Elena Tebano per il Corriere della Sera
Evgeniya K. Magurina aeroflot
Uno dei portavoce di Aeroflot, Nikita Krichevsky, lo aveva definito un «incentivo per dimagrire». Si riferiva al denaro - circa il 20% del loro stipendio - perso da due hostess della compagnia russa dopo che erano state spostate su voli nazionali e peggio retribuiti, perché superavano la taglia 48 ed erano considerate in sovrappeso rispetto agli standard imposti dal vettore.
Adesso Evgeniya K. Magurina, 42 anni, e Irina N. Ieursalimskaya, saranno risarcite: lo ha stabilito il Tribunale distrettuale di Mosca a cui si erano rivolte dopo che due corti locali avevano rigettato i lori ricorsi, e dopo aver fondato l' autoproclamato movimento STS (iniziali in russo di «anziane, cicciottelle e brutte»).
hostess aeroflot
Una vittoria per tutte le hostess della compagnia, visto che la decisione varrà anche per le oltre 500 colleghe che avevano subito lo stesso trattamento. «Tutti mi chiedono perché mi sono messa contro il sistema - ha detto Magurina al Guardian -. Il fatto è che qualcuno a un certo punto deve iniziare la rivoluzione». Le linee guida interne di Aeroflot indicavano di privilegiare «nell' assunzione e nell' impiego» hostess e steward che indossino divise«42-48» per le donne e «46-54» per gli uomini. I «problemi» sul lavoro di Magurina erano iniziati proprio quando ha chiesto una divisa oltre la 48. «Ci hanno fotografate e ci hanno preso le misure, alcune di noi sono state addirittura pesate», aveva denunciato nel primo ricorso.
aeroflot oggi
La compagnia non ha mai negato di volere hostess magre, sostenendo però in tribunale che era per motivi di sicurezza e costi: perché non ostacolassero il passaggio in cabina e dalle uscite di emergenza e perché per ogni chilo aggiuntivo la compagnia spende 10 euro in più all' anno di carburante. Diversa la versione data in una conferenza durante la prima fase del ricorso: «Aeroflot è una compagnia di qualità - aveva detto il portavoce Pavel Danilin - e tra i motivi per cui i passeggeri pagano per i nostri biglietti c' è l' aspetto dei dipendenti».
Aeroflot A VP BWH
La «bella presenza» richiesta spesso al personale che lavora con il pubblico è una questione sensibile, anche in Italia. «La legge non tutela direttamente la discriminazione sul lavoro in base all' aspetto fisico - spiega Anna Lorenzetti, ricercatrice dell' Università di Bergamo che si occupa di diritto antidiscriminatorio - ma vieta trattamenti differenziati in base alle condizioni personali. E quindi vi rientra anche l' aspetto. Per altro,il problema della "bella presenza" è una questione di genere: si chiede soprattutto alle donne nei lavori di cura, per gli uomini conta assai meno».
ALITALIA HOSTESS
Alitalia, che fa parte come Aeroflot di SkyTeam Alliance , non mette ufficialmente limiti di peso, anche se nelle direttive per le hostess è arrivata a consigliare rossetti e biancheria intima bianca. Per Ryanair se ne occupa la società Crewlink. Sul modulo per la pre-selezione online si chiede alle aspiranti hostess (o steward) se siano alte tra 1,57 e 1,88 metri e «fisicamente in forma». Altra storia se si spulciano i siti (generici) di offerte di lavoro, come www.asssistentidivolo.org: in quasi tutti la "bella presenza" è un requisito indispensabile. In alcuni casi si parla anche di «peso proporzionato all' altezza».
Intanto la sentenza russa fa scuola. E chissà che non ponga un precedente. «La prima condanna per discriminazione di genere della Corte di Giustizia europea, a metà Anni 70 - ricorda Lorenzetti - riguardava proprio una compagnia aerea, la belga Sabea, ora fallita, che pagava gli steward più delle hostess».