in Italia e ha l' effetto di cancellare decadenza o incandidabilità». Ghedini cita come pezza d' appoggio la sentenza 317 del 2009 della Consulta sui processi in assenza dell' imputato, in cui è scritto che «l' effetto delle norme Cedu esplicita e arricchisce il contenuto degli articoli della Costituzione».
Dice il costituzionalista Alfonso Celotto: «Nel sistema Cedu nessuna norma riconosce efficacia esecutiva diretta alle sentenze della Corte all' interno degli Stati membri, a differenza della Corte del Lussemburgo. A carico degli Stati che abbiano commesso una violazione sussiste l' obbligo di adottare misure specifiche ». Che accadrebbe in Italia "se" Berlusconi dovesse vincere?
silvio berlusconi brinda
Ipotesi futuribile perché la Cedu dovrebbe contraddire ben due sentenze della nostra Consulta - la 236 del 2015 su de Magistris e la 276 del 2016 su De Luca, entrambe firmate dalla relatrice Daria de Pretis - che utilizzando la giurisprudenza della stessa Cedu non hanno considerato la Severino una norma penale, ma una sanzione frutto «del venir meno di un requisito soggettivo per l' accesso alle cariche nella discrezionalità del legislatore». Ma se Berlusconi vincesse, si candidasse, e chiedesse al giudici civile o al Tar di metterlo in lista? A quel giudice non resterebbe che ricorrere alla Consulta per la manifesta incostituzionalità della Severino. Al governo toccherebbe invece cambiare la legge. Ma tutto questo, visti i tempi, ad elezioni già fatte, e senza Berlusconi.
Berlusconi con agnellino BERLUSCONI SALONE DEL MOBILE