Stefano Graziosi per “la Verità”
virginia raggi
La sicurezza di Roma finisce nelle mani della Cina? Huawei installerà telecamere di sicurezza nel centro storico della Capitale. A renderlo noto è stata ieri Virginia Raggi, nel corso della presentazione della tappa capitolina della Formula E, prevista per il prossimo 13 aprile, di cui l' azienda cinese risulta partner.
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«Grazie alla collaborazione con Huawei installeremo nuove telecamere a San Lorenzo e Piazza Vittorio, dopo quelle già presenti al Colosseo», ha dichiarato la sindaca, per poi concludere «Sempre più tecnologia perché Roma diventi sempre più una città smart». Le telecamere - in collegamento diretto con le forze dell' ordine - avranno in particolare il compito di riprendere atti vandalici o criminali. E dovrebbero essere addirittura in grado di riconoscere soggetti con precedenti penali.
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Ora, per quanto ogni sforzo a tutela della sicurezza dei cittadini possa definirsi lodevole, c' è anche da dire che questa mossa rischia di produrre delle conseguenze internazionali di una certa gravità: soprattutto nei delicatissimi rapporti che intercorrono tra l' Italia e gli Stati Uniti. Non dimentichiamo che Washington non abbia granché apprezzato il memorandum di intesa che ha recentemente sancito l' adesione di Roma al progetto cinese della nuova Via della seta.
Inoltre, appena due giorni fa, l' ambasciatore statunitense in Italia, Lewis M. Eisenberg, ha pronunciato parole molto severe verso un' eccessiva vicinanza nei confronti di Pechino.
intervento con 5g 2
Il diplomatico ha sì riconosciuto che l' economia della Repubblica popolare è in rapida crescita, comprendendo il desiderio espresso da molti Stati di voler rafforzare i propri legami commerciali con questo gigante. Ciò nonostante Eisenberg ha voluto anche concentrarsi sui rischi per la sicurezza che un approccio troppo accomodante potrebbero comportare. «Siamo seriamente preoccupati che con l' utilizzo del 5G ci siano problemi nell' interoperabilità della nostra Alleanza», ha affermato. «Gli Usa», ha sostenuto Eisenberg, «non possono condividere informazioni con Paesi che adottano tecnologie cinesi».
telecamere di sicurezza
Insomma, parole abbastanza dure. Parole con cui il diplomatico ha cercato di richiamare l' Italia a un maggiore allineamento rispetto alle posizioni dell' Alleanza atlantica.
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Non a caso, il governo di Roma ha più volte ribadito di aver escluso dall' intesa con Pechino la questione del 5G. Posizione rimarcata dal ministro dell' Interno, Matteo Salvini, che - replicando a una domanda sulle preoccupazioni di Eisenberg - ha dichiarato: «Quelli della Via della seta sono accordi commerciali che non mettono a rischio la sicurezza dei dati, di quello mi occupo io». Se lo Zio Sam era quindi stato parzialmente rassicurato su questo fronte, la mossa del Campidoglio sulle telecamere di Huawei potrebbe suscitare nuovi malumori dalle parti di Washington. Complicando di fatto la vita al governo gialloblù che, con non poca difficoltà, sta da tempo cercando di mantenere un complicato equilibrio geopolitico tra America, Cina e Russia.
raggi Meng Wanzhou raggi l ambasciatore americano in italia lewis m eisenberg huawei l ambasciatore americano lewis m eisenberg (1)