1 - L'ETERNO RIBALTONE ALL'ITALIANA
Fra. Gri. per "la Stampa"
MICHELE PRESTIPINO
C'è poco da meravigliarsi, purtroppo. In Italia c'è sempre un Tar che ribalterà decisioni politiche già prese. Il Tar della Campania annulla un' ordinanza sanitaria di De Luca e riapre d' autorità le scuole in piena pandemia. Il Tar della Puglia ordina la chiusura dell' Ilva dopo anni di investimenti, leggi e decisioni di diversi governi. Il Tar del Lazio promuove i colonnelli scartati facendoli generali (famoso tra i carabinieri il caso di Antonio Pappalardo).
Succede anche con le nomine a procuratore capo, anche se mai finora era capitato per la poltrona di Roma, forse perché circondata da un'aura particolare, forse perché nessun magistrato che pure ne avesse avuto l' ambizione, mai aveva pensato di poter guidare la procura più importante d' Italia contro il Consiglio superiore della magistratura, contro i suoi colleghi.
marcello viola procuratore generale firenze 2
2 - ROMA, TUTTO DA RIFARE ANNULLATA LA NOMINA DI MICHELE PRESTIPINO
Giacomo Amadori per "la Verità"
La guerra per la conquista della Procura di Roma non è ancora finita. Quasi due anni dopo il disarcionamento di Marcello Viola, candidato spazzato via (senza colpe) dalle intercettazioni dell'hotel Champagne (essendo sostenuto da Luca Palamara), il Tribunale amministrativo del Lazio accoglie i ricorsi dello stesso Viola e del procuratore di Palermo Francesco Lo Voi contro la nomina del marzo 2020 di Michele Prestipino. Il Tar non ha invece accolto il ricorso di Giuseppe Creazzo, il procuratore di Firenze inviso al Giglio magico.
michele prestipino e giuseppe pignatone (1)
La decisione dei giudici amministrativi, però, più che essere una stroncatura di Prestipino, di cui riconosce le qualità (i giudici parlano di «eccezionali esperienze»), è una bocciatura senza appello del Consiglio superiore della magistratura i cui membri vengono bacchettati come bambini delle elementari. La sentenza del Tar pare dimostrare come le cose con l'espulsione di Palamara dalla magistratura e con la cacciata di cinque consiglieri del Csm non abbia eliminato certe logiche che portano a interpretare le regole in modo arbitrario.
In particolare dietro alla lavagna finisce la corrente progressista di Area e i suoi cinque rappresentanti al Csm, che più di tutti hanno portato avanti la candidatura di Prestipino (lo ribadiamo, ottimo magistrato) utilizzando argomenti considerati pretestuosi dal Tar. Ma escono sconfitti anche il procuratore generale della Cassazione Giovanni Salvi, la corrente di Unicost (la vecchia casa di Palamara), i laici dei 5 stelle Alberto Maria Benedetti e Fulvio Gigliotti e i tre componenti della corrente di Autonomia & indipendenza, capeggiati da Pier Camillo Davigo.
creazzo viola lo voi
Quest' ultimo aveva votato nel maggio 2019 per Viola e nel marzo del 2020 per Prestipino, tanto che ieri Palamara è sbottato: «Ora Davigo chiarisca perché cambiò voto in favore di Prestipino». Nelle sentenze rese note ieri il Tar riconosce che le decisioni del Csm sono sindacabili solo «se inficiate da irragionevolezza, omissione o travisamento dei fatti, arbitrarietà o difetto di motivazione», vizio, quest' ultimo ravvisato in questo caso.
lo voi 5
Il Csm aveva preferito Prestipino per la sua conoscenza dell'«originalità territoriale» e in particolare della «peculiarità della criminalità romana», un aspetto che, però, il collegio «non ritiene legittimo». Aveva ritenuto qualificanti anche il fatto che, da procuratore aggiunto di Reggio Calabria e di Roma, si fosse occupato di processi di competenza della Direzione distrettuale antimafia, «con il coordinamento di un numero rilevante di sostituti» e aveva premiato anche il suo «progetto organizzativo» e la conoscenza dei flussi di lavoro.
Ma il Tar non ha trovato questi argomenti convincenti. Per esempio il collegio ritiene che Lo Voi, essendo un raffinato conoscitore delle mafie tradizionali come Prestipino, sia in grado di «"cogliere e sviluppare" come procuratore - presumibilmente in poco tempo o quantomeno in quello impiegato dal dottor Prestipino quale "aggiunto" - l'originalità della realtà criminale laziale», fatta di mafie autoctone capaci di muoversi tra i palazzi della politica, ambasciate, Vaticano e altri contesti tipicamente capitolini.
marcello viola procuratore generale firenze
I fan di Prestipino potrebbero obiettare che quel bagaglio di conoscenza l'attuale procuratore lo ha acquisito in nove anni e non nello spazio di un semestre, mentre i supporter di Lo Voi potrebbero ribattere che l'«originalità» della realtà criminale laziale cristallizzata nel processo Mafia capitale, procedimento condotto anche da Prestipino, è stata bocciata dalla Cassazione.
