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    SERIE A NEL PALLONE - LA JUVE BATTE L’INTER E TORNA IN TESTA MA IL CAMPIONATO E’ A RISCHIO STOP – IL PRESIDENTE DEL CONI MALAGO’: "LA SERIE A CONTINUA A GIOCARE? NON VA BENE. LO DICO PER UNA QUESTIONE DI OMOGENEITA', NON È CHE IL CALCIO PUÒ AVERE REGOLE DIVERSE DAGLI ALTRI SPORT DI SQUADRA. MARTEDÌ O LA FIGC CONFERMA LA DECISIONE DELLA LEGA ASSUMENDOSI LA RESPONSABILITÀ O DEVE ESPRIMERE LA CONTRARIETÀ COMMISSARIANDO DI FATTO LA LEGA DI A…"


     
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    Da gianlucadimarzio.com

     

     

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    Alle parole del ministro Spadafora, che chiedeva la sospensione della Serie A già a partire da questo weekend, hanno fatto seguito quelle di Gravina, che ha convocato un consiglio federale straordinario, in programma per il prossimo martedì. A parlare, infine, è stato Giovanni Malagò, presidente del Coni, che - ospite di Fabio Fazio nel corso della trasmissione "Che tempo che fa", su Rai2 - ha commentato la situazione attuale del calcio italiano.

     

    "La Serie A continua a giocare? Non va bene, lo dico per una questione di omogeneità - ha spiegato Malagò -. Ci sono atleti che da anni si preparano per qualificarsi alle Olimpiadi e ora mi telefonano ogni giorno. Non può succedere una cosa simile, se si ferma un campionato allora si devono bloccare pure tutti gli altri: la salute viene prima di tutto"

     

     

    "Martedì è stato fissato un consiglio federale straordinario: la Figc discuterà riguardo a cosa fare in vista delle prossime giornate di campionato e prenderà una decisione. La Lega Serie A, che al momento decide tutto, ha optato per la prosecuzione del torneo a porte chiuse. La Figc potrebbe essere d'accordo oppure no. E, siccome la Lega opera in virtù di una delega da parte della Federazione, qualora si venisse a creare una situazione di disaccordo sarà proprio la Figc a decidere. Commissariando, eventualmente, la Lega Serie A. In questo momento è fondamentale che andiamo tutti nella stessa direzione".

     

    RAMSEY SCIOGLIE L’INTER, DYBALA LA CONDANNA

    Jacopo Gerna  per gazzetta.it

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    Dybala si, Dybala no. Non sarà il secondo gol in Juventus-Inter a zittire i detrattori dell’argentino, ma il 2-0 con cui la squadra di Sarri torna in testa alla classifica è un chiaro segnale. Che chiude un Juventus-Inter mutilato dal coronavirus e per lunghi tratti equilibrato. Ma che offre le risposte che il mondo Juve attendeva dopo l’imbarazzante prestazione di Lione. Pessime notizie per Conte, che scivola a meno 9 dalla Juve e verosimilmente saluta qui le chance di scudetto.

     

    PERCHE’ HA VINTO LA JUVE

    Perché ha mostrato quell’istinto da killer visto quasi sempre con Allegri e quasi mai con Sarri. L’ex tecnico del Napoli ha azzeccato Bentancur in regia al posto del boccheggiante Pjanic visto di recente, meno il lancio di Douglas dal 1’. La partita è rimasta in equilibrio fino all’1-0 di Ramsey, anche se Handanovic ha dovuto lavorare più Szczesny.

     

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    Successivamente, e qui entriamo nell’inedito, la Juventus non ha concesso nulla all’Inter. Bene la coppia Bonucci-De Ligt, bene il centrocampo a fare da filtro, come non aveva fatto a Lione. In ripresa Matuidi, e non solo per lo sfondamento a sinistra nell’azione del primo gol. Juve insolitamente cinica anche nel raddoppiare 13’ dopo con Dybala, appena entrato per Douglas. Il dribbling che manda al bar Young e l’esterno sinistro che supera Handanovic fanno saltare tutti i divani bianconeri d’Italia.

     

    PERCHE’ HA PERSO L’INTER Perché ha avuto zero capacità di reazione dopo essere andata sotto. Il primo tempo era stato molto incoraggiante, con gli esterni, Candreva soprattutto, molto propositivi. Sono mancati completamente gli attaccanti, Lautaro e Lukaku. Il primo si è fatto notare solo per una punizione sulla barriera, il secondo non l’ha proprio mai vista e Conte l’ha sostituito persino tardi. Il bilancio del belga contro le rivali stagionali più pesanti (Juve, Lazio, Dortmund e Barcellona) è di un misero gol. Anche Eriksen, entrato nella ripresa, non ha lasciato il segno.

     

    Conte ha retto la partita sul piano collettivo fino a Ramsey-gol, ma i suoi migliori giocatori hanno steccato, quelli della Juve no. Perché anche nel calcio delle porte chiuse, per aprirle ci vogliono i campioni.

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