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    LA LOCOMOTIVA D’EUROPA SI È INCEPPATA E SONO CRAUTI AMARI PER NOI – L’ECONOMIA TEDESCA È UFFICIALMENTE IN RECESSIONE TECNICA: IL PIL HA FATTO REGISTRARE DUE TRIMESTRI CONSECUTIVI DI CONTRAZIONE (-0,3% NEI PRIMI TRE MESI DEL 2023). A PESARE, È SOPRATTUTTO IL CALO DELLE ESPORTAZIONI E IL CROLLO DELLA VENDITA DI BENI IN CINA – LA SITUAZIONE POTREBBE IRRIGIDIRE ANCORA DI PIÙ LA POSIZIONE TEDESCA NEL BOARD DELLA BCE, E SPINGERE LAGARDE A UN’ULTERIORE STRETTA SUI TASSI…


     
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    Estratto dell’articolo di Rodolfo Parietti per “il Giornale”

     

    olaf scholz olaf scholz

    «Rezession». Quando l’economia si raggrinzisce come una mela avvizzita non c’è nulla di meglio della durezza della lingua tedesca. Se non forse i numeri, che con altrettanta crudezza hanno certificato che la Germania è (per ora) il primo Paese dell’eurozona a essere scivolato nella recessione tecnica, cioè due trimestri consecutivi di contrazione economica.

     

    Dopo la flessione accusata tra ottobre e dicembre ’22 (-0,5%), è bastata una leggera spintarella verso terra, sotto forma di una revisione del Pil del primo trimestre (dalla crescita zero della prima stima a -0,3%), per avere la certezza che Berlino non se la passa granché bene. Senza, peraltro, dover troppo indagare sulle cause.

     

    OLAF SCHOLZ XI JINPING OLAF SCHOLZ XI JINPING

    […]  Vittima e carnefice al tempo stesso del suo modello di sviluppo e della sua weltanschauung economica, paga in prima battuta la piega storta presa dagli affari oltre confine.

     

    Sul bilancio trimestrale compare una macchia nera alla voce «esportazioni», scese in marzo del 5,2% rispetto a febbraio a rendicontare gli affanni del tessuto imprenditoriale (-3,3% la produzione industriale), ma non ancora del tutto le difficoltà future. Quelle si intuiscono nel crollo degli ordini (-10,7%, sempre in marzo) e ancora più plasticamente nel fatto che la Germania ha esportato in aprile beni per un valore di 7,5 miliardi di euro in Cina, il 9,6% in meno rispetto allo stesso mese del 2022.

     

    Robert Habeck Robert Habeck

    E per Berlino son dolori se Pechino, la cui ripresa non appare brillante, compra meno «made in Deutschland».

     

    […] Berlino sostiene che i consumatori si sono auto-imposti l’austerity a causa dall’impazzimento dei prezzi del gas. Dimenticandosi però dei 200 miliardi di aiuti governativi messi a disposizione per contrastare il caro-bollette alla fine di settembre del ’22. E di quanto la politica restrittiva della Bce, ispirata da una Bundesbank decisa a contrastare l’inflazione a ogni costo, abbia impattato su milioni di famiglie che hanno visto restringersi ulteriormente il potere d’acquisto dovendo sopportare rate dei mutui sempre più salate.

    LAGARDALAND - MEME BY EMILIANO CARLI LAGARDALAND - MEME BY EMILIANO CARLI

     

    L’Eurotower non intende cambiar rotta, e ciò implica altri dolori per le tasche dei tedeschi. Di fronte a una situazione già critica, con la prospettiva che peggiori, è saggio non godere delle disgrazie altrui. La schadenfreude la lasciamo a loro che l’hanno inventata. Quando ancora potevano permetterselo.

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