Il Tar aggiunge inoltre che se diventasse decisiva per questo tipo di scelte la conoscenza delle strutture criminali territoriali si violerebbe «il riconosciuto carattere "nazionale" della procedura di affidamento di incarichi direttivi e semidirettivi». Lo Voi prevale anche sotto il profilo dell'anzianità di ruolo (è entrato in magistratura nel 1981, lo sfidante tre anni dopo) e sotto quello delle funzioni svolte, perché dirige la procura di Palermo dal 2015, mentre il suo avversario non ha mai svolto funzioni direttive.
francesco lo voi 1
Il Tar precisa che la prevalenza di un procuratore su un aggiunto non può, però, essere automatica. Ma i giudici evidenziano anche che se è vero che Prestipino ha ben svolto il ruolo di semidirettivo in contesti importanti, il che lo farebbe preferire a tanti procuratori di piccole realtà, Lo Voi dirige «proficuamente» un ufficio che per complessità organizzativa e impegno in indagini di mafia è certamente equivalente a quello di Roma, se non addirittura superiore.
luca palamara ospite di giletti
In questo quadro, il Csm per scegliere Prestipino non aveva che una strada e cioè valorizzare la conoscenza che lo stesso aveva già maturato dell'ufficio di Roma e delle peculiarità del territorio capitolino. Nel momento in cui il Tar boccia questo ragionamento e non considera prevalente il curriculum di Prestipino per la sua conoscenza delle dinamiche locali, la possibilità che lo stesso possa battere Lo Voi si riducono al lumicino e una decisione in questo senso rischierebbe seriamente di essere considerata non rispettosa della decisione presa dal giudice amministrativo.
marcello viola procuratore generale firenze 1
Per quanto riguarda il ricorso di Viola il Tar si limita a rilevare un vizio a monte della comparazione, evidenziando che il Csm non ha spiegato perché sia stato proposto nella tornata di votazioni e sia stato escluso in quella successiva. Aggiunge di aver preso atto del fatto che sia nella discussione in plenum che nelle audizioni era emersa l'estraneità di Viola alle conversazioni oggetto di intercettazione nell'indagine su Palamara.
Il collegio sostiene in pratica che non lo si può escludere per le chiacchiere dell'Hotel Champagne alle quali lui era estraneo. Viola, quindi, conserva intatte le sue chances sia contro Prestipino che contro Lo Voi ma, contemporaneamente, al Csm resta la possibilità di motivare in modo coerente la sua esclusione. In parole povere il Pg di Firenze se la può ancora giocare con tutti, ma può anche perdere con tutti.
luca palamara
Al contrario Lo Voi, quanto meno nel confronto con Prestipino, pare in una posizione di evidente vantaggio, essendosi il Tar già sbilanciato, stabilendo che nella comparazione gli elementi utilizzati a favore dell'attuale procuratore capitolino non sono validi. Ovviamente il collegio lo dice con il linguaggio e le formule di un giudice che non deve spingersi a censurare il merito, lasciando formalmente al Csm un piccolo margine per confermare l'attuale capo degli inquirenti capitolini.
Uno scontro strano quello tra Prestipino e Lo Voi, visto che hanno lavorato tutti e due al fianco del procuratore di Roma Giuseppe Pignatone e sono ritenuti entrambi suoi degni eredi (Palamara, intercettato, parlava di «continuità»).
giuseppe pignatone
E così tra i due litiganti, alla fine, potrebbe spuntarla l'outsider sponsorizzato dalle toghe conservatrici. Viola infatti è uscito incolume dall'ottovolante delle chat e delle intercettazioni di Palamara, mentre Lo Voi è finito al centro di un capitolo del libro di Palamara e Alessandro Sallusti. Nel paragrafo in questione l'ex presidente dell'Anm ricorda la disputa per la poltrona di procuratore di Palermo in cui Lo Voi era risultato perdente al Tar contro Guido Lo Forte.
GUIDO LO FORTE
Il Consigliò di Stato ribaltò, un po' a sorpresa, la decisione. Sul punto Palamara scrive: «La pratica finisce alla quarta sezione, nel frattempo presieduta da Riccardo Virgilio (coinvolto in un'inchiesta sulle sentenze pilotate a Palazzo Spada ndr), che nei racconti di Pignatone è a lui legato da rapporti di antica amicizia. I due si incontrano una mattina presso la mia abitazione. Dopo aver lasciato sul tavolo i cornetti che mia moglie ha comprato per gli ospiti, mi allontano per preparare il caffè. Li vedo parlare in maniera molto fitta e riservata».
Ma non è finita qui: «Di questo incontro parlo direttamente con Francesco Lo Voi nel mese di gennaio del 2016 []. Ci incontriamo nel Caffè Giuliani in via Solferino nei pressi del Csm. Poche settimane dopo arriva la sentenza di Virgilio, favorevole a Lo Voi».
filippo patroni griffi
In questo gran pasticcio di nomine e di carte bollate va ricordato che il presidente del Consiglio di Stato, Filippo Patroni Griffi, che potrebbe dover decidere sugli eventuali ricorsi, ha recentemente annunciato querela contro l'avvocato Piero Amara per gravi accuse che dovrebbero essere al vaglio della Procura di Roma (al momento guidata da Prestipino). Un ulteriore potenziale conflitto di interessi in grado di rendere ancora più intricata questa delicata partita.