Estratto da corriere.it
MICHELA MURGIA
«La queerness familiare è una cosa che esiste e raccontarla è una necessità sempre più politica, con un governo fascista che per le famiglie non riconosce altro modello che il suo». Lo scrive su Instagram Michela Murgia in un post in cui mette un altro tassello al diario social di questi giorni, parlando della sua malattia — un tumore al quarto stadio — e del modo di affrontarla con il sostegno della sua «queer family». Oggi — aggiunge — l’usanza sarda di utilizzare il termine è «sa sposa/su sposu» riferita a rapporti che con il fidanzamento non hanno nulla a che fare, così come con il genere o con l’età. «Nella queer family che vivo non c’è nessuno che non si sia sentito rivolgere il termine sposo/sposa in questi anni.
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Della famiglia, come si vede nelle fotografie postate, fanno parte l’attore e regista Lorenzo Terenzi (fidanzato e futuro marito di Murgia); il cantante lirico Francesco Leone; l’attivista Michele Anghileri e tante donne a lei molto legate, quali le scrittrici Chiara Valerio (qui il video al Teatro Carcano di Milano) e Chiara Tagliaferri; e ancora Patrizia Renzi. Alcuni vivono con lei, altri andranno ad abitare nella casa con dieci letti acquistata dalla scrittrice, alcuni hanno condiviso un pezzo di strada con lei, altri arriveranno, raccontava nell'intervista ad Aldo Cazzullo sul Corriere.
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