Michael Pontrelli per http://notizie.tiscali.it
SALVINI - DI MAIO - BERLUSCONI - RENZI
Ora che la sbornia elettorale è terminata si può finalmente tornare alla realtà che, purtroppo, per gli italiani si prospetta abbastanza cupa. Il primo dossier che finirà sul tavolo del nuovo governo non sarà il reddito di cittadinanza, la riforma della legge Fornero, la flat tax o il bonus per i figli.
Nessun provvedimento che taglia le tasse o dà soldi ai cittadini ma la patata bollente delle clausole di salvaguardia dei conti pubblici, lasciata in eredità dagli esecutivi precedenti: aumento delle aliquote iva e delle accise dei carburanti. Per disinnescarle bisognerà trovare 12,47 miliardi per il 2019 e 19,16 miliardi nel 2020 per un totale di 31,6 miliardi nel biennio 2019/2020.
CLAUSOLE DI SALVAGUARDIA IGNORATE DALLA PROPAGANDA ELETTORALE
TASSE
In campagna elettorale nessuno ha parlato di questo problema. Neanche una parola. Tutti hanno fatto finta di non sapere che se nella finanziaria del 2018 non si troveranno le coperture necessarie, a partire dal 1 gennaio 2019 l’aliquota intermedia dell’Iva salirà dal 10 al 12% mentre quella ordinaria passerà dal 22 al 24,2%. Nuova raffica di aumenti ad inizio 2020 con l’aliquota intermedia al 13% e quella ordinaria al 24,9%. A cui si aggiungerà l’ennesimo rincaro delle accise sui carburanti. Una vera e propria stangata per le tasche degli italiani che potrebbe mandare ko la fragile ripresa economica in corso.
COTTARELLI
Per evitare il disastro i tempi sono brevi. Già nel DEF da redigere entro il 10 aprile e da inviare a Bruxelles entro il 30 dello stesso mese l’esecutivo dovrà indicare se intendere recuperare le risorse con tagli alla spesa oppure aumentando altre tasse. Un nuovo esecutivo molto probabilmente non ci sarà per cui Gentiloni (premier in carica solo per l’ordinaria amministrazione) non potrà che inviare un DEF vuoto che rimanda alla legge di Bilancio autunnale la soluzione del problema.
RISORSE SPENDING REVIEW COTTARELLI GIÀ AZZERATE
Come già detto, 31,6 miliardi da trovare nei prossimi due anni. Più o meno il valore dei tagli alla spesa improduttiva indicati come possibili dall’ex commissario alla spending review, Carlo Cottarelli, e a cui più o meno tutti hanno fatto riferimento per finanziare le incredibili promesse della campagna elettorale.
letta gentiloni renzi
RICHIESTA DI NUOVA FLESSIBILITÀ ALL'EUROPA
Una via di uscita diversa e meno lacrime e sangue per gli italiani però ci sarebbe: chiedere a Bruxelles nuova flessibilità. Ovvero finanziare il mancato gettito Iva in deficit non superando però il limite invalicabile del 3% nel rapporto tra disavanzo e Pil. La stessa ed identica operazione fatta da Renzi e Gentiloni che di fatto, sperando nella ripresa economica, hanno lasciato in eredità la patata bollente al governo che verrà.
DI MAIO SALVINI
PRIMO TEST PER GLI EUROSCETTICI
Per il nuovo esecutivo, di qualunque tipo sarà, si annuncia dunque fin da subito un duro scontro con Bruxelles. Un primo test della verità per i vincitori delle elezioni, gli euroscettici M5s e Lega. Difficilmente infatti una nuova maggioranza potrà formarsi senza uno dei due schieramenti saldamente presente a Palazzo Chigi. I giorni della campagna elettorale sembrano già terribilmente lontani.