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    LAVORATORI E NON SCHIAVI - LA PRIMA CLASS ACTION DEI RIDER IN EUROPA: RICORSO A MILANO PER ABOLIRE IL CONTRATTO CAPESTRO SOTTOSCRITTO DA UGL E ASSODELIVERY - LA GIL: "E' UN ACCORDO PIRATA PERCHE' SANCISCE IL COTTIMO COME FORMA DI RETRIBUZIONE LIMITANDO I DIRITTI DEI LAVORATORI" - L'AZIONE LEGALE E' PARTITA DOPO LA SENTENZA DEL TRIBUNALE DI BOLOGNA CHE HA DATO RAGIONE AL FATTORINO E TORTO A DELIVEROO VIETANDO L'APPLICAZIONE DEL CCNL...


     
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    Chiara Baldi per “la Stampa”

     

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    Una class action per estendere a tutti i rider l'impossibilità di vedersi applicato il contratto collettivo firmato il 15 settembre 2020 da Ugl e Assodelivery, che rappresenta le multinazionali del cibo a domicilio (Deliveroo, Glovo, Foodtogo, Socialfood e Uber Eats). Il ricorso della class action - che è la prima in Europa presentata dai lavoratori della gig economy e la prima in Italia fatta nell'ambito del lavoro, visto che lo strumento è entrato in vigore solo a maggio di quest'anno - è stata promossa dalla Nidil Cgil con altri sindacati confederati e consegnata al Tribunale di Milano.

     

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    L'azione legale parte dall'esperienza di un ciclofattorino di Palermo che ha voluto presentare istanza contro il suo datore di lavoro, la società Deliveroo, che ha sede legale proprio a Milano (e per questo la procura competente è quella del capoluogo lombardo). «Per noi», spiega Silvia Simoncini, segretaria nazionale della Nidil Cgil, «il contratto siglato tra Ugl, che rappresenta una piccolissima parte di rider, e Assodelivery è un accordo pirata. Perché sancisce il cottimo come forma di retribuzione limitando i diritti dei lavoratori delle piattaforme del food delivery. E infatti il Tribunale di Bologna ne ha sancito l'illegittimità. Ora chiediamo che quella sentenza di luglio venga estesa a tutta Italia e non solo ai lavoratori bolognesi».

     

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    L'antecedente della class action è proprio la sentenza di luglio 2021 del Tribunale di Bologna: i giudici emiliani hanno dato ragione ai rider e torto a Deliveroo - che ha aspramente criticato la decisione finale - e hanno vietato l'applicazione del contratto collettivo Ugl-Assodelivery a tutti i lavoratori che operavano sul territorio. La critica al contratto collettivo è che sarebbe una soluzione di comodo trovata dalle aziende con l'unico sindacato che poteva andate incontro alle loro richieste.

     

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    I sindacati confederati, subito dopo la firma, parlarono di «contratto peggiorativo per una categoria già fortemente precaria» e chiesero la convocazione di un tavolo istituzionale, al fine di sottoscrivere un accordo davvero rappresentativo per i ciclofattorini.

     

    «L'azione legale che abbiamo intrapreso con gli altri sindacati», chiarisce l'avvocata della Nidil Cgil Matilde Bidetti, «è una class action inibitoria che consente, a un soggetto portatore di soggetti omogenei, quindi il rider che delega al sindacato, di compiere un'azione in cui chiede che a un soggetto, in questo caso Deliveroo, venga inibito un comportamento. Quello che contestiamo è il fatto che il contratto collettivo non sia più, dopo la sentenza di Bologna, applicato nel capoluogo emiliano ma continui a esserlo a livello nazionale. Noi chiediamo che la società applichi a tutti i suoi fattorini il contratto collettivo o dei trasporti o dei servizi».

     

    RIDER DELIVEROO RIDER DELIVEROO

    I tempi per la class action saranno veloci, assicura l'avvocata, perché «è come se avessimo fatto un procedimento d'urgenza», per cui la convocazione potrebbe arrivare a settimane.

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