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LA RIMONTA DEL ‘’NO’’ - DOPO IL RIPENSAMENTO DELLA MELONI E LE DICHIARAZIONI DI GIORGETTI E DI ATTILIO FONTANA, CON SALVINI CHE FA IL PESCE IN BARILE, LA DESTRA STA COMPIENDO UN'INVERSIONE A "U" SUL REFERENDUM. PERCHÉ NON HANNO VOGLIA DI REGALARE LA VITTORIA A DI MAIO. E PERCHÉ PENSANO CHE SE A SORPRESA A PREVALERE SARÀ IL "NO" (A SINISTRA AFFIORA UN PARTITO TRASVERSALE CONTRO IL TAGLIO), SULLO SFONDO DI UNA SCONFITTA DEL PD ALLE REGIONALI, DIFFICILMENTE IL GOVERNO CONTE POTRÀ RESTARE IN PIEDI
Marcello Sorgi per la Stampa
Dopo la dichiarazione della Meloni, il "No" è in rimonta, ma anche il "Ni" non scherza. E questo a motivo del fatto che i leader della destra sono in imbarazzo a compiere un' inversione a "U" davanti ai loro elettori, ma la voglia di farlo è evidente.
Perché non hanno voglia di regalare la vittoria al referendum a Di Maio. E perché pensano che se a sorpresa a prevalere sarà il "No", sullo sfondo di un risultato favorevole (4 a 2) o molto favorevole (5 a 1) al centrodestra nelle regionali, per cui si vota contemporaneamente alla consultazione sul taglio dei parlamentari, difficilmente il governo potrà restare in piedi. Sarebbe infatti molto complicato per Conte glissare di fronte a due segnali così forti provenienti dell' elettorato.
Ma davvero la spinta contro la riforma sta diventando tale da ribaltare nelle urne un risultato che pareva scontato? Dipenderà dall' atteggiamento dei leader dei partiti originariamente schierati per il "Sì" e adesso in fase di ripensamento.
giuseppe conte beppe grillo luigi di maio 1
Al contrario di quel che si crede, infatti, nei referendum lo scarto rispetto agli schieramenti dei partiti è sempre stato minimo: dal divorzio del 1974 in cui la Dc e il Msi furono sonoramente battuti dal fronte maggioritario di Pci, Psi, Psdi e Pri, oltre naturalmente ai radicali di Pannella che avevano promosso la consultazione, al voto sulla scala mobile del 1985 in cui sembrava inverosimile che gli elettori, posti a scegliere tra il taglio o il mantenimento degli stipendi, scegliessero il primo; eppure così avvenne, grazie alla capacità dell' alleanza di governo, il pentapartito guidato da Craxi, di riuscire a portare alle urne la maggioranza degli elettori, battendo il Pci e la componente comunista della Cgil.
referendum taglio parlamentari
ZINGARETTI - CONTE - DI MAIO
In questo senso se si spacca lo schieramento ultra maggioritario del "Sì" al taglio, 5 stelle, Pd, Lega, FdI, che si erano ritrovati insieme anche nella quarta votazione in Parlamento sulla riforma, nulla è più garantito. Se Salvini legittima il dissenso di molti esponenti della Lega, Meloni ci ripensa, e a sinistra affiora un partito trasversale del "No", oltre a quelle su Marche, Toscana e Puglia, il 21 settembre dai seggi potrebbe uscire anche la novità di deputati e senatori che, invece di diventare 600, restano 945!
referendum taglio parlamentari
IL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI BY ALTAN
referendum taglio parlamentari
referendum taglio parlamentari
EMMA BONINO – NO AL REFERENDUM SUL TAGLIO DEI PARLAMENTARI
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