Estratto dell'articolo di Fabio Martini per “La Stampa”
STEFANO BONACCINI ELLY SCHLEIN
Nella Sala Berlinguer, alla sua "prima" tra i parlamentari, Elly Schlein è generosa di sorrisi, cordialità, affabulazioni e di quella grinta smart che l'ha proiettata alla guida del Pd. L'assemblea dura quasi 5 ore ma alla fine è chiara la divisione dei ruoli, quella che prelude alla "pax ellyana": Schlein andrà in tv, nelle piazze, alla Camera e da lì detterà la linea, mentre i maggiorenti, Andrea Orlando, Dario Franceschini, Nicola Zingaretti (e in quote minori anche Stefano Bonaccini), manterranno il controllo dell'apparato.
Nella riunione congiunta dei Gruppi quasi tutti i capi hanno fatto discorsi ariosi, sulla falsariga retorica che Antonio Gramsci ebbe a definire "brevi cenni sull'universo", ma con la segretaria avevano già trattato. Sancendo una divisione dei ruoli che avrà oggi il primo battesimo: l'elezione dei capigruppo di Camera e Senato, seguendo il calco stabilito, mentre per la imminente Segreteria gli incarichi saranno parcellizzati tra le componenti che nel frattempo – ecco la novità per ora sfuggita ai radar – sono letteralmente raddoppiate.
elly schlein sul palco delle famiglie arcobaleno con vladimir luxuria, a milano
Alle quattro correnti che hanno governato il Pd negli ultimi cinque anni – la sinistra di Orlando, l'area Dem di Franceschini, la Piazza Grande di Zingaretti e Base riformista di Guerini – si sono aggiunte ben cinque nuove aree: gli "schleiniani", gli amici di Bonaccini, i cuperliani, i neoulivisti e quelli di Articolo Uno, che rientrano come corrente organizzata.
Schlein era al suo primo passaggio delicato e anche se ha cercato di porgersi in modo soft, alle 21, 37 ha pronunciato la frase clou; «Ho dimostrato di saper ascoltare ma la linea sarà quella del congresso». Certo, su Schlein incombe un curioso contrappasso: la nuova segretaria non è stata eletta dal "popolo del Pd" ma dal "popolo delle Primarie". Due "popoli", non contrapposti, ma diversi. I numeri parlano chiaro: il 65% degli iscritti Dem non ha votato Schlein, che però è stata eletta dal 54% dei partecipanti alle Primarie. E circa la metà di questo popolo non aveva votato Pd alle ultime elezioni Politiche. Un rompicapo logico-politico che nei partiti strutturati di un tempo avrebbe portato a corti circuiti e che Elly Schlein sta provando a governare.
ELLY SCHLEIN IN VERSIONE SEVERUS PITON
La divisione dei ruoli è scritta nel risiko che si sta componendo in queste ore. Nei giorni scorsi Schlein ha indicato come Tesoriere del partito Michele Fina, dando così soddisfazione alla corrente di Andrea Orlando.
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Una spartizione che esclude dalla "vetrina" di Elly, il personaggio più strutturato della sinistra pd: Peppe Provenzano, il primo della sua area che si sia schierato con la futura segretaria. E d'altra parte attorno a Schlein c'è gran affollamento, la bellezza di cinque componenti. Una nuova di zecca: la sua area, ovviamente e quattro di vecchio conio, quelle che fanno capo a Orlando. Franceschini, Zingaretti e Articolo Uno. Rientrerà Massimo D'Alema? Dice Arturo Scotto: «Non ha sottoscritto l'adesione al Pd per ora, lo deciderà lui». Un enigma paradossale per un personaggio che ha fatto la storia della sinistra di governo negli ultimi 25 anni.
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