Marco Giusti per Dagospia
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Calorosi applausi liberatori, perché alla fine è una deliziosa commedia per signori non più giovani ma senza complicazioni temporali con invecchiamenti assurdi o sfondamenti nei metaversi, hanno accolto il nuovo film di Gianni De Gregorio, “Astolfo”, che forse nulla toglie e nulla aggiunge alla sua filmografia, ma rispetto alla frenesia di tanto cinema di oggi riporta un po’ di tranquillità con tempi di commedia diluiti ma precisi e un cast che spazia da Stefania Sandrelli ancora in forma per fare l’innamorata, meravigliosi numeri di Alfonso Santagata, Gigio Morra e Alberto Testone, che forse ricorderete come protagonista del “Michelangelo” di Andrey Konchalovskiy.
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“Ancora campa questo?” è il saluto che accoglie il ritorno a casa, in quel di Artena, di Astolfo, detto “il Professore”, che, senza soldi, scacciato dalla casa in affitto a Roma non trova di meglio che rifugiarsi nel maniero di famiglia un bel po’ in rovina. Il maniero, lo diciamo per i cultori di grandi location, è il Castello dei Borghese, dove sono stati girati decine e decine di film, fin da un “Inferno” di Dante nel 1911 al “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli, da “Il boia scarlatto” di Massimo Pupillo a “L’ultima preda del vampiro” di Piero Regnoli.
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Ma è anche il maniero di Juan Valerio Borghese, oggi abitato dalla vedova del figlio, l’attrice Nike Arrighi, star di horror come “Countess Dracula” e “The Devil Rides Out”. Il Professore, Astolfo, trova dentro al palazzo un abitante, Alberto Testone, il figlio del fabbro del paese che non sapeva dove andare e presto la casa si anima di altre presenze, come un cuoco napoletano, Gigio Morra, mentre scopre che il prete vicino di casa non solo gli ha rubato una incredibile sala da pranzo (non sapete quanti film di cappa e spada sono stati girati lì), ma cerca come può di rendergli la vita impossibile.
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In tutto questo, grazie al cugino, il barone Carlo, interpretato da un o strepitoso Alfonso Santagata, incontra la donna della sua vita, l’ormai nonna Stefania, Stefania Sandrelli, sfruttata dal figlio come baby sitter dei nipotini, che gradisce oltre modo la corte discreta del neo seduttore. Tutto qua. Con una piccola guerra contro l’antipatico sindaco, Simone Colombari, un bella dose di anticlericalismo che di questi tempi non guasta, grandi numeri a tavola con Gigio Morra e Testone. Non sarà girato perfettamente, si sa, ma il film ha una grazia tutta sua assolutamente inconfondibile. E alla storia d’amore dei due settantenni ci crediamo assolutamente.
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