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    LA FINESTRA ELETTORALE SI STA CHIUDENDO E PER SALVINI POTREBBE DIVENTARE UNA GABBIA – DOPO IL "ROMPETE LE RIGHE" DI RENZI NEL PD TIRANO BRUTTE CORRENTI E INTANTO IN EUROPA SI FANNO LE PROVE TECNICHE DI UN’EVENTUALE INTESA ALTERNATIVA: IL VICEPRESIDENTE GRILLINO DELL’EUROPARLAMENTO È STATO VOTATO ANCHE DAL PD E QUALCOSA SI STA MUOVENDO – SE SI APRISSE UNA CRISI DI GOVERNO, CHE FAREBBE MATTARELLA?


     
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    Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”

     

    MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLA

    La finestra elettorale sta per chiudersi, perché così ha deciso Salvini, che era l' unico a poterla utilizzare. Di qui in avanti provvederanno i suoi avversari a sigillarla, per impedirgli un' eventuale via di fuga nel corso della legislatura . Scampato il pericolo di elezioni anticipate, «il sistema» - come lo definisce il segretario della Lega - si appresta a riorganizzarsi. Ma ha bisogno di tempo per riuscirci: un voto la prossima primavera scombinerebbe questi piani.

     

    E in tal senso torna utile la scelta di Renzi: l' ex leader del Pd ha annunciato ai suoi sodali il «rompete le righe» della componente che era maggioranza nel partito e che è ancora numericamente nutrita nei gruppi parlamentari. Non è chiaro quale sarà il percorso politico dell' ex premier, che non ha mai perso i contatti con Salvini. Sono chiari invece i possibili effetti che potrebbe determinare la rottura del vincolo correntizio.

     

    MATTEO SALVINI VLADIMIR PUTIN GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI VLADIMIR PUTIN GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO

    Perché in prospettiva, qualora si aprisse una crisi di governo, non c' è dubbio che nel Palazzo si cercherebbero i numeri per un altro esecutivo, utile a bloccare il disegno di Salvini ed evitare il «tutti a casa». È questa infatti la prospettiva che accomuna gran parte di deputati e senatori dell' attuale maggioranza e dell' attuale opposizione.

     

    Ed è un rischio che diverrebbe certezza se nel frattempo il Parlamento avrà approvato la riduzione del numero dei parlamentari, in dirittura d' arrivo. A quel punto i vecchi veti potrebbero trasformarsi in nuove, inedite disponibilità.

    matteo salvini pollice verso a renzi matteo salvini pollice verso a renzi

     

    Dopo le Europee, il capo del Carroccio ha sempre brandito il fantasma del «governo tecnico» per respingere il pressing del suo partito che gli chiedeva di correre alle urne a settembre. In realtà a Salvini era stato spiegato in modo esplicito e ai massimi livelli istituzionali, ciò che Giorgetti aveva tradotto così: «Se si vuole andare al voto, l' indicazione è ora o mai più». Dove il «mai più» anticipa le possibili sorti sulla durata della legislatura.

     

    Sta di fatto che proprio nei giorni in cui la finestra elettorale va chiudendosi, a Strasburgo si sono registrate le prove tecniche di quanto potrebbe accadere a Roma. L' Europarlamento, chiamato a scegliere ben 14 vicepresidenti, per l' ultimo posto disponibile ha preferito il candidato grillino (votato anche dal Pd) a quello leghista.

     

    DI MAIO SALVINI MATTARELLA DI MAIO SALVINI MATTARELLA

    «È la prova che si sta muovendo qualcosa», ha commentato Salvini. «Allora - obiettano sottovoce i suoi - come mai non ci siamo mossi prima noi?». Anche perché in politica, il manico del coltello fa presto a passar di mano. E il timore che i Cinque Stelle - evitate le elezioni - possano cambiare atteggiamento per prendersi la rivincita, accomuna molti dirigenti del Carroccio. Passi l' Autonomia regionale, dove - per usare le parole del governatore lombardo Fontana - «ci stanno prendendo per il (bip)», con Di Maio che si è messo a maramaldeggiare in casa d' altri: «Il testo, più che dalla Lega è scritto dalla Lega Nord...». Ora, questa riforma magari non sarà in cima ai pensieri di Salvini, ma persino sul decreto Sicurezza-bis i grillini hanno preso a minacciare emendamenti.

     

    luigi di maio nicola zingaretti luigi di maio nicola zingaretti

    Non è dato sapere quale sarà il destino dei «governi» oggi in carica. Chi li ha visti da vicino fatica ancora a riprendersi dallo stupore. È accaduto ai leader sindacali, convocati dal premier a Palazzo Chigi dopo che Salvini aveva preannunciato un incontro al Viminale con le parti sociali. Il colloquio, al quale presenziava Di Maio ma nemmeno un leghista, è stato definito «imbarazzante».

    «Ditemi...», ha esordito Conte. E dopo un attimo di smarrimento i sindacalisti hanno risposto: «In che senso... Ci avete convocato voi».

     

    luigi di maio matteo salvini luigi di maio matteo salvini

    È andata avanti così per un bel po', finché la segretaria della Cisl Furlan non ci ha visto più: «Ma che rapporto volete avere con noi?». «Volevo anticiparvi - ha ripreso il premier - che in vista della Finanziaria abbiamo deciso di organizzare tavoli ministeriali di contrattazione». Giusto il tempo di arrivare nelle loro sedi e i Confederali hanno ricevuto l' invito di Salvini per il 15 luglio al Viminale «per una giornata di ascolto, confronto, proposta per la crescita del Paese». Perché «Matteo - spiega un fedelissimo - la sua partita se la vuole giocare da solo. Non starà nella gabbia». Avanti così allora, finché dura. Con la consapevolezza però che quella finestra elettorale, ormai chiusa, i suoi avversari proveranno a sigillarla. Come una «gabbia».

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